I LIBRI DELLA SETTIMANA

19 dicembre

Derek Jarman, IL TESTAMENTO DI UN SANTO. A VOSTRO RISCHIO E PERICOLO, Shake 2022
Quando realizzò di essere ammalato di Aids, Derek Jarman volle testimoniare sì la sua gioia di vivere ma anche le incredibili situazioni repressive e di malessere che lo avevano costretto – lui come tutta una generazione gay – a vivere la propria condizione quasi fosse un crimine, nascondendosi di continuo, sempre marchiati e giudicati in modo sprezzante dall’etero perbenismo dominante. Lo fa intrecciando in un arazzo stupefacente, e per certi versi delicatissimo, poesie, testimonianze di prima mano, aneddoti di vita vissuta, articoli ripresi dai maggiori giornali dell’epoca. In un libro che alla fine è potente, drammatico, rivelatore ma anche percorso da un incredibile anelito di libertà, di gioia e tanto bisogno di amore. Trent’anni fa, nel pieno della peste Aids, dire di essere gay era un atto veramente rivoluzionario. Forse oggi risulta difficile capire quanto sia stato radicale e importante questo libro. Certo, finalmente sono stati ottenuti dei progressi in Occidente, ma ancora oggi in un modo o nell’altro l’amore omosessuale è criminalizzato in quasi settanta paesi, e addirittura in dieci nazioni si può essere condannati a morte per omosessualità. Nel raccontarci la condizione vissuta dagli omosessuali tra gli anni quaranta e gli anni novanta, questo libro costringe a confrontarci con un clima culturale assolutamente drammatico. Purtroppo la storia non è lineare, e talvolta è destinata a ripetersi. E questo libro, pur nella sua delicatezza poetica, rappresenta uno straordinario monito. “I primi venticinque anni della mia vita li ho vissuti come fossi un criminale. I successivi venticinque li ho spesi come un cittadino di serie B, privato di ogni diritto umano. Senza il diritto di adottare dei bambini – e addirittura se avessi dei figli potrei essere dichiarato un genitore inadatto; illegale nell’esercito; nessun diritto di accesso a una persona cara; nessun diritto all’affetto in pubblico; nessun diritto a una istruzione imparziale; nessun diritto per la mia relazione sentimentale e nessun diritto di sposarmi. Queste restrizioni mi hanno sottilmente privato della mia libertà. Sembrava impossibile che potesse essere diversamente, e così l’abbiamo accettato tutti.” “Questa sera sono stanco. Ho la vista offuscata, il mio dorso si curva per il peso della giornata ma – amici omosessuali – permettetemi di congedarmi da voi cantando. Ho dovuto scrivere di un periodo triste come testimone e non certo per spegnere i vostri sorrisi. Vi prego, leggete gli affanni del mondo che ho fissato su queste pagine; poi, riponete questo libro e amate. Possiate, voi che vivrete in un futuro migliore, amare senza soffrire e ricordare che anche noi amammo. Mentre calavano le tenebre, comparivano le stelle. Sono innamorato.”
20 dicembre

Yasmina Khadra, IL SALE DELL’OBLIO, Sellerio 2022
In Algeria negli anni ’60, agli inizi dell’indipendenza, quando ancora si respira quello che sarà solo il miraggio della libertà, Adem Naït-Gacem, insegnante alla scuola media, viene abbandonato dalla moglie, da tempo infelice del matrimonio. Per Adem non c’è altro al di fuori di questo suo piccolo mondo quotidiano, e nel pieno della disperazione decide a sua volta di lasciarsi tutto alle spalle, di abbandonare il villaggio, il lavoro, i suoi alunni e di prendere la strada come un vagabondo per annientare il dolore e la vergogna. Come un moderno Don Chisciotte, nel corso del suo cammino incontrerà i personaggi più disparati: un vecchio cieco che canta divinamente, uno psichiatra amante di Gogol’ e Puskin, un nano che sogna di trovare almeno una volta nella vita un amico vero, tutti più miserabili di lui ma che cercheranno comunque di aiutarlo, di redimerlo, di spronarlo. Ma Adem è un uomo intristito, ostile, diffidente, rassegnato alla sua drammatica sorte. Fino a quando non si troverà a riaffrontare i suoi vecchi demoni e a considerare una scelta che potrebbe modificare il suo destino. Con la sua scrittura in costante ricerca ed evoluzione, Yasmina Khadra ci offre una meditazione poetica e filosofica sul concetto del possesso, della separazione, della solitudine, dell’assurdità della vita senza amore e senza amicizia.
21 dicembre

Alessandro Piperno, PROUST SENZA TEMPO, Mondadori 2022
Tutto ha inizio con un inatteso dono di Natale. Un librone rilegato in similpelle blu navy con intarsi dorati, più simile a una Bibbia da motel che a un romanzo. Il volume in questione è Dalla parte di Swann, il primo tomo di Alla ricerca del tempo perduto nell’edizione dei “Meridiani” Mondadori. Marcel Proust, dunque. Un nome che risulta sconosciuto al beneficiario non meno che all’autore del regalo, entrambi all’ultimo anno di liceo. Sebbene abbia già avuto modo di mettere in carniere letture di un certo calibro, il giovane appassionato di storie non può immaginare che stavolta sarà tutto diverso. Man mano che si avventura nel folto intricato di quelle pagine, scandite da periodi che indugiano su se stessi incuranti della pazienza del lettore, concatenati in una sintassi apparentemente involuta che sembra non dover condurre da nessuna parte, l’immediatezza di lettura, l’entusiasmo spontaneo lasciano spazio a una perplessità incredula. Ci vorrà del tempo perché quella perplessità riveli la sua natura: fascinazione. Di quelle destinate a cambiare il corso dell’esistenza. Da qui prende le mosse l’incantesimo Proust. Come se la sua prosa non potesse entrare nella tua vita che di soppiatto. A distanza di tanti anni, ora che il tempo ha cristallizzato quelle prime impressioni, Alessandro Piperno si volge, per la prima volta in modo così intimo, alle ragioni di quell’incontro felice. Proust non è soltanto l’autore a cui ha consacrato buona parte della sua vita intellettuale. Che lo ha ispirato, come nessun altro scrittore ha saputo fare. Da un certo momento in poi è diventato fatalmente la misura per leggere gli autori amati, Montaigne, Woolf, Nabokov, Roth. Persino Céline, il più accanito nemico della Recherche. Attraverso “brevi divagazioni di marca plutarchiana”, questo libro offre un approccio arbitrario e vecchio stampo che forse, se preso nel giusto verso, potrà giovare sia alla comprensione di Proust che a quella dei maestri che ho voluto affiancargli.
22 dicembre

Clarissa Goenawan, IL MONDO PERFETTO DI MIWAKO SUMIDA, Carbonio 2022
Miwako era una ragazza poco appariscente. Esile e taciturna, portava occhiali troppo grandi e indossava maglioni dai colori pastello. Amava i romanzi, che sceglieva con cura in un negozietto di libri usati, e non aveva mai avuto un fidanzato. Un profumo di fragole la circondava e Ryusei, quando l’aveva incontrata in un’improbabile uscita a coppie, si era subito innamorato di lei, tanto che aveva convinto sua sorella maggiore Fumi a farla lavorare nel suo sgangherato atelier di pittura. E un giorno tra i quadri era apparsa anche una gatta, Tama, che Miwako aveva adottato. Fumi e Ryu avevano alle spalle una storia triste e si erano affezionati a quella ragazza così piena di luce. Eppure Miwako nascondeva un segreto, troppo grande da custodire in silenzio…
23 dicembre

Jurij N. Tynjanov, MORTE DEL VAZIR-MUCHTAR, Edizioni Settecolori 2022
Con una narrazione caleidoscopica che unisce la caricatura alla poesia, Tynjanov delinea un eroe tragico all’interno di una società russa che affronta la sua decadenza con inutili soprassalti di forza, il tutto nella soffocante e ambigua atmosfera del tradimento, del rinnegamento, della servilità.
Vazir Muchtar è il titolo ufficiale persiano di Alexsandr Griboedov, ministro russo in Persia, già autore di una commedia famosa e discussa, Che disgrazia l’ingegno!, nonché figura interessante quanto enigmatica del panorama letterario moscovita. Nel 1828, prestato alla politica nonostante lo si sospetti di “sentimenti e amicizie liberali”, Griboedov torna in patria da Teheran con in tasca il Trattato di Turkmanchay, primo, ipotetico passo di un protettorato russo su quelle regioni. In quel momento la sua fama di diplomatico è all’apice, ma “l’acre odore di fatalità” aleggia intorno a lui e lo spinge di nuovo verso Teheran, dove il suo destino si compirà sanguinosamente. La morte del Vazir-Muchtar è dunque la storia di quest’uomo, dei suoi amori, delle sue indifferenze, delle sue audacie, delle sue avventure, ma è anche una fantastica sfilata di esseri umani, l’alta società pietroburghese e quella letteraria, i militari e i funzionari, i commercianti e gli spioni e, una volta passato il confine, gli eunuchi e i disertori, la corte dello Scià e i principi pronti a sgozzarsi l’un l’altro…
24 dicembre

Aldo Maria Valli, MILANO NELL’ANIMA. VIAGGIO NELLA CHIESA AMBROSIANA, Laterza 2013
A Milano la religione gioca da sempre un ruolo importante, anzi decisivo. Nemmeno i laicisti più incalliti protestano se sono chiamati ‘ambrosiani’, dal nome del vescovo Ambrogio, e nessuno si risente per l’inno indiscusso della città “O mia bela Madunina”. Ambrogio è considerato patrimonio di tutti, né si potrebbe immaginare Milano senza il suo santo vescovo e senza la Madonnina d’oro. Dal santo patrono a san Carlo Borromeo, da Montini a Martini, a Tettamanzi, i ministri del culto hanno avuto un ruolo fondamentale nella storia religiosa e civile di Milano. Ma in queste pagine non troveremo solo storie di arcivescovi. Questo libro è un vero e proprio viaggio nel rito ambrosiano e nel perché della sua diversità, nell’origine e nei segreti dei luoghi di culto, nelle figure (come don Carlo Gnocchi, Luigi Giussani, David Maria Turoldo) che hanno dato al cattolicesimo milanese una vivacità speciale. Aldo Maria Valli entra nell’Università Cattolica, visita la Biblioteca Ambrosiana, racconta dei missionari nel mondo, fa la storia della comunità ebraica e della presenza islamica, propone un giro nelle abbazie, fa capire quanto siano centrali a Milano (città ‘dal cuore in mano’) il connubio tra fede e carità e il dialogo tra religioni e culture. Tantissime le curiosità. Ad esempio, sapete perché si dice ‘roba da chiodi’? E da dove deriva l’espressione ‘viaggiare a ufo’?
25 dicembre

Zerocalcare, NO SLEEP TILL SHENGAL, Bao Publishing 2022
Nella primavera del 2021 Zerocalcare si reca in Iraq, per far visita alla comunità ezida di Shengal, minacciata dalle tensioni internazionali e protetta dalle milizie curde, e documentarne le condizioni di vita e la lotta. Il viaggio si rivela difficile perché più volte la delegazione italiana viene respinta ai vari check point controllati dalle diverse forze politiche e militari che si spartiscono il controllo del suolo iracheno. Questo libro a fumetti è la fotografia di un momento geopolitico preciso, in cui un manipolo di persone si oppone allo strapotere di chi chiama “terrorismo” ogni tentativo di resistenza, mentre gli assetti di potere cambiano lentamente, e il sogno del confederalismo democratico in un pezzetto troppo spesso dimenticato di Mesopotamia rischia di svanire per sempre, nell’indifferenza assordante dell’occidente.