Il libro scelto questo mese per il ìnostro Gruppo di Lettura è “La figlia unica” di Guadalupe Nettel edito da La Nuova frontiera

Scritto con una semplicità solo apparente, La figlia unica è la storia di tre donne e dei legami d’amore e d’amicizia che intessono mentre si confrontano con le differenti forme che la famiglia può assumere al giorno d’oggi e con il significato di maternità

INCIPIT
“Guardare un neonato mentre dorme significa contemplare la fragilità dell’essere umano. Sentire il suo respiro delicato e armonioso suscita un misto di calma e di sgomento. Osservo il neonato che ho davanti a me, la faccia distesa e polposa, il filo di latte che scorre da un angolo delle labbra, le palpebre perfette, e penso che ogni giorno uno dei bambini che dormono in tutte le culle del mondo smette di esistere”

TRAMA
Laura e Alina si sono conosciute a Parigi quando avevano vent’anni. Ora sono tornate in Messico. Laura ha affittato un piccolo appartamento e sta finendo la tesi di dottorato mentre Alina ha incontrato Aurelio ed è rimasta incinta. Tutto sembra andare per il meglio fino a quando un’ecografia rivela che la bambina ha una malformazione e probabilmente non sopravvivrà al parto. Inizia così per Alina e Aurelio un doloroso e inatteso processo di accettazione. Non sanno ancora che quella bambina riserva loro delle sorprese. È Laura a narrarci i dilemmi della coppia, mentre anche lei riflette sulle incomprensibili logiche dell’amore e sulle strategie che inventiamo per superare le delusioni. E infine c’è Doris, vicina di casa di Laura, madre sola di un figlio adorabile ma impossibile da gestire.

L’AUTRICE

Guadalupe Nettel,  nata a Città del Messico nel 1973, vive e lavora come traduttrice e insegnante a Barcellona.
Laureata in Lingua e Letteratura spagnola all’Università nazionale autonoma del Messico e in Scienze del Linguaggio all’Ecole des hautes études en sciencese sociales di Parigi, è autrice di quattro raccolte di racconti, tre romanzi e due saggi di critica letteraria.
Nel 2007 è stata inclusa  nel progetto “Bogotá 39” che raccoglie i 39 scrittori più promettenti under 40 dell’America Latina, nel 2013 ha vinto il premio di narrativa breve Ribera del Duero con la raccolta di racconti Bestiario sentimentale e nel 2014 il prestigioso Premio Herralde  con il romanzo “Quando finisce l’inverno”.
Fin da giovane soffrì di problemi agli occhi, tra cui nistagmo e cataratta, oltre a una macchia sopra una delle sue cornee. A causa di queste condizioni ha subito atti di bullismo, un fatto che, secondo Nettel, è stato uno dei motivi che l’ha portata a rifugiarsi nei libri e iniziare a scrivere.

In questo video della RAI la stessa Nettel presenta il romanzo “La figlia unica”

OPERE PUBBLICATE IN ITALIA

Il corpo in cui sono nata, Einaudi, 2014
Guadalupe Nettel racconta la bambina che è diventata nascendo con un neo bianco sulla cornea. Nella Città del Messico degli anni Settanta subisce il disagio delle cure e assiste impotente alla disgregazione della famiglia, al crollo delle poche certezze che pensava di avere. Mentre aspetta l’operazione all’occhio, gioca a calcio e sale sugli alberi, guarda di nascosto e si costruisce il suo mondo, costretta ad arrendersi alle necessità di un corpo che cresce e sabota ogni conquista. Fino a quando deve lasciare anche l’ambiente progressista messicano di cui ha faticosamente preso le misure per trasferirsi nella periferia francese. Allora, per consolarsi con altre anomalie, ripensa a Gregor Samsa, ai trilobiti dell’era paleozoica, scrive racconti raccapriccianti e clamorosi, si ribella appena può, e sopravvive agli echi del Messico lontano, all’occhio di sempre e alle scoperte che ingoiano ingenuità e innocenza. Tutto prima che finisca l’attesa, prima di arrivare a raccontare in un romanzo, senza leziosità e senza lezioni, come in una seduta psicanalitica in cui le domande fluttuano senza risposte e spazzano la necessità della decenza, il percorso che l’ha portata ad abitare il corpo in cui è nata. Come un dovere che corona la battaglia, con uno sguardo che illumina di tragedia e di ironia i momenti lievi e le rivelazioni inconfessabili. Dando loro una forma.

Quando finisce l’inverno, Einaudi, 2016
Claudio e Cecilia hanno origini lontane, vivono separati dall’oceano, lui a New York, lei a Parigi, e hanno esistenze completamente differenti, lui lavora in una casa editrice, lei è una studentessa che trova un po’ di serenità solo passeggiando nei cimiteri. Condividono due cose soltanto. La prima è la solitudine spaesata di chi fugge dalle ferite del passato. La seconda è un inverno che passeranno insieme. Anzi c’è una terza cosa che li unirà: l’amore, quello che cambia la vita. Anche se non sempre nel modo in cui ti aspetti…
Claudio è cubano, ha quarant’anni, vive nell’Upper West Side a New York e lavora in una casa editrice. Ogni giorno combatte per salvaguardare un ordine preciso contro il terrore di perdersi nel caos, segue un rituale complicato di pulizia e abitudini, è appassionato di musica, orgogliosamente misogino e geloso della propria privacy. Cecilia invece è messicana, a venticinque anni ha deciso di trasferirsi a Parigi per sfuggire al ricordo della madre che l’ha abbandonata, a un padre inadeguato, a una malinconia che si manifesta in una precoce passione per le tombe e i cimiteri. Entrambi hanno una relazione, anche se precaria e instabile, ma quando Cecilia incontra Claudio, in viaggio a Parigi, è un colpo di fulmine, la rivelazione di un senso nascosto delle cose, che cambia per sempre la loro vita, anche se non nella direzione in cui i due amanti avrebbero voluto. Il loro incontro è intrecciato a una colonna sonora fatta della musica di Nick Drake, di Keith Jarrett e Philip Glass, del Kind of Blue di Miles Davis: note che fanno da contrappunto al loro avvicinarsi, scoprirsi, fino a un mettersi a nudo tanto intimo quanto minaccioso perché rivela anche gli abissi in cui rischiano di precipitare. Ma nessun inverno, per quanto lungo, dura per sempre.

Racconti[modifica | modifica wikitesto]

Petali e altri racconti scomodi, La Nuova Frontiera, 2019
Una raccolta di racconti dove i protagonisti a volte sembrano opporsi alla loro alterità, altre volte si abbandonanao al loro amaro desiderio, portando però sempre su di loro l’oscuro fascino dell’anomalia.
In «Petali e altri racconti scomodi» cogliamo l’attimo, che spesso riassume una vita, in cui i protagonisti scoprono ciò che potrebbero essere, o forse, ciò che non oseranno essere mai. Davanti ai nostri occhi, scorrono storie che ci appaiono nella loro più sconcertante intimità, come immagini proiettate con nettezza su una lastra radiografica. Un giovane fotografo parigino ritrae solo le palpebre di donne che stanno per sottomettersi a una chirurgia plastica; un impiegato giapponese scopre la sua strana affinità con i cactus, una modella lotta contro un tic che si porta dentro dall’infanzia, un’adolescente cerca in un’isola tropicale la Vera Solitudine, un collezionista di odori insegue la sua margherita nei bagni per signore. Maniacali, eccentrici o semplicemente troppo umani, i protagonisti di questi racconti a volte sembrano opporsi alla loro alterità, altre volte si abbandonano al loro amaro desiderio, portando però sempre su di loro l’oscuro fascino dell’anomalia. Perché, come sembra suggerirci l’autrice, è proprio in questa zona grigia, al confine tra l’armonia e la deformità, che risiede la vera bellezza.

Bestiario sentimentale, La Nuova Frontiera, 2018
Attraverso le storie dei loro animali, Guadalupe Nettel, racconta in maniera magistrale la vita di uomini e donne fragili, consumati da amori non corrisposti, colti nei momenti più importanti e delicati della vita in cui decisioni irrevocabili possono cambiare il corso di un’esistenza.
Nei cinque racconti di “Bestiario sentimentale” la vita degli animali, governata dagli istinti e dalle leggi implacabili della natura, si fa specchio delle relazioni tra esseri umani. Così, osservando la silenziosa esistenza dei pesci combattenti, una donna si trova a fare i conti con la crudeltà che nasce in un rapporto di coppia agli sgoccioli. Una casa invasa dagli scarafaggi diventa teatro di una guerra tra specie in cui si rispecchiano i conflitti familiari. Una gatta e la sua cucciolata offrono l’occasione per riflettere sulla maternità, quando è desiderata e quando non lo è. Un fungo e una vipera svelano rispettivamente il misterioso legame che unisce due amanti e il dolore di una passione impossibile. Attraverso le storie dei loro animali, Guadalupe Nettel, racconta in maniera magistrale la vita di uomini e donne fragili, consumati da amori non corrisposti, colti nei momenti più importanti e delicati della vita in cui decisioni irrevocabili possono cambiare il corso di un’esistenza: mancarsi per un soffio, ritrovarsi o perdersi per sempre.

LA TRADUTTRICE
In Italia tutte le opere della Nettel sono state tradotte da Federica Niola
Fedeica Niola (Torino, 1971) è cresciuta tra l’Italia e la Spagna e si è laureata in Storia dell’America Latina alla facoltà̀ di Lingue di Torino, dove abita.

Qui trovate una interessante intervista alla Niola proprio in riferimento alla traduzione de “La figlia unica”

VIDEO E INTERVISTE

Nel video seguente un’intervista della Nettel sottotitolata in italiano da parte della scrittrice Chiara Valerio, nell’ottobre del 2020

Nel video seguente Nettel ospite online a Book City 2021 dialoga con Ilaria GAspari

Qui infine una esaustiva presentazione del libro “La figlia unica” da parte di Emilia Perassi professoressa di lingua e lettarature ispano-americane al Dipartimento di Lingue, Letterature, Culture e mediazioni dell’Università degli Studi di Milano