I LIBRI DELLA SETTIMANA
16 settembre
Pier Paolo DI MIno, LO SPLENDORE. VOL.1 L’INFANZIA DI HANS, Laurana 2024
Che cosa sappiamo della realtà? La realtà dell’esperienza ci è nota: conosciamo fatti, eventi, cause, luoghi, individui. Ma nel cuore dell’esperienza è nascosta una trama simbolica: la realtà reale. Nel corso dell’Ottocento, mentre grazie alla rivoluzione industriale la tecnica si affermava come lo strumento principe per la conoscenza e il dominio del mondo, i romanzieri – da Balzac a Flaubert – tentarono di rappresentare scientificamente la realtà dell’esperienza; ma nel passaggio al Novecento ci si accorse che il realismo non riusciva a soddisfare il bisogno di senso, che l’esperienza risultava frammentata e dispersa, che la realtà reale sfuggiva alla presa. Joyce, Proust, Döblin, Mann, Broch, Musil, Hesse, Canetti e altri tentarono un romanzo nuovo, vorace, spirituale, strabordante dalle forme canoniche. “Lo splendore” di Pier Paolo Di Mino si colloca in questa tradizione modernista; ma ficca le sue radici molto più nel profondo, nelle grandi narrazioni bibliche e prebibliche, nella sapienza cabalistica e alchemica – il titolo è un omaggio allo “Zohar” –, nel romanzo comico e parodistico di Cervantes e Sterne. E al tempo stesso è una rocambolesca e talvolta granguignolesca epopea popolare, avvincente come un romanzo di Dumas. “Lo splendore. L’infanzia di Hans” racconta l’infanzia di Hans Doré, nato nel 1911 in un sobborgo di Berlino e destinato a diventare il «vero re», colui che – senza saperlo – potrà salvare il mondo dalla macchina della necessità; ma è soprattutto il racconto della sua genealogia diretta e indiretta, nella quale si affollano personaggi memorabili – la curatrice ambulante Hermine, la piissima Clea, il brutale Gustav, il fervente socialista Joseph –, ciascuno con il proprio compito all’interno della sottile trama che regge le sorti dell’umanità. Le loro vite sono contese da due fazioni contrapposte, che sembrano muoversi con agilità nello spazio e nel tempo: da una parte l’abeliano Hubel e il cainita Ginzburg, dall’altra il prete Kircher e un misterioso libraio. Saranno questi ultimi che, per mezzo di un visionario libro azzurro fatto di sole immagini, tenteranno di guidare Hermine, Clea, Gustav, Joseph e lo stesso Hans verso lo splendore.
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17 settembre
Gérard Thomas, STORIA DEL VUOTO, Clichy 2024
Il tema è semplice e allo stesso tempo infinito: continuare a vivere. Di fronte al lutto, a ogni tipo di lutto. E quindi di fronte alla morte, prima di tutto. Ma anche di fronte all’abbandono, alla solitudine, a ogni tipo di assenza. Dal punto di vista della pura fisica, se potessimo eliminare dagli atomi, di cui tutto l’universo è composto, lo spazio vuoto che separa il nucleo dagli elettroni, tutta l’umanità potrebbe entrare in una sfera grande come un’arancia. Dunque il vuoto è parte di noi. E di vuoti è fatta gran parte della nostra esistenza, perché molta della sofferenza e del dolore con cui dobbiamo confrontarci deriva dalle varie forme assunte dal vuoto, che – come in un paradosso – riempie i nostri giorni assai più della pienezza, rara e rarefatta e sovente irraggiungibile, se non per brevi e intensi momenti. Gérard Thomas ci propone un nuovo capitolo della sua riflessione sull’essere umano e la vita e, dopo averci raccontato la storia della felicità e quella dell’amore, in questo libro affronta ciò che non c’è e che però colma grande parte del nostro percorso terreno. Facendolo come sua abitudine dal punto di vista storico, evolutivo, letterario, filosofico, teologico, ma prima di tutto esistenziale.
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18 settembre
Enrico Galiano, UNA VITA NON BASTA, Garzanti 2024
«Quando desideri tanto qualcosa, fai come il colibrì: non aver paura di cadere. Anzi, impara a farlo a tutta velocità, per poi risalire.» Questa volta, però, a Teo sembra impossibile risalire: è stato bocciato in seconda liceo, ma soprattutto ha fatto qualcosa di davvero sbagliato, e ora dovrà scontare un’estate di lavori socialmente utili. Sa che è una punizione giusta, eppure c’è qualcosa dentro di lui che non riesce a tenere a bada. Teo la chiama la Cosa proprio perché non è in grado di darle un nome: sa solo che è un nemico troppo forte e di cui non ha il coraggio di parlare a nessuno. Di certo non ai suoi genitori, distanti anni luce, ma nemmeno a Peach, la sua migliore amica, l’unica che sa leggere i suoi silenzi e aggiustare con la musica i suoi giorni storti. Tutto cambia quando su una panchina incontra un signore anziano che dice di essere un ex professore di nome Francesco Bove. Giorno dopo giorno, il professore lo porta nei posti più disparati e gli parla di miti greci e filosofi con parole che Teo non ha mai sentito: parole che lo spronano a non arrendersi, a porsi le domande giuste, perché capisca che non è solo, che tutti siamo in cerca di una ragione di vita, di un dono che ci renda speciali. Solo che, per capire cosa sia, l’unico modo è non smettere mai di tentare, fallire e riprovare, coltivare l’arte dell’imperfezione per tirare fuori il capolavoro che vive dentro di noi. Anche a costo di scoprire verità che ci fanno paura, come la fine di una misteriosa ragazza di cui nessuno sa più nulla e la cui storia sembra voler dire qualcosa a Teo.
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19 settembre
Sigfrido Ranucci, LA SCELTA, Bompiani 2024
Sigfrido Ranucci è uno di quegli uomini che coincidono in modo assoluto con il lavoro che si sono scelti. Insieme alla sua équipe di Report – programma televisivo amatissimo e odiato, uno dei baluardi del giornalismo d’inchiesta in Italia – ogni giorno si dedica a vagliare informazioni, collegare eventi, ascoltare voci per decidere come raccontare le notizie che qualcuno vorrebbe rimanessero sotto silenzio. La forza di Report è nella semplicità della scelta: offrire ai cittadini il romanzo crudo dei fatti attraverso un rigoroso lavoro di ricerca, anche quando la strada è irta di pericoli che toccano le vite personali dei giornalisti. Per la prima volta Ranucci racconta il cammino che lo ha condotto sin qui; lo fa scegliendo alcune inchieste fondamentali di cui svela i retroscena, ma anche evocando figure – come suo padre, atleta e finanziere di grande carisma, e il suo maestro Roberto Morrione, fondatore di Rai News 24 – che hanno forgiato in lui la capacità di portare fino in fondo ogni scelta: perché fare giornalismo sul campo significa prendere decisioni che cambiano per sempre il corso delle cose, in senso intimo e collettivo. Da queste pagine emerge l’autoritratto coraggioso di un uomo che, nonostante la pressione costante della realtà nei suoi aspetti più duri, non cede al cinismo, non smette di chiedersi e di chiederci: “Qual è la scelta giusta?”. E di trovare ogni volta la risposta, per rispettare la promessa che lo lega a un pubblico che ha ancora a cuore la legalità e la giustizia sociale.
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20 settembre
Lorenza Natarella, SEMPRE LIBERA, Bao Publishing 2017
Maria Callas. La Divina. Un personaggio impossibile da raccontare in modo convenzionale, che Lorenza Natarella affronta con uno stile – biografico, narrativo e visuale – unico e senza precedenti, come la donna la cui vita narra in queste 192 pagine, dal primo all’ultimo giorno, usando una mise en page eclatante, iperbolica ed elegantissima, esaltata da una bicromia nero-rosa deliziosamente glamour. Un libro su una donna senza compromessi, la cui imponente figura si staglia sfacciata su uno sfondo di personaggi di contorno memorabili, da Renata Tebaldi a Luchino Visconti, da Franco Zeffirelli ad Aristotele Onassis, fino a Pier Paolo Pasolini. Una delle dive più grandi di tutti i tempi, rivive attraverso le sue boutade rutilanti, il suo genio contorto, il rapporto doloroso con la madre che l’ha fatta e inventata. Una biografia con il respiro di un romanzo.
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21 settembre
Marco Vichi, IL RITORNO, Guanda 2024
In questo romanzo incontrerete una donna nata bambino che per non rinunciare alla propria identità più autentica dovrà attraversare l’inferno, quello costruito dagli uomini sulla terra. Sarà costretta a fuggire da molte gabbie, liberandosi da pregiudizi, malignità, umiliazioni, violenza. Sopporterà i tradimenti più dolorosi e la solitudine più estrema. Lontana da casa, sprofonderà nell’orrore e nello strazio della guerra dei Balcani, simile a una delle tante guerre che ammorbano questi decenni di pace apparente. Nella sua storia senza respiro, ogni affermazione e ogni negazione vengono rivoltate, amplificate, distrutte e poi sognate, nel tentativo folle di arrivare a un punto che sia almeno un po’ veritiero. Un luogo dove chi è generoso e sa amare abbia ancora diritto all’esistenza. Questa donna che non cede, che non si corrompe, che sa vedere, persino sorridere, e giocare, ha un nome semplice, si chiama Maria. Non è frequente, ma a volte succede che ci siano persone come lei e storie come la sua, nelle quali gli archetipi si manifestano e parlano delle vite di tutti.
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22 settembre
Dann McDorman, UN TRANQUILLO WEEKEND DI OMICIDI, Piemme 2024
Un esclusivo club di caccia isolato da una tempesta senza precedenti. Un gruppo di ricchi sconosciuti con troppi segreti. Tutti sono sospetti al West Heart Club nessuno escluso.
Cosa c’è di meglio di un giallo ben fatto, originale ma dal sapore classico, alla Agatha Christie, per intenderci? Un giallo con al centro un posto suggestivo – metti, un esclusivo club di caccia nei boschi dell’Upstate New York, a cui sono ammessi solo i membri di poche, ricchissime famiglie che si riuniscono per cacciare orsi e cervi, bere Martini e seppellire i loro sporchi segreti. Un giallo in cui, naturalmente, non può mancare un detective, uno di quelli vecchio stampo con la sigaretta tra le dita e l’aria più che vissuta, capitato lì per caso, invitato da uno dei soci. Un ospite un po’ troppo ficcanaso… E poi, la ciliegina sulla torta: il morto. Magari il cadavere di una bella signora, una delle mogli, rinvenuto sulla riva del lago pieno di pesci e canoe di lusso. Una signora che, nel gruppetto di amici del club, di nemici ne aveva parecchi. A questo punto basta aggiungere una terribile tempesta che blocca tutti quanti lassù, senza via d’uscita, e il gioco è fatto.
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