I LIBRI DELLA SETTIMANA
12 dicembre
Giovanni Lindo Ferretti, ÓRA. DIFENDI, CONSERVA, PREGA, Aliberti 2022
Preghiere e meditazioni dell’ex cantore dei CCC e CSI.
«Sto invecchiando 1953/2022. Il corpo non mente, obbliga riguardi e cure, lo spirito ancora strappa velleitario preda di entusiasmi poi insostenibili. Tendo al selvatico, solitario, all’ombra di una casa venerabile dimora, in sintonia col variare delle stagioni, sensibile alla presenza animale le cose visibili ed invisibili attento all’accadere: un sempre più rapido mutare. Non ho più alcun interesse per il racconto che il mondo fa di sé tra vacuità e tornaconti da poco. Sono residuale, in attesa di non so che. Ho fatta mia la triade dell’ultimo Pasolini poeta difendi conserva prega».
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13 dicembre
Roberto Marelli, PORTA ROMANA BELLA, Graphot 2021
“Sul campanin de Ceravall, gh’è ona ciribiciacola con cinqumilacinqucentcinquantacincuciribiciacolitt…”. Chi non conosce questa filastrocca dedicata al campanile dell’Abbazia di Chiaravalle? E chi non intona spontaneamente Porta Romana bella, leggendo il titolo di questo libro, in omaggio alla ballata popolare nata nelle carceri milanesi nel XIX secolo? Sfogliando il volume, di curiosità se ne trovano molte, grazie ai racconti di chi continua a tramandare la memoria storica del quartiere. Un rione che è nel cuore di ogni milanese o di chi, per diversi motivi, milanese lo è diventato, e che racchiude aneddoti singolari e personaggi interessanti spaziando da piazza Missori a Rogoredo. La storia del Signoron, la cui mano benedicente è stata ricostruita dopo più di vent’anni grazie al mecenatismo di un abitante della zona. Quella della Marisa in Burlamacchi, il locale che per anni è stato il simbolo della milanesità canora. Il rione del Bottonuto, regno della prostituzione a basso costo e il Teatro Carcano, dove fu eseguita per la prima volta la celebre Bella Gigogin. Poi la chiesa del Paradiso e la Pietra di San Barnaba, la sfilata delle carrozze dei nobili durante il Carnevalone Ambrosiano e infine gli inizi artistici dei fratelli Piero e Mario Mazzarella e della cantante Wilma De Angelis. Tra le pagine di questo libro, attraverso le testimonianze di chi ha condiviso ricordi e storie, si esplorano le radici antiche di Porta Romana e si scoprono vicende di ieri e di oggi.
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14 dicembre
Gennaro Spinelli, ROM E SINTI. DIECI COSE CHE DOVRESTI SAPERE, People 2022
Ci sono diverse visioni, quasi sempre stereotipate, della cultura romaní. Da un lato, la visione romantica del viaggiatore libero e senza regole, di colui che vive alla giornata e senza schemi; dall’altro, l’immigrato, nomade e criminale, che ruba e invade le periferie della società. Ma qual è la verità? Chi sono Rom e Sinti? Come vivono davvero e in cosa si rispecchiano culturalmente, socialmente e storicamente? Questo libro nasce dalla volontà di diffondere alcune conoscenze di base sulla cultura, la storia e la società romaní, partendo proprio dai comuni stereotipi per arrivare alle domande più diffuse e le tante curiosità su questo popolo unito ma anche molto diversificato. Un intero bagaglio culturale in poche pagine, facili, veloci, per tutte e tutti. Una guida alla cultura Rom scritta da una persona Rom.
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15 dicembre
Wistawa Szymborska, CANZONE NERA, Adelphi 2022
In una Varsavia che crolla a pezzi, i ragazzi di strada stringono fra le mani le bottiglie di benzina che sono impazienti di scagliare contro i carri armati tedeschi, mentre intorno a loro infuria quell’insurrezione che Białoszewski ha saputo miracolosamente farci vivere dall’interno.
Gli spettri della guerra irrompono in Canzone nera, lasciando la giovane Szymborska con un nodo stretto in gola, «intriso d’ira», per la scomparsa dell’amato, ricca di una conoscenza del mondo che è il solo, amaro bottino, e alla ricerca di nuove parole: «A che serve la conoscenza della morte. / A causa sua si raffredda il tè sul tavolo. / Niente atmosfera. Di parole di sapone». I moltissimi, appassionati lettori abituati al suo bisogno di essere sempre universale rimarranno certo stupiti di fronte a testi che lasciano intravedere in filigrana le lacerazioni della Storia. Non a caso, dopo averli composti fra il 1944 e il 1948, Wisława Szymborska non ha voluto raccoglierli in volume, forse anche perché l’Unione degli scrittori polacchi si era nel frattempo pronunciata a favore del realismo socialista come unico stile ufficiale. Superato lo stupore, quei lettori non potranno tuttavia che riconoscere la sua impavida sicurezza di tocco, e rimanerne conquistati: «– è dallo stupore / che sorge il bisogno di parole / e perciò ogni poesia / si chiama Stupore –».
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16 dicembre
Marina Lewicka, BREVE STORIA DEI TRATTORI IN UCRAINA, Astoria 2022
Nikolaj è un ingegnere ucraino appassionato di meccanica, che nel 1943 è riuscito a fuggire rocambolescamente dagli orrori della Seconda guerra mondiale assieme alla famiglia e si è costruito una vita rispettabile in Inghilterra. Ormai ottantaquattrenne, vedovo da due anni, ha un colpo di testa e in breve tempo, tenendo le figlie Vera e Nadia quasi all’oscuro di tutto, sposa Valentina, una ragazza bionda e procace, con meno della metà dei suoi anni, senza passaporto britannico e in odor di opportunismo. Vera e Nadia, i cui rapporti si erano congelati per dissidi sull’eredità lasciata dalla madre, si ritrovano “costrette” a coalizzarsi per evitare che il padre commetta vere e proprie follie senili. La loro missione è, senza giri di parole, far espellere Valentina. In parallelo agli alti e bassi domestici, la nostalgia per la patria e la passione per i trattori spingono Nikolaj a scrivere una storia dei mezzi agricoli e del loro utilizzo nell’Ucraina sovietica. Da questi due piani narrativi nasce un romanzo impossibile da incastonare in una gabbia di genere, che è al contempo una divertentissima commedia, una saga familiare fatta di amore ma anche orrori, e uno spaccato di storia ucraina – dai contrasti fra il nazionalismo locale e quello russo alla presa del potere dei bolscevichi, dalla Seconda guerra mondiale all’ascesa e caduta dell’URSS. Un libro intessuto d’intense emozioni e pungente ironia, e di straordinaria attualità.
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17 dicembre
Anna Chisari, IL VENTO DELL’ETNA. LA SAGA DEI BARUNEDDU DI BELPASSO, Garzanti 2022
1838. L’Etna nella sua immensità protegge e spaventa, come una madre magnifica ed esigente che forgia vite e destini. Lo sa bene chi vive a Belpasso, il piccolo paese alle sue pendici. È lì che il giovane Puddu apre la sua bottega di calzolaio. La sua firma sulle scarpe è una farfalla, perché con le sue creazioni ai piedi più che camminare si vola. Per questo Puddu non riesce a capire come mai gli affari vadano così male. Tutto cambia quando le sue calzature finiscono tra le mani della Baronessa di Bridport in visita alle sue terre a Bronte. La nobildonna non ha mai calzato nulla di tanto soffice ed elegante, perciò decide di fare un regalo a Puddu: lo nomina Baronetto. Nasce così la dinastia dei Baruneddu, come si faranno chiamare. Il negozio con gli anni diventa un grande calzaturificio che esporta in tutta Europa. Ma se i soldi non sono più un problema, il cuore comincia a diventarlo. Perché alla maledizione della vecchia Gnu Ranna nessuno può sfuggire. Sicuramente non Peppino, abbagliato dal sogno americano dopo aver conosciuto il dolore di un cuore infranto; né Ajtina, prima donna della famiglia decisa a far sentire la propria voce. Tantomeno Janu, che di scarpe non ne vuole sapere e fa carte false per sfuggire al laccio della famiglia e dei sentimenti. Tutto è cominciato con un sogno a cui i discendenti di Puddu guardano con riverenza, ma anche con sospetto. Le radici dicono da dove si viene, ma a volte vogliono decidere dove si deve andare. Sarebbe bello, forse, sentirsi leggeri come il vento che racconta del passato ma porta là dove non si sarebbe mai immaginato. Una saga familiare sullo sfondo di una Sicilia vera e autentica fatta di tradizioni e sapori. L’epopea di una dinastia che incrocia i grandi eventi della Storia. Speranze, paure, dilemmi, gioie, errori e desideri di uomini e donne che con il cuore parlano al cuore.
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18 dicembre
Jens Liljestrand, LA FORESTA BRUCIA SOTTO I NOSTRI PASSI, Mondadori 2022
È l’estate in cui la crisi climatica si aggrava al di là dei nostri peggiori incubi e gli incendi devastanti nella campagna svedese trasformano improvvisamente gli inconsapevoli vacanzieri in rifugiati climatici. Eppure, in questo scenario infernale, la vita deve andare avanti, e anche quando la realtà intorno sta crollando le storie d’amore adolescenziali, le crisi coniugali e d’identità e le rivolte contro genitori senza speranza continuano come sempre. Didrik è un consulente di social media di quarant’anni i cui sforzi da macho per diventare l’eroe che salva la famiglia finiscono per renderlo una rappresentazione patetica dell’impotenza maschile. Melissa è un’influencer che nega i cambiamenti climatici e dietro la facciata superficiale nasconde una vita segnata da eventi tragici. André è il diciannovenne figlio perdente di una star dello sport internazionale che usa la violenza esplosa intorno a lui per orchestrare la sua personale vendetta contro il padre negligente. Vilja è la figlia quattordicenne di Didrik che, di fronte all’inettitudine degli adulti, assume un inaspettato ruolo risolutore. Attraverso queste quattro prospettive interconnesse e senza mai perdere un certo black humour, Jens Liljestrand dipinge il quadro di un futuro molto prossimo che è allo stesso tempo straordinario e del tutto realistico. Scritto con un’energia travolgente, La foresta brucia sotto i nostri passi è un romanzo letterario con la forza di un thriller e una cronaca urgente e attuale di ciò che sta accadendo.
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