Ecco i libri di cui si è parlato nell’incontro del silent book club di sabato 20 aprile 2024

Burhan Sönmez, PIETRA E OMBRA, Nottetempo
In “Pietra e ombra” Burhan Sönmez costruisce abilmente un mosaico narrativo le cui tessere, disseminate nel tempo, si incastrano man mano intorno al centro del racconto, la storia dell’intagliatore di lapidi Avdo Usta, che inanella attorno a sé la catena dei destini incrociati di molte altre vite: quelle della donna amata, dell’Uomo dai Sette Nomi, del Marinaio Biondo, della cantante di Istanbul, della giovane Reyhan scampata alla persecuzione politica, del sottotenente che scrive il suo diario nelle trincee di una guerra fratricida… Esistenze che si intrecciano in modi spesso segreti con quella di Avdo, fatta di pietra e ombra: le pietre che intaglia nel cimitero di Istanbul, i contrafforti rocciosi della città in cui è nato, i marmi bizantini e ottomani che si mescolano nelle rovine della storia turca; e l’ombra dell’albero di Giuda sotto il quale è seppellita la donna che ha segnato il suo destino, l’ombra delle notti percorse dal canto della civetta, l’ombra del tempo che proietta fantasmi sul passato e sul futuro, in attesa di sciogliere i nodi che legano sottotraccia le cose e le persone, i momenti e i luoghi, le morti e le nascite, dipanando il filo nascosto nella trama del racconto.

Dario Ferrari, LA RICREAZIONE É FINITA, Sellerio
Marcello è un trentenne senza un vero lavoro, resiste ai tentativi della fidanzata di rinsaldare il legame e cerca di prolungare ad libitum la sua condizione di post-adolescente fuori tempo massimo. La sua sola certezza è che vuole dirazzare, cioè non finire come suo padre a occuparsi del bar di famiglia. Per spirito di contraddizione, partecipa a un concorso di dottorato in Lettere, e imprevedibilmente vince la borsa. Entra così nel mondo accademico e il suo professore, un barone di nome Sacrosanti, gli affida come tesi un lavoro sul viareggino Tito Sella, un terrorista finito presto in galera e morto in carcere, dove però ha potuto completare alcuni scritti tra cui le Agiografie infami, e dove si dice abbia scritto La Fantasima, la presunta autobiografia mai ritrovata. Lo studio della vita e delle opere di Sella sviluppa in lui una specie di identificazione, una profonda empatia con il terrorista-scrittore: lo colpisce il carattere personale, più che sociale, della sua disperazione. Contemporaneamente sperimenta dal di dentro l’università: gli intrighi, le lotte di potere tra cordate e le pretestuose contrapposizioni ideologiche, come funziona una carriera nell’università, perfino come si scrive un articolo «scientifico» e come viene valutato. Si moltiplicano così i riferimenti alla vita e alla letteratura di Tito Sella, inventate ma ironicamente ricostruite nei minimi dettagli; e mentre prosegue la sarcastica descrizione della vita universitaria, il racconto entra nella vita quotidiana di Marcello e nelle sue vitellonesche amicizie viareggine. Realtà sovrapposte, in cui si rivelano come colpi di scena delle verità sospese. Che cosa contiene l’archivio Sella, conservato nella Biblioteca Nazionale di Parigi? Perché il vecchio luminare Sacrosanti ha interesse per un terrorista e oscuro scrittore? E che cosa racconta, se esiste, La Fantasima, l’autobiografia perduta? La ricreazione è finita è un’opera che si presta a significati e interpretazioni molteplici. Un narrato in cui si stratificano il genere del romanzo universitario – imperniato dentro l’artificioso e ossimorico mondo dell’accademia -, con il romanzo di formazione; il divertimento divagante sui giorni perduti di una generazione di provincia, con la riflessione, audace e penetrante, sulla figura del terrorista; e il romanzo nel romanzo, dove l’autore cede la parola all’autobiografia del suo personaggio.

Goldie Golbloom, MADRE, Playground
Surie Eckstein è una cinquantasettenne, madre di dieci figli, che vive a New York, membro della comunità chassidica di Williamsburg (quartiere di Brooklyn), che rifiuta il mondo secolarizzato per condurre la stessa vita che si conduceva un tempo nei gruppi di ebrei ortodossi dell’Europa orientale. I seguaci dello chassidismo si vestono con abiti tradizionali, parlano esclusivamente in yiddish e non hanno televisori, cellulari o computer nelle loro case private. Gli uomini studiano la parola di Dio e le donne allevano famiglie numerosissime. Nella sua vita, scandita dalle attività domestiche, dalle feste e dai riti tradizionali, Surie scopre, ed è uno shock, di essere di nuovo incinta a un’età nella quale la comunità le chiede di essere nonna e non madre, un’età nella quale il sesso è negato e considerato innaturale. Temendo le conseguenze familiari e sociali di quella gravidanza “inappropriata”, Surie la nasconde sia al marito che ai figli. Scopre così la forza devastante del segreto, la stessa forza che doveva aver conosciuto suo figlio Lipa, allontanatosi dalla comunità perché gay. La gravidanza diventa così l’occasione anche per riflettere su quella vicenda tragica, spingendo Surie a opporre alla rigidità delle regole della comunità le ragioni “del cuore”, e restituendo così al ruolo, e ai sentimenti, di madre un tratto libertario

Kirk Wallace Johnson, LADRO DI PIUME, Nutrimenti
Un’inchiesta sulla rapina più bizzarra del secolo si trasforma in un viaggio sulle tracce di una passione, di un’ossessione che corre lungo la storia e spinge un musicista americano a rapinare 299 pelli di uccelli da un museo di storia naturale britannico. Un’indagine, nel tempo e nello spazio, che racconta un mondo incredibile e per lo più sconosciuto: quello degli appassionati e dei venditori di piume. In pochi, del resto, sanno che il carico più prezioso trasportato nelle stive del Titanic, quando andò a fondo nel 1912, erano proprio 40 casse di piume.

Marco Malvaldi, LA BRISCOLA IN CINQUE, Sellerio
La rivalsa dei pensionati. Da un cassonetto dell’immondizia in un parcheggio periferico, sporge il cadavere di una ragazza giovanissima. Siamo in un paese della costa intorno a Livorno, l’immaginaria Pineta, “diventata località balneare di moda a tutti gli effetti, e quindi la Pro Loco sta inesorabilmente estinguendo le categorie dei vecchietti rivoltandogli contro l’architettura del paese: dove c’era il bar con le bocce hanno messo un discopub all’aperto, in pineta al posto del parco giochi per i nipoti si è materializzata una palestra da body-building all’aperto, e non si trova più una panchina, solo rastrelliere per le moto”. L’omicidio ha l’ovvio aspetto di un brutto affare tra droga e sesso, anche a causa della licenziosa condotta che teneva la vittima, viziata figlia di buona famiglia. E i sospetti cadono su due amici della ragazzina nel giro delle discoteche. Ma caso vuole che, per amor di maldicenza e per ammazzare il tempo, sul delitto cominci a chiacchierare, discutere, contendere, litigare e infine indagare il gruppo dei vecchietti del BarLume e il suo barista. In realtà è quest’ultimo il vero svogliato investigatore. I pensionati fanno da apparato all’indagine, la discutono, la spogliano, la raffinano, passandola a un comico setaccio di irriverenze. Sicché, sotto all’intrigo giallo, spunta la vita di una provincia ricca, civile, dai modi spicci e dallo spirito iperbolico, che sopravvive testarda alla devastazione del consumismo turistico modellato dalla televisione.

Guadalupe Nettel, LA VITA ALTROVE, La nuova frontiera
All’improvviso, quando meno se lo aspettano, i protagonisti di questo libro si ritrovano scacciati dalle loro vite. A volte è per ragioni di cuore, altre di lavoro o familiari, spesso semplicemente per caso: la realtà viene drasticamente sovvertita e sono costretti ad adattarsi a circostanze inaspettate, a navigare senza bussola in acque sconosciute. Una ragazza incontra in ospedale un parente misteriosamente bandito dalla famiglia; un attore, in piena crisi professionale, si insinua nella vita di un rinomato collega; una donna vive in un mondo in agonia, dove l’unica consolazione è rifugiarsi nel sonno; un uomo crede di scoprire la soluzione al suo logoro matrimonio in una stradina solitaria. Anche la famiglia, con le sue logiche spesso sfuggenti, i suoi piccoli e grandi tradimenti, i suoi segreti e le aspettative è una costante di questi otto racconti. Come pure il mondo animale e il mondo vegetale che, in un continuo dialogo, fanno da contraltare a quello degli umani. Con la precisione e l’estro di un funambolo, Nettel si muove tra reale e fantastico, riuscendo ancora una volta a rivelare la natura strana e inquietante della realtà che ci circonda.

Ernesto Ferrero, ITALO, EInaudi
Chi era veramente Italo Calvino? «Non troverete nulla», rispondeva a chi cercava di scavare nella sua storia intima e biografica, fedele all’immagine dello scrittore appartato, del Barone rampante che vive sugli alberi: l’inafferrabile che voleva essere soltanto una mano che scrive. Eppure Ernesto Ferrero dimostra, con l’empatia del suo sguardo, come si possano illuminare dall’interno gli intrecci segreti tra la vita e l’opera di uno dei grandi del Novecento. In occasione del centenario della nascita di Italo Calvino, Ernesto Ferrero ci offre un ritratto dello scrittore dietro le quinte, nei tratti caratteriali meno noti, nei risvolti privati, lungo i vent’anni di vicinanza e lavoro comune in Einaudi. E lo fa con quel tono di voce che ha già saputo incantarci nei “Migliori anni della nostra vita” o nel recente “Album di famiglia”. Prendono vita i rapporti di Calvino con i genitori, l’importanza dell’imprinting famigliare, la passione per i fumetti e il gusto del disegno, l’amicizia con Eugenio Scalfari, i soprassalti della guerra partigiana, le passioni del dopoguerra, il legame con la Liguria, gli amori, tra cui il capitolo della relazione con Elsa De’ Giorgi, fin qui poco studiato. E poi il lavoro quotidiano, con i suoi piccoli segreti, in Einaudi e nelle redazioni dei giornali, l’incontro con Hemingway a Stresa, la visita a Silvana Mangano e Vittorio Gassman sul set di “Riso amaro”. E ancora il trauma dell’invasione sovietica in Ungheria e il progressivo distacco dal Pci e dalla politica militante, il viaggio in America, il matrimonio con Chichita Singer e le gioie della paternità con la nascita della figlia Giovanna, le decisive letture scientifiche, incontri-chiave (Perec, Barthes, Queneau), la fascinazione delle immagini, la scoperta dello strutturalismo e i soggiorni nelle metropoli come in altrettanti romitaggi, da Parigi a Roma, sino all’approdo ideale nella pineta toscana di Roccamare, dove scrive le “Lezioni americane”. L’insulare Calvino sembra sempre altrove, ma rimane a stretto contatto con il proprio tempo. Il filo che si snoda lungo la biografia è fittamente intrecciato all’opera e ne illumina dall’interno la genesi e gli sviluppi, il metodo di lavoro, sempre sostenuto da una forte tensione etica, sperimentale e progettuale. Perfino il radicale disincanto degli ultimi anni non impedisce a Calvino di dare spazio a tutto quello che non è inferno, di reinventare se stesso e nuovi modi di fare letteratura. Con il suo approccio confidenziale e una scrittura che mira a raggiungere una fusione tra il «romanzo» biografico e il saggio critico privo di connotazioni specialistiche, Ernesto Ferrero ci aiuta così a capire meglio una delle figure più amate della nostra letteratura.

Niall Williams, QUESTA È LA FELICITÀ, Neri Pozza
La pioggia è cessata. Nessuno, nel piccolo e dimenticato villaggio di Faha, ricorda quando è iniziata. Sulla costa occidentale irlandese la pioggia è una condizione esistenziale: scende diritta e di sghimbescio, presentandosi in veste di pioggerella, di acquerugiola, di bruma, di acquazzoni frequenti e di nebbia bagnata; arriva a ogni ora del giorno e della notte, in tutte le stagioni, senza badare al calendario né alle previsioni meteorologiche, tramutando il suolo in fango e l’aria in una cortina. Ma ora che non piove piú, nessuno sembra essersene accorto. Forse perché è successo subito dopo le tre del Mercoledí Santo, e l’intera parrocchia è stipata nella chiesa di Santa Cecilia, dove Padre Coffey, il viceparroco, pallido e sottile come un’ostia, sta annunciando l’arrivo dell’elettricità. Faha è infatti un luogo in cui, settantotto anni dopo l’accensione della prima lampada ad arco davanti agli uffici del Freeman’s Journal di Princes Street a Dublino, e a settant’anni da quando è stata inaugurata l’illuminazione elettrica delle strade, manca ancora l’elettricità. Quel pomeriggio il diciassettenne Noel Crowe, arrivato in treno da Dublino per trascorrere le vacanze nella casa dei nonni Doady e Ganga, si affaccia alla soglia in quei primi istanti di cessazione della pioggia, ed è allora che scorge un uomo entrare in cortile a passo vivace, con una piccola valigia al fianco. Noel non può saperlo, ma quello straniero lascerà un’impronta profonda nella sua vita, allo stesso modo in cui l’elettricità è destinata a stravolgere un mondo che per secoli è rimasto sempre uguale a se stesso.

Chiara Valerio, CHI DICE E CHI TACE, Sellerio
Un golfo dalla linea morbida, una lunga spiaggia di sabbia che corre parallela alla via Appia tra due colline, il Monte d’Oro e il Monte d’Argento. Un lungomare pieno di oleandri scandito da stabilimenti colorati e a volte sbiaditi, ognuno diverso dall’altro: la Tintarella, il Lido Delfini, il Lido del Pino, il Lido Maria, e molti altri. E poi la pizzeria Lu Rusticone, il bar Luccioletta, due chiese, una sola vera piazza. Poco più a sud scorre il fiume Garigliano e inizia la Campania. Subito a nord ci sono Formia, Gaeta, Sperlonga; in meno di due ore si arriva a Napoli e a Roma. Scauri, nel Lazio, sul Tirreno, seimila residenti nei mesi invernali e centomila nei mesi estivi. Un paese né bello né brutto, ma con una sua grazia scomposta. Qui ha scelto di vivere Vittoria, che è morta nella sua vasca da bagno. È stato uno stupido incidente. L’avvocato Lea Russo, un marito e due figlie, è sempre stata affascinata da Vittoria. Una donna distante ma curiosa, accogliente ed evasiva; nel parlare ha un fatalismo che lascia sgomenti. Era arrivata a Scauri con la sua risata che cominciava bassa e finiva acuta, aveva comprato una casa nella quale tutti potevano entrare e uscire, non aveva mai litigato con nessuno, non aveva mai cambiato taglio di capelli. Viveva con Mara, forse l’aveva adottata, forse l’aveva rapita, si dicevano tante cose. Ora Vittoria è morta per uno stupido incidente in una vasca da bagno, e Lea Russo non ne è convinta. Lea non vuole più accontentarsi di ciò che ha avuto sempre davanti agli occhi. Vuole capire come è morta Vittoria, e chi era davvero. Il primo romanzo per Sellerio di Chiara Valerio segna una traiettoria narrativa inedita.

Christian Mascheroni, NON AVERE PAURA DEI LIBRI, Hacca
«Sono qui per raccontarvi la storia della meravigliosa metamorfosi del libro che avete tra le mani. Questo è un libro speciale, per numerose ragioni. Inizio a dirvene tre. Perché al suo interno contiene innumerevoli libri. Perché è il memoir di un lettore incantato che, sogno dopo sogno, ferita dopo ferita, da bambino si trasforma in uomo adulto. Perché ha il potere di ricordarci – ridendo di gioia, piangendo di commozione, gridando con forza – che noi non siamo solo ciò che mangiamo: siamo anche quello che leggiamo (e quindi bisognerebbe fare attenzione a ciò che si legge come si fa per il cibo che si mette in bocca). Siamo tutte le vite dei personaggi che abbiamo amato. Nel nostro sangue scorrono brani di libri». [Chicca Gagliardo]

Chris MCGeorg, CENA CON DELITTO AL CASTELLO DI BALMORAL, Piemme
È il giorno di Natale, la tavola è imbandita e la famiglia reale britannica si appresta a festeggiare. Le tradizioni sono dure a morire. E così, anche quest’anno, nonostante il peggior maltempo che si sia mai visto, la Royal Family è riunita al castello scozzese di Balmoral. Mentre fuori infuria una terribile tempesta di neve, che ha isolato completamente il castello, il vecchio re Eric ospita alla sua lunghissima tavola sette membri del clan dei Windsor. Insieme a loro ci sono solo lo chef Jonathan Alleyne e l’immancabile capo della security Tony Speck: nessun altro, neanche un domestico, è ammesso ai festeggiamenti. Forse perché sono festeggiamenti un po’ speciali: il re Eric ha deciso, infatti, che è giunto il momento di designare il suo successore. Darà l’annuncio a pranzo finito, durante il tradizionale brindisi… Peccato che, al primo sorso di quello che doveva essere un whisky ben invecchiato, il re stramazzi a terra. Morto sul colpo. Qualcuno ha deciso di farlo fuori, e quel qualcuno non può che essere lì, bloccato dalla neve a Balmoral. Addio atmosfera di Natale: nonostante gli stomaci pieni, al castello comincia un’indagine serrata di tutti contro tutti, capeggiata dallo chef, in cui nessuno è esente dal sospetto. Un brillante, irresistibile, scoppiettante giallo natalizio che vi terrà incollati alle pagine, mentre i membri di una famiglia reale alternativa, ma non per questo meno reale, ognuno con i suoi segreti e le sue stranezze, si accusano a vicenda di un omicidio che ha un solo colpevole. Un colpevole intrappolato a Balmoral insieme a tutti loro.

Elizabeth Strout, OLIVER KITTERIDGE, Fazi
In un angolo del continente nordamericano c’è Crosby, nel Maine: un luogo senza importanza che tuttavia, grazie alla sottile lama dello sguardo della Strout, diviene lo specchio di un mondo più ampio. Perché in questo piccolo villaggio affacciato sull’Oceano Atlantico c’è una donna che regge i fili delle storie, e delle vite, di tutti i suoi concittadini. È lì che vive Kitteridge, un’insegnante in pensione che, con implacabile intelligenza critica, osserva i segni del tempo moltiplicarsi intorno a lei, tanto che poco o nulla le sfugge dell’animo di chi le sta accanto: un vecchio studente che ha smarrito il desiderio di vivere; Christopher, il figlio, tirannizzato dalla sua sensibilità spietata; un marito, Henry, che nella sua stessa fedeltà al matrimonio scopre una benedizione, e una croce. E ancora, le due sorelle Julie e Winnie: la prima, abbandonata sull’altare ma non rassegnata a una vita di rinuncia, sul punto di fuggire ricorderà le parole illuminanti della sua ex insegnante: «Non abbiate paura della vostra fame. Se ne avrete paura, sarete soltanto degli sciocchi qualsiasi». Con dolore, e con disarmante onestà, in «Olive Kitteridge» si accampano i vari accenti e declinazioni della condizione umana – e i conflitti necessari per fronteggiarli entrambi. E il fragile, sottile miracolo di un’altissima pagina di storia della letteratura, regalataci da una delle protagoniste della narrativa americana contemporanea, vincitrice, grazie a questo “romanzo in racconti”, del Premio Pulitzer 2009.