I LIBRI DELLA SETTIMANA

12 luglio

Al Ewing, L’UOMO IMMAGINARIO, 451, 2021
A Los Angeles, anche nel futuro, la star di oggi è il cameriere di domani. E in un mondo dove gli attori sono stati sostituiti dagli “uomini immaginari” – personaggi in carne e ossa creati dalla tecnologia – chi è scartato si deve comunque arrangiare. Gli “uomini immaginari” sono ovunque: lo è il terapista dello sceneggiatore Niles Golan, il protagonista, così come il suo migliore amico. E (forse) lo è anche la donna al bar che Niles non riesce a smettere di fissare. In una città dove è possibile incontrare diverse versioni di Sherlock Holmes che vagano per le strade, è difficile dire chi è reale e chi no, e riscriverela sceneggiatura di un vecchio film può essere complicato. E avventuroso.
13 luglio

Rosa Teruzzi, OMBRE SUL NAVIGLIO, Sonzogno 2021
Sul finire dell’estate più piovosa di sempre, un terzetto di rapinatori mascherati minaccia Milano e la Riviera romagnola. La polizia non riesce a venirne a capo: perché i tre indossano vistosi costumi ispirati ai personaggi delle favole? Perché il Gatto con gli Stivali, la Fata Turchina e Zorro prendono di mira modesti studi professionali, bar scalcinati e perfino un circolo ricreativo per pensionati? Il caso dà filo da torcere anche alle Miss Marple del Giambellino, e per Libera diventa una preziosa distrazione: ha appena saputo che Gabriele, l’uomo che ama da sempre, sta per sposarsi. La fioraia milanese avrà il coraggio di affrontare gli ostacoli che intralciano la loro relazione? O per lei è arrivato il momento di rinunciare al commissario e di aprirsi a un dolce e assiduo corteggiatore? Con il procedere dell’indagine, ai tormenti del suo cuore si aggiunge un’inaspettata, sconvolgente rivelazione. Perché la maschera di uno dei banditi nasconde un segreto che la riguarda da vicino…
14 luglio

Luigi Mascheroni, LIBRI. NON DANNO LA FELICITÀ (TANTO MENO A CHI NON LEGGE), Oligo 2021
Un pamphlet che desacralizza l’oggetto libro, ne smitizza l’aura miracolosa e ne ridimensiona la missione salvifica di cui è stato caricato, soprattutto da chi i libri li ignora. Niente è più dannoso al libro che innalzarlo sugli altari, mentre serve gettarlo in mezzo alla piazza così che sia letto o scartato perché, come ha scritto Schopenhauer, «Per ogni libro degno di essere letto c’è una grande quantità di carta straccia». I libri non rendono le persone migliori: non c’è casta come quella degli intellos più percorsa da invidie, gelosie, rivalità, egoismi, ipocrisia, disonestà intellettuale. Leggere non deve essere un imperativo – lo ha già detto meglio di tutti Pennac – né di legge né morale. E non tutti i libri sono intoccabili. La sacralità del testo deriva solamente da ciò che la singola opera sa comunicare e meritarsi nel corso del tempo: ecco perché un classico non è paragonabile al bestseller di una stagione.
15 luglio

Maria Beatrice Alonzi, NON VOGLIO PIÙ PIACERE A TUTTI, Vallardi 2021
Le aspettative sono la cosa più difficile. Quelle degli altri, le tue, quelle degli altri che fai tue senza accorgertene. Te le porti dietro e ti schiacciano, mentre insegui modelli che non ti appartengono, destinati al fallimento in una bolla di senso di colpa. In fondo, a guardare bene, i veri nemici sono proprio loro: sono dentro di te o hanno la faccia di persone che conosci. Ti obbligano a giocare in sordina il gioco della vita, a pensare che non ce la farai, che resterai solo o sola per sempre. Maria Beatrice Alonzi ha creato un libro-percorso per riuscire a riconoscere i tuoi nemici interiori e a sconfiggerli. Ma soprattutto per ricominciare ad amare e ad amarti, a diventare consapevole dei tuoi veri desideri e a realizzarli. Un libro straordinario che insegna a ritrovare e a perdonare se stessi (e gli altri) per aprire davvero la strada verso la vita che per te è perfetta.
Talento trasversale, esperta di tecnologia, marketing, comunicazione e creatività, Maria Beatrice Alonzi ha visione e strategia e sa come trasformare una criticità in un valore aggiunto, per una carriera e una vita senza limiti.
16 luglio

Daniele Novara, I BAMBINI SONO SEMPRE GLI ULTIMI: COME LE ISTITUZIONI SI STANNO DIMENTICANDO DEL NOSTRO FUTURO, Rizzoli 2020
Quando abbiamo smesso di occuparci di infanzia? Chi sono stati i principali agenti di questo disastro e, soprattutto, esiste un modo per rimettere i più piccoli al centro delle preoccupazioni istituzionali?
Sono almeno vent’anni che genitori e professionisti dell’educazione assistono al progressivo abbandono dell’infanzia da parte delle istituzioni, ma mai come durante la recente emergenza legata al Covid-19 la realtà dei fatti è stata sotto gli occhi di tutti. Il momento per interrogarsi davvero sulla situazione dei bambini nel nostro Paese, quindi, non può più essere rimandato, ed è necessario cominciare dalle domande fondamentali: quando abbiamo smesso di occuparci di infanzia? Chi sono stati i principali agenti di questo disastro e, soprattutto, esiste un modo per rimettere i più piccoli al centro delle preoccupazioni istituzionali? A queste domande risponde Daniele Novara, esperto di riferimento italiano sui temi della pedagogia e dell’educazione, e che per primo ha lanciato l’allarme sulla scuola durante la pandemia, dando voce al dissenso delle famiglie e dei professionisti dell’educazione verso uno Stato indifferente, con una riflessione ad ampio raggio sulla considerazione di cui (non) godono i più giovani nel nostro Paese e su cosa dovrebbero fare genitori, educatori e politici per rimettere infanzia e educazione al centro del dibattito. Perché i bambini sono, più di ogni altra cosa, il nostro futuro. E ogni giorno ce ne dimentichiamo un po’ di più.
17 luglio

Patrick McGrath, LA LAMPADA DEL DIAVOLO, La Nave di Teseo 2021
Londra, 1975. L’anziano poeta Francis McNulty sente avvicinarsi la fine dei suoi giorni ma il suo animo non trova pace, schiacciato da una colpa che non ha mai avuto il coraggio di confessare. Le ombre di un tradimento sotto le armi, durante la Guerra Civile spagnola, si allungano nella casa di Cleaver Square quando un’oscura presenza, con le fattezze del generale Francisco Franco, comincia a fargli visita. In alta uniforme, il contegno di un militare decaduto, l’apparizione perseguita Francis con i ricordi dei giorni drammatici di quarant’anni prima. Perseguitato dalle visioni e spronato dalle domande di un giovane reporter che sta scrivendo un pezzo su di lui, il vecchio poeta accetta l’invito della figlia ad accompagnarla in viaggio di nozze a Madrid, in cui vede finalmente l’occasione per affrontare i fantasmi del suo passato. Mentre nel palazzo reale si consuma l’agonia del Generalissimo, vittima e carnefice di un’epoca che si sta consumando, Francis torna nei luoghi della sua vergogna, in un viaggio liberatorio nel tempo, nei ricordi di famiglia, nei recessi della sua mente.
18 luglio

Alejandro Zambra, POETA CILENO, Sellerio 2021
Gonzalo e Carla, fidanzati da adolescenti, hanno scoperto assieme le gioie del sesso, ma quella passione piena di possibilità è finita troppo presto. Anni dopo una scintilla scaturisce di nuovo: insieme daranno vita a una famiglia composita, Carla ha un figlio, il piccolo Vicente, nato da una precedente relazione, e Gonzalo si trasforma in padre affettuoso e in partner fisso di Carla. Entrambi nutrono delle aspirazioni, Gonzalo vuole diventare poeta, Carla segue un corso di fotografia e comincia a perseguire una propria carriera artistica. Con il trascorrere degli anni le scelte individuali e le giravolte del destino porteranno i protagonisti ad allontanarsi e a incrociarsi di nuovo. Vicente, cresciuto da solo con la madre, è diventato un ragazzo appassionato di poesia. Un giorno conosce Pru, una giovane americana che vuole scrivere un reportage sulla poesia cilena; lui la aiuta a incontrare e intervistare poeti e poetesse, inizia a introdurla nell’immensa, appassionata, pettegola famiglia della poesia cilena, «una palafitta gigantesca […] dentro c’è così tanta gente che sembra stia per affondare e invece miracolosamente non affonda». Gonzalo a sua volta incontrerà Vicente, e i due scopriranno molte e inaspettate affinità: hanno in comune l’amore per la poesia, si sentono entrambi incompleti, sempre in bilico, incerti di sé e degli altri, in fondo eterni «poetastri», figliastri, padrastri, come se tutto quello che fanno si corrompesse in una recita minore, goffa e incompiuta. Attraverso di loro, attraverso Carla, Pru e gli innumerevoli poeti di questa storia, Zambra si interroga sul destino delle nuove generazioni, racconta i paradossi della mascolinità e della paternità, le faticose, imprecise traiettorie che uniscono e sfaldano le coppie e gli amori. I personaggi hanno brama di vita, di poesia, di capire e migliorare il mondo. Affrontano, privi di qualunque vergogna, cosa vuol dire essere uomini e donne, giovani e poi vecchi, inseguendo la bellezza e la verità senza avere mai paura che vi sia qualcosa di impossibile. Il suo è un romanzo appassionato e pieno di speranza, con un finale sorprendente che sa essere realistico e felice.