Ecco i libri letti e di cui si è parlato nell’incontro del Silent Book Club di sabato 26 novembre 2022 (in copertina dipinto di Albert Edelfelt)

Sun Tzu, L’ARTE DELLA GUERRA
Il modo migliore per essere certi di vincere una guerra è assicurarsi la vittoria ancora prima di iniziare a combattere: questo è il principio fondante dell’Arte della guerra, con ogni probabilità il più antico manuale strategico della storia (VI secolo a.C.). Un obiettivo raggiungibile studiando i punti di forza e di debolezza dell’avversario, mantenendo la consapevolezza dei propri limiti ma anche la fiducia nella propria forza, sorprendendo continuamente il nemico. E, prima di ogni altra cosa, controllando le informazioni, perché grazie alla conoscenza il destino della battaglia può davvero essere scritto prima che lo scontro cominci. L’essenzialità del messaggio e l’efficacia del magistero di Sun Tzu hanno fatto dell’Arte della guerra un testo di culto per chiunque voglia raggiungere un obiettivo nella vita o nel lavoro, dal manager al generale, dallo sportivo all’artista.

Georgette Heyer, FALENA NERA
Jack Carstares, conte di Wyncham, aveva lasciato l’Inghilterra sette anni prima, scegliendo di sacrificare il proprio onore per salvare quello del fratello, accusato di aver barato a carte. Ora è tornato e, indossati i panni del bandito mascherato, imperversa per le campagne, derubando i ricchi viaggiatori aristocratici. Finché un giorno non incontra il responsabile delle sue sciagure: Hugh Tracy Clare Belmanoir, duca di Andover. Malvagio e crudele, l’aristocratico libertino ha organizzato il rapimento di miss Diana Beauleigh, ma Jack riesce a sventare il suo complotto e finisce per innamorarsi della fanciulla. Sul loro amore però incombe l’ombra della Falena Nera…

Kurt Vonnegut, MATTATOIO N. 5
Vonnegut, americano di origine tedesca accorso in Europa, con migliaia di altri figli e nipoti di emigranti come lui, per liberarla dal flagello del nazismo, batté lande tedesche coperte di neve che il suo piede non aveva mai calcato. Fatto prigioniero durante la battaglia delle Ardenne, ebbe la ventura di assistere al bombardamento di Dresda da un osservatorio decisamente sconsigliabile alle persone deboli di cuore: l’interno di una grotta scavata nella roccia sotto un mattatoio, adibita a deposito di carni, nelle viscere della città. Alla fine del bombardamento, che fu uno dei più terribili e sanguinosi nella storia della guerra, quando Vonnegut uscì all’aperto, al posto di una delle più belle città del mondo c’era un’ondulata distesa di macerie sopra un numero incalcolabile di morti. Da questa dura e incancellabile esperienza nacque Mattatoio n. 5 o La crociata dei bambini, storia semiseria di Billy Pilgrim, americano medio affetto da un disturbo singolare (“ogni tanto, senza alcuna ragione apparente, si metteva a piangere”) e in possesso di un segreto inconfessabile: la conoscenza della vera natura del tempo. Tutto è, è sempre stato e sempre sarà, passato e futuro sono sempre esistiti e sempre esisteranno, nulla dipende dalla volontà dell’uomo. “Prenda la vita momento per momento,” dice a Billy Pilgrim l’ultraterrestre che un bel giorno d’estate lo rapisce col suo disco volante, “e vedrà che siamo, tutti, insetti in un blocco d’ambra.”

Naja Marie AIdt, SE LA MORTE TI HA TOLTO QUALCOSA TU RESTITUISCILO. IL LIBRO DI CARL
Si può raccontare il più atroce dei dolori, la perdita di un figlio? Forse no. Nel marzo del 2015, la poetessa danese Naja Marie Aidt riceve una telefonata. Carl, il figlio venticinquenne, è morto. Non si sa né come né perché: la madre e il lettore non riescono a fronteggiare l’angoscia che li travolge. Un incidente, un malore, un suicidio? Di pagina in pagina l’autrice mette ordine nella propria disperazione, raccontando cosa è accaduto al ragazzo. È il viaggio di una madre dentro di sé, un viaggio alla scoperta della morte. Un esercizio di consapevolezza di natura maieutica: dare alla luce la morte di una persona a cui si è data la vita. Come si può? La prima reazione della poetessa è il silenzio. La sua penna si inaridisce. Compone linee scarne, rifiuta le maiuscole e la punteggiatura, ricopia lemmi e definizioni dal vocabolario, riporta versi e stralci di grandi autori del passato che sono sopravvissuti a lutti devastanti: da Cicerone a Mallarmé, da Whitman a Roubaud. E così, a poco a poco, qualche lettera riempie il vuoto. La disposizione delle parole sulla pagina si fa sempre più ordinata e il lettore apprende ciò che è accaduto. Un libro che ha raggiunto decine di migliaia di lettori, ottenendo nel 2020 il Gran Premio dell’Accademia di Danimarca

Valentina Macchiarulo, LEGGERA COME LEI
“Leggera come lei” parte da un oggetto che ogni donna possiede e da qui, da questo semplice oggetto e da quel che ne contiene, l’autrice riesce a sviscerare una disamina personale, senza dubbio, ma che abbraccia l’esperienza e il vissuto delle donne in generale. Chi più, chi meno, tutti – leggendo questo libro – possono rivedere un po’ di se stesse.
Francesco Guglieri, LEGGERE LA TERRA E IL CIELO. LETTERATURA SCINETIFICA PER NON SCIENZIATI
Là fuori (o dentro di noi: il cervello umano è la struttura più complessa dell’universo) ci sono realtà tanto vaste, complicate, sfuggenti che un osservatore non specialista può solo sentirsi disorientato. Dimensioni subatomiche in cui la realtà bolle come una pentola d’acqua creando microscopici universi paralleli; oggetti cosmici così densi da modificare lo scorrere del tempo; stati della materia esistiti solo frazioni di secondo dopo il Big Bang ricreati nella periferia svizzera; ecosistemi dotati di intelligenza collettiva, creature preistoriche che sembrano uscite da un incubo di Stephen King, vulcani sottomarini in cui si è generata la vita, piante che comunicano tra loro, la nascita dell’uomo e la sua estinzione, la fine stessa del tempo… Lo smarrimento e l’incantamento che ci avvince al cospetto di fenomeni di questo tipo ce li hanno raccontati gli scienziati con i loro libri. Sono libri che richiedono attenzione, tempo, concentrazione. Sono lunghi (spesso) e complessi (quasi sempre), la densità delle informazioni che contengono, ma anche lo stupore e la vastità degli orizzonti che dischiudono, richiedono tempo. Tempo esclusivo. Continuato. Tempo ‘denso’, concentrato perché impone concentrazione, raccoglimento. Soffermiamoci un momento a riflettere: non è forse questa laica, occidentale, forma di meditazione sempre più rara? Eppure, come nota la scrittrice americana Annie Dillard: «Perché stiamo leggendo, se non nella speranza che la bellezza sia messa a nudo, la vita intensificata e il suo più profondo mistero sondato?». Non leggiamo forse nella speranza che ciò che incontreremo amplificherà la nostra percezione, allargherà il mondo in cui ci muoviamo, ispirerà saggezza e coraggio? Speriamo che ciò che leggiamo rimetta insieme i pezzi che siamo. E questo non è un’esclusiva del romanzo o della poesia. La scienza ci permette di accedere a orizzonti così vasti, misteriosi, strani, da costringerci quasi fisicamente alla concentrazione, al raccoglimento, alla messa a fuoco di ciò che ci appariva confuso. Francesco Guglieri scrive un libro in cui 20 classici della scienza tra i più rivoluzionari e amati sono letti come romanzi, perché dei romanzi possiedono la bellezza, la vertigine e il potere di cambiarci la vita. E nel dare un tributo alla curiosità infinita degli esseri umani, costruisce un personale atlante della meraviglia, che è anche uno straordinario antidoto alla malinconia.

Giovanni Arpino, LA SUORA GIOVANE
Sullo sfondo della Torino del 1950, tutta insegne FIAT e squilli di tromba nei cortili delle caserme, con il Po che scorre gonfio colore della terra, Antonio Mathis, impiegato quarantenne, uomo rispettabile ma senza qualità, privo di coraggio e di desideri, vive chiuso in una quotidianità insensata, tra una fidanzata del tutto priva di passione e futili, volgari colleghi d’ufficio. Ma da qualche mese cova un segreto indicibile dentro di sé. Sulla piattaforma del tram 21, ha incontrato lo sguardo di una suora giovane, piccola, bianca e rosa, di vent’anni, con cui instaura man mano un rapporto ambiguo, fatto di paure, attese, inseguimenti, esitazioni, presagi d’amore, in un crescendo perfettamente ossessivo. Arpino fa parlare Antonio Mathis in prima persona. Ma si scopre che è lei, Serena, questo è il nome della novizia, a tirare le fila della storia, con una incrollabile certezza di innocenza, con una astuzia infantile e contadina che ribalta il suo silenzio di mesi nella tintinnante loquacità di una notte.

Magda, Szabò, LA PORTA
È un rapporto molto conflittuale, fatto di continue rotture e difficili riconciliazioni, a legare la narratrice a Emerenc Szeredás, la donna che la aiuta nelle faccende domestiche. La padrona di casa, una scrittrice inadatta ad affrontare i problemi della vita quotidiana, fatica a capire il rigido moralismo di Emerenc, ne subisce le spesso indecifrabili decisioni, non sa cosa pensare dell’alone di mistero che ne circonda l’esistenza e soprattutto la casa, con quella porta che nessuno può varcare. In un crescendo di rivelazioni scopre che le scelte spesso bizzarre e crudeli, ma sempre assolutamente coerenti dell’anziana donna, affondano in un destino segnato dagli avvenimenti piú drammatici del Novecento. Pubblicato in Ungheria nel 1987, ma in qualche modo disperso negli anni della transizione politica, La porta è il romanzo che ha rivelato la piú grande scrittrice ungherese contemporanea.
Soma Morgenstein, IL FIGLIO DEL FIGLIO PERDUTO
Nella Vienna della fine degli anni Venti, il giovane Alfred Mohylewski, appassionato studente di architettura affidato alla guida illuminata del suo tutore, Dr Frankl, è di ritorno da un viaggio a Berlino quando gli viene proposto di assistere al congresso mondiale degli ebrei fedeli alla Legge che si tiene in quei giorni in città. Figlio di un ebreo convertito che si è lasciato la religione alle spalle, entrando in conflitto con la famiglia di origine, Alfred è curioso delle proprie radici e accetta subito l’invito: una decisione che gli permetterà di incontrare in circostanze del tutto casuali, oltre che molto avventurose, lo zio che non ha mai conosciuto. Welwel è il fratello di suo padre e viene dalla Galizia orientale, dove è proprietario dei vasti terreni di Dobropolje. Insofferente a mondanità e frivolezze e, soprattutto, alla borghesia ebraica assimilata, alla modernità di Vienna lo zio Welwel preferisce di gran lunga gli shtetl e le campagne, dove le tradizioni sono rimaste tali. Cosa lo ha spinto a percorrere tutta quella strada sul suo carro, da est a ovest, dai campi della Podolia – oggi Ucraina – alla capitale? In questo suo primo romanzo, parte di quella che è stata definita la migliore saga ebraica scritta in lingua tedesca, Soma Morgenstern ritrae nei dettagli un mondo che non c’è più, spazzato via dalle due grandi guerre. Le sue pagine, finalmente tradotte anche in italiano, restituiscono con ironia e grande realismo paesaggi rurali e scorci urbani, una galleria di personaggi eruditi e ingenui, eleganti e miserabili, la varia umanità di una società in bilico tra innovazione e conformismo, alla ricerca di un’identità che, pur rispettosa di regole e rituali, sia in armonia con la comunità di cui vuole essere parte integrante. Con una nota di Wlodek Goldkorn.

Carlo Sgorlon, REGINA DI SABA
Il bagliore di un incendio, una breve apparizione, una affascinante figura femminile. Un incontro che si ripeterà, che deve ripetersi: così sogna il ragazzo friulano già innamorato della sconosciuta. È l’inizio di una storia d’amore strana e sofferta, in bilico tra la sensualità di un’attrazione e lo sguardo violento di una natura incontaminata. Sgorlon, come soltanto un grande scrittore può, ha perfettamente imprigionato la passione tra un uomo e una donna in questo romanzo, pubblicato nel 1975. I due amanti non potranno più dimenticarsi, anche dopo molti anni, anche lontani da quella natura che li ha stregati, anche quando le decisioni da prendere diventeranno difficili.
Richard Paul Evans, IL LINGUAGGIO NASCOSTO DELLA VITA
Cosa faresti se in un solo istante perdessi tutto? La casa, il lavoro, la persona che ami? Quando la tragedia piomba nell’esistenza fino a quel momento perfetta di Alan Christoffersen il suo primo pensiero è di farla finita. Non ha più niente per cui vivere, tutto ciò che gli resta è il tubetto di pillole che stringe in mano… All’improvviso, come colto da un’illuminazione, Alan decide di non lasciarsi andare e di intraprendere un viaggio. Non un viaggio qualunque, ma una traversata a piedi degli Stati Uniti da Seattle, dove vive, al punto più lontano sulla mappa: Key West, Florida. Nelle persone che incontrerà lungo il cammino, nelle loro storie e nelle loro esperienze cercherà di ritrovare il significato della propria presenza nel mondo. Con “II linguaggio nascosto della vita”, Richard Paul Evans ha inaugurato una serie che seguirà Alan e le sue vicende, la sua strada.
Carlo Oliva, STORIA SOCIALE DEL GIALLO
Carlo Oliva ripercorre la storia del giallo e di molte delle sue sfumature, dalle origini a oggi, non come un fatto chiuso in sé o un’appendice pittoresca alla storia della letteratura europea o americana, ma in stretta relazione allo sviluppo delle problematiche socioculturali degli ultimi due secoli
Scott McCloud, CAPIRE, FARE E REINVENTARE IL FUMETTO
Tra il 1993 e il 2006, Scott McCloud ha scritto e disegnato tre saggi sul Fumetto, divenuti testi fondamentali non solo per chi lavora nel settore e che lo hanno consacrato come il massimo teorico della Nona arte. Con questa edizione, BAO Publishing raccoglie Capire il Fumetto, Reinventare il Fumetto e Fare Fumetto in un solo volume, in un’edizione curata e rigorosa, pensata per durare in eterno. Dalla natura della narrazione sequenziale, al potenziale rivoluzionario (a livello di contenuti e di mercato) del Fumetto, alle tecniche narrative più efficaci, questo libro è un tesoro dell’umanità, un’opera allo stesso tempo accessibile e profondissima, davvero illuminante.