I LIBRI DELLA SETTIMANA

20 settembre

Fabrizio Silei, LA RABBIA DEL LUPO, Giunti
Torna una delle coppie di investigatori più sorprendenti del giallo italiano. Grande atmosfera, sapore popolare e una trama serrata che stavolta vedrà Pietro alle prese con il proprio demone: la rabbia.
Firenze, 1937. È il compleanno del contadino Pietro, e il conte, conoscendo la passione per l’opera del suo prezioso aiutante, ha organizzato per lui una serata al teatro Comunale, insieme al commissario Vitaliano Draghi e alla contessina Nausica. Ma all’uscita dallo spettacolo li attende una notizia scioccante: alla Certosa del Galluzzo, sulle colline ricoperte da una coltre di neve, è stato ritrovato il cadavere di un ospite e di lì a poco quello del priore. Possibile che si tratti solo di una tragica coincidenza? Come al solito il geniale Pietro viene esortato ad accompagnare Vitaliano nel sopralluogo e, nonostante le sue resistenze, non può fare a meno di lasciarsi coinvolgere. Giunti fra le imponenti mura del monastero, i due si trovano di fronte il cadavere di un uomo che apparentemente ha sbattuto la testa dopo essere inciampato, un ospite della foresteria, di cui però nessuno dei monaci sapeva nulla. Il mistero si infittisce nella cella del priore, seduto alla scrivania con la testa ripiegata sul petto, le carte di un solitario disposte davanti a sé, insieme a un bicchierino di amaro. Nella mano destra tiene ancora due jolly, che forse sono un ultimo disperato messaggio. E non è tutto. Nella tasca del primo morto c’è una scatola di fiammiferi che pubblicizza l’esclusiva casa di appuntamenti di Madame Saffo. Ma cosa lega un convento di certosini a quel lussuoso bordello? Non resta che interrogare la tenutaria e le sue ragazze. Quando Pietro scopre che la maîtresse sta preparando una fanciulla vergine per l’arrivo del Duce, una furia incontrollata si impadronisce di lui…
21 settembre

Fannie Flagg, RITORNO A WHISTLE STOP, Rizzoli
Con candore e ironia, Fannie Flagg porta ancora una volta il lettore tra gli indimenticabili protagonisti e le atmosfere senza tempo di Pomodori verdi fritti al caffè di Whistle Stop.
Buddy Threadgoode è nato e cresciuto a Whistle Stop, Alabama. Da bambino, il fischio allegro dei treni che passavano per la piccola stazione ferroviaria scandiva il corso delle sue giornate. Sua madre Ruth, donna mite, misurata, e la zia Idgie, eccentrica, volitiva, passionale, erano le proprietarie del caffè della cittadina, noto nel raggio di chilometri per i suoi irresistibili pomodori verdi fritti; un punto di incontro e di ristoro sempre pronto ad accogliere tutti. Poi, col passare del tempo, Whistle Stop andò via via spopolandosi, i treni smisero di passare e il caffè chiuse una volta per tutte. Dopo molti anni di assenza, di quel posto immerso tra i campi di granturco l’ottantaquattrenne Buddy conserva ricordi dolci e nostalgici, che condivide con sua figlia Ruthie e con chiunque abbia voglia di ascoltare le sue storie. Ed è lì, ai luoghi della sua infanzia, che decide di fare ritorno, sgattaiolando fuori dalla casa di riposo per un viaggio carico di avventure, dando il via a un susseguirsi di eventi dai risvolti imprevedibili.
22 settembre

Lawrence Osborne, NELLA POLVERE, ADelphi 2021
In un antico villaggio marocchino, trasformato in buen retiro di lusso da una coppia di cinquantenni gay – l’americano Dally e l’in­glese Richard –, sta per andare in scena lo sfarzoso party che ogni anno richiama decine di ospiti facoltosi. Un baccanale di tre giorni durante i quali, sotto lo sguardo venato di disprezzo e di invidia insieme del personale, è destinato a consumarsi ogni tipo di eccesso. Tutt’intorno, montagne sfregiate dai cercatori di fossili, strade su cui la polvere si deposita «con la leggiadria gravitazionale di una massa di piume» e oasi abitate da gente di una nobiltà «minacciosa e fluida». Quando l’auto di David e Jo, diretti alla festa, investe e uccide un giovane del posto, si innesca una catena di eventi che porterà i due a fare i conti con i propri pregiudizi, colpe e desideri più segreti. Ma a chi spetta perdonarci per consentirci di ricominciare? E, soprattutto, il perdono e la giustizia sono davvero possibili? Osborne conosce bene la risposta, ma trascina rapinosamente il lettore fino all’ultima riga prima di svelargliela.
23 settembre

Jeferson Tenòrio, IL ROVESCIO DELLA PELLE, Mondadori 2021
Pedro è un giovane di Porto Alegre che, dopo l’uccisione del padre Henrique, insegnante in una scuola serale, per mano di un poliziotto ossessionato dai neri, ripercorre il passato della sua famiglia, legata alle credenze del candomblé, riflettendo sul significato di essere neri in una società fortemente razzista. Il presente si alterna al racconto della vita dei genitori, della loro infanzia e adolescenza, dei loro amori giovanili e del loro matrimonio complicato, naufragato quando Pedro aveva solo un anno. Fallimento dovuto in parte alla gelosia e possessività della madre e in parte all’incapacità del padre di accantonare le questioni razziali. Genitori amati mai però conosciuti fino in fondo, le cui vicende consentono al protagonista di raccontare un paese segnato dalle diseguaglianze razziali e da un sistema educativo e socioeconomico gravemente in crisi. La posta in gioco è la vita di un uomo scosso dalle inevitabili fratture esistenziali della sua condizione di nero nel sud del Brasile, un processo doloroso di resa dei conti, ma anche di redenzione, superamento e libertà. Il rovescio della pelle è un romanzo brutale e delicato al tempo stesso, acuto e poetico. Un libro che tratta la complessa questione identitaria, e lo fa coinvolgendo il lettore con una maestria rara, attraverso un’analisi del complesso rapporto padre figlio nel corso della storia, sia quella del Brasile, sia quella familiare e personale. Con la grande capacità di costruire personaggi emblematici e di affrontare le complessità e le piccole tragedie dei rapporti familiari, Jeferson Tenório si consolida come una delle voci più potenti e stilisticamente coraggiose della letteratura brasiliana contemporanea.
24 settembre

Kevin WIlson, I BAMBINI SONO CALMI, Rizzoli 2021
Madison e Lillian si conoscono dai tempi della scuola. La prima è sposata con un uomo ricchissimo, la seconda lavora part-time in due minimarket concorrenti e fuma erba nella mansarda di sua madre, dove vive. Non si vedono da oltre dieci anni, ma si sono sempre scritte, dipingendo la propria vita all’altra da una distanza sempre più incolmabile. Ma adesso Madison ha una proposta di lavoro per Lillian, qualcosa di davvero inaspettato: sta cercando una persona fidata e discreta, che vigili sui figli di primo letto del marito, senatore e aspirante segretario di Stato, perché rischiano di comprometterne la carriera politica. I gemellini Bessie e Roland, infatti, hanno una caratteristica unica: nelle situazioni di stress prendono fuoco, avvolgendo nelle fiamme tutto ciò che si trova nel raggio di qualche metro. Occorre quindi evitare il peggio. L’occasione lascia perplessa Lillian, che però non ha molto da perdere. A Franklin, Tennessee, varcherà i cancelli della sontuosa villa del senatore Roberts ritrovandosi in una nuova vita come governante di due bambini straordinari.
25 settembre

Mat Osman, ROVINE, Blu Atlantide 2021
Londra, 2010: mentre il vulcano islandese Eyjafjöll erutta bloccando mezza Europa con la sua immensa nube di cenere, Adam Kussgarten, introverso e bizzarro londinese che nel proprio appartamento di Notting Hill ha costruito una intera città in miniatura, viene avvertito telefonicamente da un numero a lui sconosciuto che suo fratello gemello, Brandon, è stato rinvenuto morto, assassinato da alcuni uomini con il viso coperto da maschere di Paperino, a poche centinaia di metri dall’abitazione dello stesso Adam. I due fratelli gemelli non avevano contatti da anni, e Adam credeva anzi che Brandon, un tempo una rockstar minore della scena musicale inglese, vivesse ormai stabilmente a Los Angeles, in America. Da questo momento il timido Adam si trova coinvolto in un’avventura tanto pazzesca quanto pericolosa, che lo conduce nei meandri più nascosti dell’underground di Londra alla ricerca di preziosissimi nastri musicali, di risposte alla morte del fratello e, forse, del suo stesso destino.
26 settembre

Luca Martera, HARLEM IL FILM PIÙ CENSURATO DI SEMPRE, La NAve di Teseo 2021
Questo libro, documentato e ampiamente illustrato, racconta la vicenda appassionante, drammatica e piena di sorprese del film più censurato della storia del cinema italiano.
«Morte agli italiani!» è il grido di battaglia urlato a squarciagola dal capo dei tifosi abissini al Madison Square Garden ed è questa la battuta-chiave per comprendere il senso di ciò che fu “Harlem”, il film italiano più censurato di sempre. Uscito alla fine di aprile del 1943 – due mesi prima dello sbarco degli alleati in Sicilia e tre mesi prima della caduta del fascismo – il film di Carmine Gallone fu una delle più plateali opere di mistificazione del regime fascista, pensata e realizzata quasi 80 anni fa per illustrare alle masse il “razzismo di Stato” e sancire così la superiorità della stirpe ariana attraverso un incontro di boxe tra un italo-americano e un pugile nero, trent’anni prima di Rocky. Interpretato dai divi più famosi dell’epoca, dal “buono” Amedeo Nazzari al “cattivo” Osvaldo Valenti, dall’ “americanina” Vivi Gioi al “littorio” Massimo Girotti, e firmato da un incredibile (con la lente della distanza) plotone di giornalisti-intellettuali di prim’ordine, tra cui l’anti-americano Emilio Cecchi, il fascistone Paolo Monelli, l’ebreo Giacomo Debenedetti (che non poté comparire a causa delle leggi razziali), il direttore antisemita de «Il Littoriale» Pietro Petroselli e il futuro padre del neorealismo Sergio Amidei, Harlem fu l’ultimo kolossal in costume fortissimamente voluto da Luigi Freddi, fondatore di Cinecittà, gran sacerdote del culto censorio e figura sui generis di gerarca sopravvissuto miracolosamente al 25 luglio e al 25 aprile. Sequestrato nel 1944 dall’ebreo torinese Pilade Levi, capo della PWB Film Section della divisione degli alleati specializzata in comunicazione e propaganda, il film viene trasformato nel dopoguerra dalla neonata censura repubblicana in innocuo film sportivo, con tagli e modifiche ai dialoghi per quasi 40 minuti. La nuova versione, senza più alcun riferimento alla guerra d’Etiopia, non convinse comunque alcuni sedicenti partigiani di Reggio Emilia che nel 1947 bruciarono nella pubblica piazza le pizze del film.