IL LIBRO

La Sovrana lettrice (titolo originale (The Uncommon Reader) è un romanzo breve pubblicato nel 2007 dallo scrittore, umorista, sceneggiatore e attore inglese Alan Bennett avente come protagonista la regina Elisabetta II

LA TRAMA

A una cena ufficiale, circostanza che generalmente non si presta a un disinvolto scambio di idee, la regina d’Inghilterra chiede al presidente francese se ha mai letto Jean Genet. Ora, se il personaggio pubblico noto per avere emesso, nella sua carriera, il minor numero di parole arrischia una domanda del genere, qualcosa deve essere successo. Qualcosa in effetti è successo, qualcosa di semplice, ma dalle conseguenze incalcolabili: per un puro accidente, la sovrana ha scoperto la lettura di quegli oggetti strani che sono i libri, non può più farne a meno e cerca di trasmettere il virus a chiunque incontri sul suo cammino. Con quali effetti sul suo entourage, sui suoi sudditi, sui servizi di security e soprattutto sui suoi lettori lo scoprirà solo chi arriverà all’ultima pagina, anzi all’ultima riga

L’INCIPIT

“A Windsor quella sera c’era il banchetto ufficiale, e mentre il presidente francese si affiancava a Sua Maestà la famiglia reale si schierò alle loro spalle, e la processione si avviò lentamente verso la sala Waterloo.
«Adesso che possiamo parlarle a quattrocchi,» disse la regina sorridendo a destra e a sinistra mentre avanzavano fra gli ospiti sfolgoranti «vorremmo tanto chiederle la sua opinione sullo scrittore Jean Genet».
«Ah» disse il presidente. «Oui».
La Marsigliese e l’inno nazionale li costrinsero a interrompersi, ma una volta seduti Sua Maestà riprese da dove era rimasta.«Omosessuale e avanzo di galera… ma era davvero come l’hanno dipinto? E il suo talento» e sollevò il cucchiaio da consommé «era davvero così straordinario?».
Non essendo stato ragguagliato sul glabro drammaturgo e romanziere, il presidente si guardò attorno stravolto in cerca del ministro della Cultura. Ma costei era immersa in conversari con l’arcivescovo di Canterbury.
«Jean Genet,» ripeté premurosa la regina «vous le connaissez?».
«Bien sùr» disse il presidente.
«Il nous intéresse» ribadì Sua Maestà.
«Vraiment?».
Il presidente posò il cucchiaio. Lo attendeva una lunga serata.

L’AUTORE

Informazioni tratte da Treccani.it
Drammaturgo e sceneggiatore britannico (n. Leeds 1934). Laureatosi in Storia a Oxford, è stato docente di Storia medievale sino alla fine degli anni Cinquanta, quando ha lasciato l’università per il teatro; ha portato in scena la sua prima commedia, Forty years on, nel 1968. B. racconta le peripezie dei suoi antieroi con uno humor tagliente, trattando tematiche anche drammatiche ma sempre in tono lieve e ironico. Negli anni ha diretto pièces quali The madness of George III (1991, da cui è stato tratto il film The madness of King George, 1994), The history boys (2004, vincitrice di sei Tony Award, adattata dallo stesso B. per la realizzazione dell’omonimo film e pubblicata in Italia nel 2012) e The habit of art (2009; trad. it. 2014). Apprezzato sceneggiatore e scrittore, tra le sue  pubblicazioni più recenti si ricordano The uncommon reader (2007), Smut: Two unseemly stories (2011), Keeping on keeping on (2016) e The shielding of Mrs Forbes (2019).

OPERE TRADOTTE IN ITALIANO

SIGNORI E SIGNORE, Adelphi 2004 (Talking Heads, Londra, BBC Publications, 1988)
Una serie monologhi scritti per la televisione, trasmessi dalla BBC nel 1987 e affidati all’interpretazione di grandi attrici inglesi, da Julie Walters a Maggie Smith. La comicità di Bennett si sprigiona solitamente da situazioni apparentemente dimesse, ma in questa occasione è andato molto oltre, strappando il massimo di ilarità a un pretesto, anche scenico, ridotto al minimo. E pur essendo, di fatto, una forma a sé, questi monologhi costituiscono la migliore introduzione possibile al mondo di Bennett, dove le leggi della logica prima o poi si incagliano su un dettaglio incongruo, finendo per ritorcersi contro chi cercava di applicarle

LA SIGNORA NEL FURGONE, Adelphi 2003  (The Lady in the Van, Londra, The London Review of Books, 1990)

Chi accetterebbe mai di ospitare per diciotto anni nel giardino di casa propria una anziana barbona e il furgone debordante di rifiuti che ne costituisce il domicilio? Oltretutto Miss Shepherd non è una vecchina che susciti tenerezza: è grande e grossa, scontrosa, bislacca, poco incline alla gratitudine. Porta una sottana fatta di stracci per la polvere, occhiali da sole verdi e, a mo’ di cappello, un cestino di paglia ottagonale. Si fa scarrozzare per la città su una sedia a rotelle ed emana un insopportabile fetore. Chi mai accetterebbe una così perturbante prossimità? Forse solo Alan Bennett, che in questo libro permeato di sublime, sardonica pietas, e sostenuto da uno sguardo attento al più minuto particolare visivo e olfattivo, ci affida l’irresistibile diario di una lunga, incongrua convivenza. E forse solo Alan Bennett poteva trasformare l’abiezione in un genere di humour personalissimo – e Miss Shepherd in un personaggio memorabile.
Nel 2018 è uscito sempre per Adelphi LA SIGNORA NEL FURGONE E LE SUE CONSEGUENZE che contiene oltre al testo originale, la sceneggiatura per l’omonimo film e un testo introduttivo dell’autore

LA PAZZIA DI RE GIORGIO, Adelphi 1996 (The Madness of George III, Londra, Faber & Faber, 1993)
Prendendo spunto dalla apparente follia di Giorgio III, Bennett ha dato voce agli intrighi comici e sinistri che in quegli anni si svilupparono rigogliosamente attorno al re. Non vi è traccia, in queste pagine, della penosa cartapesta che di solito contrassegna il teatro di ricostruzione storica. Da Pitt a Fox, da Giorgio III al suo malevolo primogenito, il Principe di Galles, tutti parlano e agiscono con una vivezza che lascia stupefatti. La vicenda finisce per disegnare un perfetto apologo sul delirio non solo dei potenti, ma innanzitutto di coloro che gli vivono accanto.

LA CERIMONIA DEL MASSAGGIO, Adelphi 2002 (The Laying on of Hands, Londra, The London Review of Books, 2000)
Si sa che non c’è nulla di più mondano quanto un buon funerale. E ancor più se si tratta di commemorare un estinto che, letteralmente, ha avuto per le mani la “crème de la crème”, ambosessi, di Londra. E allora l’evento può diventare, oltreché mondano, atrocemente intimo. E rischiare da un momento all’altro di sgangherarsi, se il suo programma prevede un preoccupante assolo di sax. E se uno dei convenuti si alza in piedi per tessere un panegirico dell’anatomia del trapassato.

NUDI E CRUDI, Adelphi 2001 (The Clothes They Stood Up In, Londra, Random House Inc., 2001)
Trovarsi la casa svaligiata dai ladri è senza dubbio un evento sinistro. Ma se spariscono anche la moquette, il rotolo della carta igienica, il forno e l’arrosto che attendeva lo scatto del timer, è palese che non può trattarsi di un semplice furto. E l’allibita vittima, un avvocato londinese agiato e pedante, ha tutto il diritto di pensare a una beffa del destino, o a una nuova formula di candid camera. Travolti da una realtà truce e idiota, l’avvocato e la sua spenta consorte si trovano ad affrontare un rompicapo di comica suspense, dal quale schizzano fuori colpi di scena turbinosi, mentre il lettore viene guidato verso un’esilarante catarsi di rara crudeltà.

GLI STUDENTI DI STORIA, Adelphi 2012 (The History Boys, Londra, Faber & Faber, 2004)

SCRITTO SUL CORPO, Adelphi 2006 (Written on the body contenuto in Untold Stories (memoir & essays), Londra, Faber & Faber, 2005)
Il racconto di una diversità che non vuole darsi un nome nel “coming out” lieve di Alan Bennett. L’autore è nato a Leeds, nello Yorkshire; a Cambridge comincia a scrivere sketch; parallelamente all’attività di scrittore porta avanti quella di attore, arrivando a recitare in serie televisive da lui scritte.

UNA VISITA GUIDATA, Adelphi 2008 (Going to the pictures contenuto inUntold Stories (memoir & essays), Londra, Faber & Faber, 2005))
Alan Bennett dove meno ci si aspetterebbe di trovarlo: fra le sale della National Gallery, a raccontare grandi quadri: lui un cicerone diverso da qualsiasi altro, i lettori a ridere senza freni, come succede di ridere solo in classe o, appunto, alle visite guidate.

L’IMBARAZZO DELLA SCELTA, Adelphi 2009 (Spoiled for choice, four paintings for schools; Portrait or bust contenuto in Untold Stories (memoir & essays), Londra, Faber & Faber, 2005)
Chi ha visto i quadri della National Gallery con gli occhi di Alan Bennett sarà felice di ritrovare in queste pagine il cicerone di “Una visita guidata”: e stavolta lo seguirà a Leeds, a Aberdeen o nell’Irlanda del Nord, per bearsi con lui dei suoi pittori preferiti.

IL VIZIO DELL’ARTE, Adelphi 2014 (the Habit of Art, Londra, Faber & Faber, 2009)
I lettori italiani sanno fare i loro conti, e conoscono bene la quantità di risate che Alan Bennett riesce a scatenare quando maneggia uno spunto anche elementare (la sgradita visita di topi d’appartamento, ad esempio), o ritrae personaggi familiari in situazioni incongrue (un’anziana regnante cui capita in mano, per la prima volta o quasi, un libro). Per calcolare quanto rideranno qui, basterà dunque fare la somma fra un compito apparentemente banale (correggere un libretto d’opera) e i due eccentrici, litigiosi e, com’è ovvio, spiritosissimi mostri sacri chiamati a svolgerlo, nel corso di un lungo battibecco immaginario ma tremendamente verosimile: W.H. Auden, nientemeno, e Benjamin Britten.

UNA VITA COME LE ALTRE, Adelphi 2010 (A Life Like Other People’s, Londra, Farrar, Straus and Giroux, 2009)
“Ci sono stati altri casi di malattia mentale nella vostra famiglia?”. Comincia così, con la domanda di un assistente sociale dello Yorkshire, questo commovente viaggio interiore di Alan Bennett. Siamo nell’istituto psichiatrico dove l’anziana madre è stata ricoverata per una grave forma depressiva – così almeno viene definita. Comunque sì, ci sono stati altri casi in famiglia, ma lui non lo aveva mai saputo. È il padre a svelare per la prima volta, in un atto burocratico e liberatorio, la fine drammatica e segreta del nonno di Bennett, e a indurlo a esplorare le storie nascoste e dimenticate degli altri parenti. Ma come si distingue la malattia mentale dalle manie, dalle fobie, dal silenzio, dall’infelicità? Da parte di uno scrittore che in passato non poteva “neanche togliersi la cravatta senza prima far circondare la casa da un cordone di polizia”, un libro come questo è un dono inaspettato. Solo di recente, infatti, Alan Bennett ha sentito il bisogno di dedicarsi a quell’attività vagamente disdicevole che è lo scrivere di sé. Cambiando tonalità, forse, rispetto agli scritti esilaranti e feroci che gli hanno dato la celebrità, ma sempre con lo stesso sguardo acuminato e instancabile. Uno sguardo di un’onestà dolente, poco caritatevole soprattutto verso le sue manchevolezze. E l’umorismo? Sotteso – o forse sospeso – in ogni pagina come uno strumento di interpretazione insostituibile, col quale ci si può destreggiare anche fra le tragedie della vita.

DUE STORIE SPORCHE, Adelphi 2011 (Smut: two unseemly stories, Londra, Profile Books, 2011)
Questo volta Alan Bennett ci tuffa in due farse scanzonate e impertinenti. Entriamo così nell’atmosfera briosa di “Mrs Donaldson ringiovanisce”, dove una rispettabile vedova di mezza età, dedita al mestiere di simulatrice di malattie in una clinica universitaria, si trova inopinatamente nel ruolo di apprendista voyeur; e poi nell’esilarante girandola di amplessi e ricatti incrociati di “Mrs Forbes non deve sapere”, la sorniona pochade familiare dove finiremo per godere del più grande fra i privilegi – quello di scoprire i segreti per primi. Tutto da ridere? Come sempre con Bennett, non proprio. Il nostro “maestro dell’osservazione” guarda il mondo come uno Swift fattosi malinconico e bonario; e con un’ironia mai livida, spesso affettuosa, irride le inibizioni, i convenzionalismi, le piccole miserie delle persone che si dichiarano normali nella loro vita di ogni giorno. Riuscendo anche questa volta, con la sua maliziosa levità, a insinuarsi nella psiche di tutti.

GENTE, Adelphi 2015 (People, Londra, Faber & Faber, 2012)
Tre anziane, eccentriche signore, una cadente dimora di campagna, e il problema di metterla a reddito. Come? Una soluzione: far intervenire l’onnipresente National Trust, se non fosse che il suo emissario si è rivelato un po’ troppo entusiasta di certi vecchi pitali e del loro utilizzo da parte di alcune, antiche, celebrità. Molto meglio, per il momento, andare sul sicuro, cioè accettare l’offerta di un produttore, che in cambio di parecchio denaro chiede soltanto di rimanere in un angolo, mentre la sua troupe sistema il set del film che si accinge a girare: un porno, naturalmente. L’ultimo Bennett come il lettore sta imparando a conoscerlo: più esplicito, più feroce e più comico di quanto non sia mai stato.

UNA DONNA QUALUNQUE. DUE MONOLOGHI, Adelphi 2022 (Two Besides: A Pair of Talking Heads, Londra, Faber & Faber, 2021)
Più di trent’anni fa Alan Bennett inanellava una catena di monologhi drammatici per la BBC sotto la sigla Talking Heads. Di recente ne ha estratti dal suo inesauribile cilindro altri due, degni di quella leggendaria compagine. I protagonisti sono nel primo caso una donna «qualunque» che s’innamora del figlio quindicenne e, senza essere Fedra, innesca un meccanismo che, pur mitigato da elementi maliziosi o esilaranti, avrà conseguenze più o meno tragiche. Nel secondo una vedova che si reca regolarmente sul luogo dove ha perso il marito biker, incontrando di volta in volta ambigui interlocutori che le aprono spiragli su piccoli, inconfessabili segreti della sua esistenza. Con Bennett per fortuna non si può mai stare tranquilli.

LETTURA TEATRALE

De “La sovrana lettrice” in Italia esiste la versione audiolibro della Emons dove il romanzo è letto da Paola Cortellese

In questo video trovate invece  la lettura integrale del libro da parte dell’attrice Anna Bonaiuto

CINEMA

Bennett ha scritto alcune sceneggiature  cinematografiche. Ecco i film:

Pranzo reale (A Private Function), regia di Malcolm Mowbray (1984)

Prick Up – l’importanza di essere Joe (Prick Up Your Ears), regia di Stephen Frears (1987)

La pazzia di Re Giorgio (The Madness of King George), regia di Nicholas Hytner (1994)

The History Boys, regia di Nicholas Hytner (2006)

The Lady in the Van, regia di Nicholas Hytner (2015)

Allelujah, regia Richard Eyre (2022)

TEATRO

Tra i numerosi testi teatrali scritti da Bennet ricordiamo alcune belle versioni italiane

History Boys (I ragazzi di storia): oltre al film visto sopra è stata tratta una versione italiana realizzata dal teatro dell’elfo  con Regia di Ferdinando Bruni ed Elio de Capitani; lo spettacolo si meritrò nel 2011 tre premi Ubu come miglior spettacolo, come miglior attrice non protagonista (Ida Marinelli) e come miglio attore under 30 (l’intero cast che interpretava gli studenti della scuola)

Il vizio dell’arte portato in scena anch’esso dalla compagni dell’Elfo con regia di Ferdinando Bruni e Francesco Frongia . Lo spettacolo vinictore del premio ub 2014 come miglior nuovo testo straniero mostra una prova della produzione del National Theatre del “Giorno di Calibano”, un nuovo dramma che racconta un immaginario incontro tra W. H. Auden e Benjamin Britten, venticinque anni dopo la loro collaborazione: Britten sta componendo Morte a Venezia e Auden si convince erroneamente che il vecchio amico voglia essere aiutato nella stesura del libretto. Le prove sono continuamente interrotte dai commenti degli attori, che mettono in luce le proprie debolezze, dimenticanze, incertezze e paure. A complicare le cose si aggiunge la presenza del drammaturgo e l’assenza del regista, sostituito da Key, la direttrice di scena

La compianta Anna Mrchesini ha portato invece in scena alcuni racconti brevi e monologhi

Qui trovate la regitsrazione completa di “Una patatina dello zucchero

Qui sotto i video tratti dallo spettacolo “Un piatto di lenticchie” sempre tratto da Bennet