IL LIBRO

“Il cardellino (The Goldfinch) è il terzo romanzo di Donna Tartt. In esso si raccontano le vicissitudini che il personaggio principale, Theo Decker, un ragazzino di tredici anni, è costretto ad attraversare, in seguito ad un evento assai traumatico (la morte della madre) che lo condizionerà per tutta la vita. Con questo libro l’autice ha vinto il Premio Pulitzer per la narrativa nel 2014

LA TRAMA

Figlio di una madre devota e di un padre inaffidabile, Theo Decker sopravvive, appena tredicenne, all’attentato terroristico che in un istante manda in pezzi la sua vita. Solo a New-York, senza parenti né un posto dove stare, viene accolto dalla ricca famiglia di un suo compagno di scuola. A disagio nella sua nuova casa di Park Avenue, isolato dagli amici e tormentato dall’acuta nostalgia nei confronti della madre, Theo si aggrappa alla cosa che più di ogni altra ha il potere di fargliela sentire vicina: un piccolo quadro dal fascino singolare che, a distanza di anni, lo porterà ad addentrarsi negli ambienti pericolosi della criminalità internazionale. Nel frattempo, Theo cresce, diventa un uomo, si innamora e impara a scivolare con disinvoltura dai salotti più chic della città al polveroso labirinto del negozio di antichità in cui lavora. Finché, preda di una pulsione autodistruttiva impossibile da controllare, si troverà coinvolto in una rischiosa partita dove la posta in gioco è il suo talismano, il piccolo quadro raffigurante un cardellino che forse rappresenta l’innocenza perduta e la bellezza che, sola, può salvare il mondo.

L’INCIPIT

“Quand’ero ancora ad Amsterdam, per la prima volta dopo anni sognai mia madre. Ero rimasto confinato nella mia stanza d’albergo per più di una settimana, terrorizzato all’idea di chiamare chicchessia o di mettere il naso fuori, il cuore che fremeva e sussultava anche al più innocuo dei rumori: il campanello dell’ascensore, l’andirivieni del carrello del minibar, persino i campanili delle chiese che scandivano le ore, de Westertoren, Krijtberg, un clangore dai contorni vagamente oscuri, come i presagi di sventura delle fiabe. Durante il giorno me ne stavo sul letto e mi sforzavo di decifrare le notizie in olandese alla TV (impresa impossibile, dal momento che non conoscevo una parola di olandese) e, quando rinunciavo, mi sedevo accanto alla finestra a fissare il canale, il cappotto di cammello gettato sui vestiti che indossavo, perché avevo lasciato New York in fretta e furia e le cose che avevo portato con me non erano abbastanza calde, nemmeno al chiuso. Fuori tutto era fermento e allegria. Era Natale, di sera le luminarie luccicavano sui ponti dei canali; dames en heren con le guance rosee, le sciarpe svolazzanti nel vento gelido, sferragliavano sull’acciottolato in sella alle biciclette, gli abeti legati ai portapacchi. Nel pomeriggio una piccola band amatoriale si esibiva in canti natalizi che indugiavano lievi e metallici nell’aria invernale”.

L’AUTRICE

Da Treccani Enciclopedia on line
Scrittrice statunitense (n. Greenwood, Mississippi, 1963). Ha esordito nella scrittura con il romanzo The segret history (1992; trad. it. Dio di illusioni, 1992), giallo atipico e opera prima di grande spessore che, tradotta in ventitré lingue, ha venduto cinque milioni di copie in tutto il mondo divenendo un clamoroso successo editoriale. In essa  si danno già come enucleate le cifre stilistiche di T.: l’abilità nel costruire trame narrative intricate ma credibili, una capacità affabulatoria in grado di mantenere costante la tensione pur nell’apparente stagnazione degli eventi e un senso tragico della vita come percorso che non può riscattarsi dai suoi traumi. Questi temi hanno sostanziato anche il successivo The little friend (2002; trad. it. 2003), romanzo per ragazzi ma rivolto agli adulti intriso di un profondo pessimismo e di una dirompente angoscia dell’essere che ne ha ampiamente confermato il successo di critica e di pubblico; anche The goldfinch (2013; trad. it. 2014), pubblicato a dieci anni di distanza e vincitore del Premio Pulitzer nel 2014, indaga con smagliante tecnica e in una vertigine di eventi i temi della solitudine e dell’emarginazione, della distruzione e della bellezza, imponendosi come opera pienamente matura e delineando nella scrittura di T. uno sviluppo lineare e coerente

Una nota biografica molto interessante dal punto di vista letterario ela grande amiciizia che lega Donna Tartt a Bret Easton ellis.
Secondo una dichiarazione dell’autore di American Psycho la Tartt è stata l’unica donna della sua vita, affermazione che risulta ancora più d’impatto se a pronunciarla è proprio lui, notoriamente un po’ misantropo e critico nei confronti dei colleghi. L’amicizia tra i due risale ai tempi dell’università nel Vermont, nel periodo in cui la Tartt iniziò a elaborare il suo primo romanzo, lo strepitoso Dio di illusioni . Il romanzo, uscito per la prima volta nel 1992, fu dedicato proprio a Bret Easton Ellis (e a Paul Edward McGloin), definito dalla scrittrice un amico generoso, ciò che, di certo, è stato: Ellis non ha mai nascosto la sua stima per la Tartt, lodando in più occasioni i suoi libri e affermando che Il cardellino,  era probabilmente l’unico titolo che valesse la pena leggere nel 2014.

GLI ALTRI LIBRI DELL’AUTRICE

Dio delle illusioni (The segret history 1992) 
Un piccolo raffinato college nel Vermont. Cinque ragazzi ricchi e viziati e il loro eccentrico e affascinante professore di greco antico, che insegna al di fuori delle regole accademiche imposte dall’università e solamente a una cerchia ristretta di studenti. Un’élite di giovani che vivono di eccessi e illusioni, lontani dalla realtà che li circonda e immersi nella celebrazione di un passato mitico e idealizzato, tra studi classici e riti dionisiaci, alcol, droghe e sottili giochi erotici. Fino a che, in una notte maledetta, esplode la violenza. E il loro mondo inizia a crollare inesorabilmente, pezzo dopo pezzo.

Il piccolo amico (The litlle firend 2002; edizioni italiana 2003)
Harriet Cleve ha dodici anni e una vita vissuta sotto il segno di una tragedia di cui non ha memoria: quando era solo una neonata, suo fratello Robin è stato impiccato a un albero del giardino, ma il delitto che ha sconvolto l’esistenza della sua famiglia è rimasto insoluto. Giunta alla soglia dell’adolescenza, la ragazzina decide di sciogliere il mistero che avvolge la morte del fratello, scoprire l’assassino e ottenere finalmente vendetta.

IL QUADRO

Il dipinto  Il cardellino, ovvero il quadro che dà il titolo al romanzo e compare oltre che nel romanzo anche nella copertina italiana del libro, è un’opera di Carel Fabritius risalente al 1654, dal valore incommensurabile; si tratta di una tavoletta di appena 33×18 cm che ritrae un cardellino legato a un trespolo formato da due semicerchi di legno e da una cassetta di un un colore grigio-azzurro, sullo sfondo di una parete intonacata di un bianco luminoso. L’uccello è riconoscibile dal piumaggio delle sue ali nere striate da una fascia gialla. Una catena sottile passata attraverso la zampa dell’uccello lo attacca al suo trespolo e gli impedisce di volare via. L’uccello è dipinto a grandezza naturale utilizzando la tecnica del trompe-l’oeil , la parte inferiore del posatoio a semicerchio aumenta l’illusione della profondità. Fabritius ha dipinto questo piccolo cardellino con una vernice spessa, con pennellate chiare, a cui ha aggiunto strisce con il manico del pennello. Alla base del pannello compare la firma e la data: “C Fabritivs 1654”. I segni dei chiodi sul retro del pannello suggeriscono che potrebbe essere stato inchiodato a una costruzione.
Fabritius (1622-1654) è un pittore olandese allievo di Rembrandt di cui ci sono rimaste poco più di una decina di opere; morì per l’esplosione di un magazzino di polvere da sparo che distrusse un intero quartiere a Deft. Il quadro è conservato  nel museo Mauritshuis dell’Aja. Nel 2014 venne in Italia per essere esposto in una mostra a Bologna a Palazzo Fava  dal titolo altrettanto letterario: “La ragazza con l’orecchino di perla. Il mito della golden age. Da Vermeer a Rembrandt. Capolavori dal mauritshuis”.

INTERVISTE ALL’AUTRICE

Qui una bella intervista di Vanity Fair in occasione dell’uscita del libro

Qui invece il resoconto della partecipazione di Donna Tartt alla Festa del Cinema di Roma  nel 2015 insieme al regista Wes Anderson, definiti non a torto dall’articolista due super intelligenze

Qui invece una video intervista della Cbs del 2013 all’uscita del libro, purtroppo solo in inglese

 

FILM

Dal libro è stato tratto un adattamento cinematografico nel 2019 diretto da John Crowley. La parte del protagonista è stata affidata all’attore Ansel Elgort divenuto famoso con alcuni film destinati a un pubblico di adolescenti (il remake di Carrie, Tutta colpa delle stelle e la saga di Divergent) e che dopo questo film sarà protagonista del remake spielbergiano di West Side story. Nel cast anche attori di lunga esperienza come Nicole Kidman, Jeffrey Wright, Sarah Paulson e Luke WIlson.