“La vita davanti a sé” (titolo originale: La vie devant soi) è un romanzo dello scrittore francese Romain Gary, scritto sotto lo pseudonimo di Émile Ajar. Pubblicato il 14 settembre 1975 da Mercure de France, ha ottenuto il premio Goncourt nello stesso anno malgrado Gary avesse già vinto lo stesso premio quasi vent’anni prima con Le radici del cielo. Al momento dell’assegnazione infatti non si conosceva ancora l’identità dell’autore nascosto dallo pseudonimo, anche se qualcuno aveva ventilato l’ipotesi fosse lo stesso Gary. Il premio non è mai stato revocato. La rivelazione dell’identità di Ajar avverrà postuma con il libro “Vita e morte di Émile Ajar”, scritto da Romain Gary prima dell’estremo gesto. Il libro è disponibile nel catalogo di Fondazione per Leggere
L’incipit
“Per prima cosa vi posso dire che abitavamo al sesto piano senza ascensore e che per Madame Rosa, con tutti quei chili che si portava addosso e con due gambe sole, questa era una vera e propria ragione di vita quotidiana, con tutte le preoccupazioni e gli affanni. Ce lo ricordava ogni volta che non si lamentava per qualcos’altro , perché era anche ebrea. Neanche la sua salute era un granchè e vi posso dire fin d’ora che una donna come lei avrebbe meritato un ascensore”
L’autore
Nato a Vilnius in Lituania figlio di Arieh Leib Kacew e di Mina Owczyńska, Romain Gary arrivò in Francia, a Nizza, all’età di 13 anni. Dopo avere studiato giurisprudenza a Parigi, si arruolò nell’aviazione e raggiunse la “Francia libera” (l’organizzazione di resistenza fondata da Charles de Gaulle) nel 1940 e vi prestò servizio nelle Forces aériennes françaises libres. Terminò la guerra come “compagnon de la Libération” e decorato con la Legion d’onore. Dopo la fine delle ostilità, intraprese una carriera di diplomatico al servizio della Francia. Negli anni cinquanta soggiornò a lungo a Los Angeles (California) come Console generale di Francia.
Fu il marito prima della scrittrice Lesley Blanch e poi dell’attrice americana Jean Seberg, dalla quale divorziò. Poco più di un anno dopo il suicidio di questa (settembre 1979, per ingestione di barbiturici), profondamente depresso per il sopraggiungere della vecchiaia, si diede la morte sparandosi alla tempia, dopo aver avuto cura d’indossare una vestaglia rosso vermiglio perché il sangue non si notasse troppo.
Dopo la sua morte si scoprì che, sotto lo pseudonimo di Émile Ajar, era l’autore di quattro romanzi la cui paternità era stata attribuita ad un suo parente, Paul Pavlovitch, il quale aveva sostenuto il ruolo di Ajar di fronte alla stampa e all’opinione pubblica. Si aggiunga che Ajar e Gary non furono i suoi soli pseudonimi; aveva infatti anche scritto un romanzo poliziesco-politico, Le Teste di Stéphanie, con il nome di Shatan Bogat e una allegoria satirica, L’uomo con la colomba, firmata Fosco Sinibaldi.
Grazie al suo spirito di mistificazione (Gary e Ajar significano rispettivamente “brucia!” e “brace” in russo; alcune frasi si trovano identiche negli scritti di entrambi gli autori), Romain Gary fu l’unico scrittore a ottenere due volte il Premio Goncourt. La prima volta nel 1956 con il suo pseudonimo usuale, per Le radici del cielo, e la seconda volta nel 1975 con lo pseudonimo di Émile Ajar, per La vita davanti a sé.
Un riassunto di questa incredibile vicenda in questo articolo che vi consiglio assolutamente di leggere perché dimostra che spesso la vita si rivela più romanzesca di un libro
https://www.ilfoglio.it/cultura/2021/04/05/news/romain-gary-il-genio-che-voleva-sempre-essere-qualcun-altro-2134689/
Romain Gary girò anche due film, di cui fu sia regista che sceneggiatore, che non riscossero molto successo. “Les oiseaux vont morir au Perou” (1968) e “Police Magnum Kill!” (1972)
Qui trovate tutti i libri di e su Romain Gary presenti nel catalogo di Fondazione per Leggere
https://catalogo.fondazioneperleggere.it/opac/search/lst?q=romain+gary
Qui invece trovate un podcast di Radiorai di circa 30 minuti che ci racconta nel dettaglio la figura di Gary
http://www.radio.rai.it/podcast/A45734318.mp3
L’ambientazione: Belleville
Il romanzo è ambientato nel quartiere di Belleville situato nel XX arrondisment di Parigi nella zona orientale della città; si trova a ridosso del cimitero del Pére-Lachaise. Da sempre quartiere operaio e multietnico negli ultimi anni ha subito un’opera di gentrificazione che lo ha imborghesito
Qualcuno di voi lo conoscerà sicuramente perché è anche il luogo dove sono ambientati i romanzi di Daniel Pennac del ciclo di Malaussène (Il paradiso degli orchi, La fata carabina, La prosivendola, Sinor Malaussène, Ultime notizie dalla famiglia La passione secondo Thérèse, Il caso Malaussène).
Su youtube è presente un documentario che ci restituisce l’immagine del quartiere a metà anni Sessanta, quindi poco prima del romanzo; è in francese e fatto per lo più di interviste quindi consigliato solo a chi mastica la lingua; ogni tanto compaiono però scorci del quartiere all’epoca
Sempre su youtube digitando “Bellivelle Paris” troverete vari filmati amatoriali che ci restituiscono immagini del quartiere odierno
La trama
È la storia di un amore materno in un condominio della periferia francese dove non contano i legami di sangue e le tragedie della storia svaniscono davanti alla vita, al semplice desiderio e alla gioia di vivere. Un romanzo toccato dalla grazia, in cui l’esistenza è vista e raccontata con l’innocenza di un bambino, per il quale le puttane sono «gente che si difende con il proprio culo», e «gli incubi sogni quando invecchiano».
Momò è un bambino che viene cresciuto da Madame Rosa in un appartamento al sesto piano di un palazzo nel quartiere multietnico di Belleville, a Parigi. La donna, un’anziana ebrea reduce da Auschwitz, si occupa di crescere i figli di prostitute che per legge non possono tenerli con sé. Momò sembra un caso a parte; proviene da una famiglia musulmana e sua madre, a differenza delle altre, non si presenta mai e intorno alla sua origine sembra che tutti intorno a lui mantengano il mistero. Tutti i mesi Madame Rosa riceve un vaglia per il suo mantenimento.
Audiolibro
In Italia è stato pubblicato dalla casa editrice Emons un audiolibro del romanzo letto dall’attore Marco D’Amore (l’interprete di Ciro nel serial Gomorra). E’ dipsonibile nel catalogo di Fondazione per Leggere
Film
Del libro esistono due riduzioni cinematografiche che hanno lo steso titolo del libro
Il primo film del 1977 è una produzione francese con la regia dell’israeliano Moshé Mizrahi. Madame Rose è interpretata splendidamente da Madame SIgnoret che per questo film nel 1978 vincerà il premio Cesar come migliore attrice protagonista e il David di Donatello come miglior attrice straniera. Il film vince l’oscar come miglior film straniero nel 1978.
L’edizione integrale del film è presente su youtube in lingua originale francese con sottotitoli in inglese
Il secondo del 2020 è una produzione italiana che vede nel ruolo di Madame Rose la grandissima Sofia Loren; alla regia il figlio della Loren ( e del magentino Carlo ponti), Edoardo Ponti . Ponti nel suo primo lungometraggio “Cuori estranei” (2002) aveva già diretto la madre. Questa nuova versione cinematografica vede modificata l’ambientazione originale: da Parigi si passa a Bari. Al piccolo Momò viene attribuita origine senegalese, così da poter affrontare nel corso del film il tema degli odierni conflitti interculturali
Anche la Loren ha vinto il David di Donatello per questo film. La canzone originale scritta per il film da Diane Warren e Laura Pausini “Io sì” ha vinto il Golden Globe.
Il film non è stato distribuito in sala, causa pandemia, bensì direttamente sulla piattaforma Netflix dove è ancora presente.
Fumetto/Illustrazione
Il talentuoso autore Manuele Fior (le sue graphic novel sono consigliatissime dal bibliotecario), italiano ma residente a Parigi e attivo nel mercato del fumetto francese, è stato chiamato da Gallimard ha illustrare con il suo tratto il romanzo. Questa versione illustrata è stata pubblicata da Neri Pozza.
Qui un’intervista a Fior a riguardo di questa edizione
Teatro
L’attore Silvio Orlando durante la consegna del «Premio Nazionale di Letteratura Neri Pozza» ha proposto una lettura speciale di acluni passi del romanzo in una lettura speciale; la lettura si è poi trasformato in un breve monologo proposto nella trasmissione rai “Ricomincio da tre”
Orlando ha poi deciso di trasformare il monologo in una piece teatrale che porterà nei prossimi mesi a teatro; a Milano fara tappa a partire da fine gennaio 2022 al teatro Franco Parenti
https://teatrofrancoparenti.it/spettacolo/la-vita-davanti-a-se/