IL LIBRO
Sulla riva del mare ( in originale “By the sea”) è il sesto romanzo di Abdulrazak Gurnah, uno scrittore nato nel 1948 nell’isola di Zanzibar (dal 1964 parte dell’attuale Tanzania, in precedenza Sultanato di Zanzibar), e quindi di lingua kiswahili per nascita, ed emigrato nel Kent, in Gran Bretagna, nel 1966, due anni dopo la violenta Rivoluzione di Zanzibar.
Il romanzo venne scritto tra l’anno 2000 e gli inizi del 2001. Fu pubblicato per la prima volta nel Regno Unito dalla Bloomsbury Publishing nel maggio 2001e negli Stati Uniti da The New Press l’11 giugno 2001. Ricevette una buona accoglienza dalla critica, e fu finalista al britannico Booker Prize nel 2001 e allo statunitense “Los Angeles Times Book Prize” nel 2002.
Fu tradotto immediatamente in varie lingue e nuove traduzioni o edizioni vennero fatte dopo l’ottenimento del premio Nobel per la letteratura nel 2021.
La traduzione in lingua italiana del romanzo, ad opera di Alberto Cristofori, uscì per la Garzanti già nel 2002; la stessa traduzione è stata ripubblicata dalla Nave di Teseo nel 2021.
INCIPIT
“Ha detto che passerà più tardi, e a volte quando dice così lo fa davvero. Rachel. Mi ha mandato un biglietto perché non ho il telefono nell’appartamento, mi rifiuto di averlo. Nel biglietto diceva che dovevo chiamarla se il suo arrivo costituiva un problema, ma non l’ho fatto. Non ne ho bisogno. È tardi, adesso, per cui non credo che verrà, dopo tutto, non oggi.
Però nel biglietto diceva oggi dopo le sei. Forse era solo uno di quei gesti che si concludono nel momento in cui vengono compiuti, per dirmi che mi aveva pensato, nella certezza che io ne sarei stato confortato, il che è vero. Non importa, solo non voglio che arrivi in piena notte a turbare il suo silenzio così ricco di significato con una sfilza di spiegazioni e di scuse e a parlarmi dei suoi progetti, rubandomi altre ore del buio che resta.
Mi stupisce come le ore di buio siano diventate così preziose per me, come i silenzi della notte si siano rivelati così pieni di mormorii e di sussurri, quando prima erano così terribilmente immobili, così tesi per l’inquietante mancanza di rumori che incombeva sulle parole. Come se venire a vivere qui avesse chiuso una porta stretta e ne avesse aperta un’altra su una strada che va allargandosi. Nel buio perdo il senso dello spazio e in questo nulla sento me stesso più solido e percepisco il gioco delle voci più chiaramente, come se fosse la prima volta. A volte sento della musica in lontananza, suonata all’aperto, che mi arriva come un sussurro sommesso. Anelo alla notte ogni arido giorno, anche se temo il buio e i suoi spazi illimitati e le sue ombre mutevoli. A volte penso che sia mio destino vivere tra le macerie e la confusione delle case in rovina.”
LA TRAMA
Il sessantacinquenne Saleh Omar è un mercante di mobili di Zanzibar, richiedente asilo in Inghilterra. Come un Sindbad dei giorni nostri, Saleh lascia una terra dove il genio del male si è incarnato in governanti ladri pronti a ogni forma di moderna violenza politica: campi di concentramento, armi e uno stuolo di cortigiani. Al suo arrivo a Londra, all’aeroporto di Gatwick, Saleh mostra un visto non valido, rilasciato in patria da un suo parente e acerrimo nemico, Rajab Shaaban Mahmud. A Saleh è stato consigliato di fingere di non capire una parola di inglese, per cui l’assistente sociale che ha preso in carico il suo caso si trova costretta a chiedere la consulenza di un esperto di kiswahili, uno dei dialetti dell’Africa orientale: per ironia della sorte, l’interprete è Latif Mahmud, il figlio di Rajab, l’avversario di Saleh. L’uomo ha tagliato ogni ponte con la sua famiglia di origine dagli anni ’60, quando ha chiesto asilo come rifugiato in Inghilterra, dove vive nella nostalgia della sua terra. Saleh si trova ora faccia a faccia con Latif in una cittadina inglese sul mare. Entrambi rifugiati, con un’origine e un destino ad accomunarli.
L’AUTORE
Nato a Zanzibar il 20 dicembre 1948, Abdulrazak Gurnah è uno scrittore originario della Tanzania e di espressione inglese (anche se la sua lingua madre è lo swahili). A oggi, è il quinto autore africano a vincere il Premio Nobel per la Letteratura, dopo Wole Soyinka (Nigeria, 1986), Naguib Mahfouz (Egitto, 1988), Nadine Gordimer (Sudafrica, 1991) e John Maxwell Coetzee (Sudafrica, 2003).
Recatosi in Gran Bretagna per la prima volta come studente nel 1968, è stato costretto ad allontanarsi dal suo Paese a causa delle persecuzioni perpetrate ai danni dei cittadini di origine araba. Dal 1980 al 1982 Abdulrazak Gurnah ha poi insegnato alla Bayero University Kano, in Nigeria. In seguito si è trasferito all’Università del Kent, a Canterbury, dove ha conseguito il dottorato di ricerca nel 1982, e attualmente è professore e Direttore degli studi universitari presso il Dipartimento di inglese.
Il suo principale interesse accademico riguarda la scrittura postcoloniale e i discorsi associati al colonialismo, in particolare concernenti l’Africa, i Caraibi e l’India. Ha curato due volumi di saggistica sulla scrittura africana e pubblicato articoli su numerosi scrittori postcoloniali contemporanei, tra cui V. S. Naipaul, Salman Rushdie e Zoë Wicomb.
Ha inoltre collaborato come redattore con la rivista Wasafiri dal 1987 e ha supervisionato progetti di ricerca sulla scrittura di autori quali gli stessi Rushdie e Naipaul, G.V. Desani, Anthony Burgess, Joseph Conrad, George Lamming e Jamaica Kincaid.
Il suo primo romanzo, Memory of Departure, completato intorno al 1973, è stato inizialmente rifiutato dalla Heinemann African Writers Series (AWS), la serie che ha fatto conoscere a livello internazionale molti scrittori africani, tra cui Chinua Achebe, Ngũgĩ wa Thiong’o, Buchi Emecheta e Okot p’Bitek, ed è stato pubblicato solo nel 1987 dall’editore londinese Jonathan Cape, cui Gurnah aveva inviato il suo manoscritto, senza servirsi di alcun agente intermediario.
A questo romanzo seguiranno Pilgrims Way (1988), Dottie (1990) e Paradiso (1994), finalista al premio Booker Prize. Le opere successive includono Admiring Silence (1996), Sulla riva del mare (2001), Desertion (2005), The Last Gift (2011), Gravel Heart (2017) e Afterlives (2020).
Temi ricorrenti nei suoi romanzi sono l’esperienza degli immigrati, l’appartenenza e il desiderio, lo spostamento, la memoria e il colonialismo
APPROFONDIMENTO Un articolo di analisi del romanzo de “La civiltà cattolica”
LE ALTRE OPERE DI GURNAH
ROMANZI
Memory of Departure (1987) – non ancora edito in Italia
Pilgrims Way (1988) – non ancora edito in Italia
Dottie (1990) – non ancora edito in Italia
Paradise (1994).
Paradiso, traduzione di Laura Noulian, Garzanti, Milano 2007, ISBN 9788811683223 – traduzione di Alberto Pezzotta, La Nave di Teseo, Milano 2022, ISBN 9788834609644.
Paradiso è la storia di Yusuf che, a dodici anni, viene dato in pegno dal padre, un locandiere pieno di debiti, a zio Aziz, un ricco mercante. Nel fermento della città, tra swahili, musulmani d’Africa, colonizzatori tedeschi, camionisti sikh, Yusuf ha il suo rifugio nel giardino paradisiaco al centro della casa. È la storia dell’amicizia con Khalil, poco più grande di Yusuf, anche lui comprato da zio Aziz. È anche la storia dell’amicizia interrotta tra i due ragazzi, quando zio Aziz chiede a Yusuf di accompagnarlo in un viaggio d’affari nell’entroterra. È la storia della scoperta dell’amore di Yusuf, cresciuto, bellissimo, nella casa in cui viene educato. E diventa una lezione su come gli amori, soprattutto quelli proibiti, finiscono all’improvviso. È la storia del sultano Chatu che, nella città di Marungu, fa prigioniero Yusuf e i suoi, e li priva di ogni avere. Ma la prima guerra mondiale è alle porte, gli eserciti europei stanno conquistando il continente, e inizierà tutta un’altra storia per l’Africa, per le sue genti, per Yusuf.
Admiring Silence (1996) – non ancora edito in Italia
Desertion (2005).
Il disertore, traduzione di Laura Noulian, 1ª ed., Milano, Garzanti, 2006, ISBN 88-11-68321-1 – traduzione di Alberto Cristofori, Milano, La nave di Teseo, 2022, ISBN 9788834612248
Africa orientale, 1899. Hassanali è un piccolo commerciante che ogni mattina ha l’incarico di aprire la moschea e chiamare i fedeli alla preghiera. Un giorno, nella luce dell’alba, scorge un uomo esausto avanzare dal deserto, in fin di vita, e lo salva: è un viaggiatore inglese, Martin Pearce, scrittore e studioso d’Oriente. La sorella di Hassanali, Rehana, si prende cura dello straniero e tra i due nasce un sentimento tanto appassionato quanto proibito. Zanzibar, anni ’60. Amin e Rashid sono due fratelli, brillanti studenti cresciuti in una famiglia di insegnanti. Amin si innamora di Jamila, la nipote di Rehana, ma deve lottare contro l’opposizione dei suoi genitori. Rashid è attratto dall’Europa e vuole continuare gli studi all’estero, proprio quando sulla sua isola sta per scoppiare la rivoluzione. Il premio Nobel Abdulrazak Gurnah intreccia due storie d’amore che sfidano le convenzioni, per seguire il destino di tre generazioni misteriosamente legate tra loro. Un romanzo sulle conseguenze del passato, sulla forza combattiva dell’amore, sul potere salvifico della letteratura.
The Last Gift (2011)
L’ultimo dono, traduzione di Alberto Cristofori, La Nave di Teseo, Milano 2024, ISBN 9788834617069.
Abbas non ha mai raccontato a nessuno del suo passato: di quanto accaduto prima di imbarcarsi in Africa come marinaio d’alto mare, prima di incontrare la sua futura moglie Maryam a Exeter, prima di iniziare con lei una vita tranquilla assieme ai loro figli, Jamal e Hanna. Ora, all’età di sessantatré anni, Abbas è costretto all’afasia a causa di un ictus, e teme di non poter più confessare il segreto che ha sempre portato con sé. Jamal e Hanna sono cresciuti, lasciando i genitori e spiccando il volo verso il mondo. Nati entrambi in Inghilterra, non riescono comunque a scrollarsi di dosso un senso di estraneità al paese in cui si trovano. Hanna, che ha deciso di togliere la H dal suo nome, è andata a vivere col suo ragazzo, ma la famiglia bianca di lui non manca di farle notare la sua differenza. Jamal, affascinato fin da bambino dai racconti delle vite degli altri, si trasferisce in una casa per studenti e rimane stregato da una giovane donna dagli occhi azzurri, e dalla sua complessa storia. La malattia di Abbas costringerà entrambi a un ritorno tra le mura di casa, alle ombre del padre e all’irrequietezza della madre Maryam che, nel forzato silenzio del marito, sembra aver finalmente ritrovato sé stessa.
Gravel Heart (2017)
Cuore di ghiaia, traduzione di Alberto Cristofori, La Nave di Teseo, Milano 2023, ISBN 9788834614228.
Salim è un bambino intelligente, amante dei libri, e ha sempre saputo di essere un figlio indesiderato per suo padre Masud. Così è cresciuto affascinato dallo zio Amir, un uomo brillante ed estroverso, che vive con loro in una casa piena di segreti che alimentano gli incubi notturni del ragazzo. Sono gli anni ’70 e Zanzibar sta cambiando volto: l’arrivo dei turisti sulle spiagge bianche dell’isola offusca rapidamente la memoria dell’indipendenza dal Regno Unito e della rivoluzione che ha dato un nuovo assetto al paese. Quando suo padre, chiuso in una solitudine sempre più impenetrabile, se ne va improvvisamente di casa, Salim è confuso, prova vergogna, e le misteriose assenze della madre peggiorano la situazione. È ancora lo zio Amir, diventato un importante diplomatico, a offrire al giovane una via di fuga, invitandolo a frequentare un college a Londra. Quella città fredda, ostile e affollata, mette a dura prova i sogni di Salim, determinato però a cercare la sua strada mentre scopre i lati oscuri della sua famiglia e conosce la verità sui suoi affetti, sull’amore, il sesso e il potere. Il premio Nobel Abdulrazak Gurnah descrive l’esperienza dell’immigrazione senza retorica, in un romanzo intenso sull’appartenenza e il tradimento: la storia di un ragazzo che impara a difendersi dalla vita con la forza della letteratura.
Afterlives (2020)
Voci in fuga, traduzione di Alberto Cristofori, La Nave di Teseo, Milano 2022, ISBN 9788834609767.
Raccolte di racconti
Il giovane Ilyas è poco più che un bambino quando viene rapito dalla famiglia per mano di un soldato ascaro di stanza nelle colonie tedesche dell’Ostafrika. Cresce affidato a un agricoltore europeo, impara la lingua e si guadagna un’istruzione, ma la vita insieme ai colonizzatori lo allontana dal suo popolo, ne fa un forestiero a casa propria. Allo scoppio della prima guerra mondiale si arruola volontario per combattere al fianco dei tedeschi, lasciando la sorella Afiya nella casa dell’amico Khalifa. Qui la ragazza incontra il giovane Hamza, tornato dal conflitto senza un soldo e con molte cicatrici nel corpo e nell’anima: dalla loro unione nasce una speranza, un figlio chiamato Ilyas come lo zio scomparso. Ma sono gli anni trenta, i venti di una guerra che sta per scuotere ancora l’Europa arrivano fino alle colonie africane, e il piccolo Ilyas comincia a sentire una voce misteriosa che sembra parlare solo con lui.
RACCOLTE DI RACCONTI
The collected stories of Abdulrazak Gurnah (2004) – non ancora edito in Italia
My Mother Lived on a Farm in Africa (2006) – non ancora edito in Italia
SAGGI
Essays on African writing, 2 voll. (1993-1995) – non ancora edito in Italia
The Cambridge Companion to Salman Rushdie (2007) – non ancora edito in Italia
NOBEL
Gurnah ha vinto il premio Nobel per la letteratura nel 2021 con la seguente motivazione “per la sua intransigente e compassionevole penetrazione degli effetti del colonialismo e del destino del rifugiato nel divario tra culture e continenti”
Qui sotto l’intervista (inglese con sottotitoli in italiano) in occasione della consegna del premio
VIDEO
Lo scrittore legge passi del romanzo Sulla riva del mare