I LIBRI DELLA SETTIMANA

23 maggio

Piersandro Pallavicini, IL MOSTRO DI VIGEVANO, Pequod 1999
Marco Calibani ha un buon lavoro, una fidanzata, parenti e amici. E una sessualità esuberante. Pagina dopo pagina, ci racconta con ascetica minuzia i suoi incontri e le sue frustrazioni rivelandosi pochissimo dotato degli attributi classici della mostruosità. Ma c’è qualcosa di pericoloso nel modo che Calibani ha di parlare di cibo, di corpi, di affetti. La sua mostruosità si nasconde proprio lì: nelle parole con cui nomina e valuta le persone e le cose. Un “American Psycho” ambientato in Lomellina, composto di una prosa rapida e acuta, che rispecchia in pieno lo spirito letterario dei tempi che furono, anni in cui si guardava con interesse e ammirazione agli scrittori dell’antologia Gioventù cannibale.
24 maggio
Piersandro Pallavicini, ROMANZO PER SIGNORA, Feltrinelli 2011

“Ho preso dalla provincia lombarda cinque anziani signori – due coppie e un vedovo, tutti afflitti da malanni più o meno disastrosi – e li ho portati in vacanza a Nizza. In Jaguar. In un hotel a quattro stelle, con in mano un elenco di ristoranti lussuosi e in tasca un’American Express a credito illimitato. Tra i giardini del Cimiez e una clinica privata diretta dal sosia di Daniel Auteuil, con l’aiuto di un romanzo inedito di Frederic Prokosch e di una magica sfera di hashish, Cesare, che racconta la storia, si metterà sulle tracce di Leo Meyer. Lo scrittore che negli anni ottanta ha fatto esordire e ha sostenuto come direttore letterario di una nota casa editrice. Leo, il suo amico della vita. Che dopo anni di misteriosa latitanza riappare lì, a Nizza, gli occhi incavati nel volto malato, sul sedile posteriore di un taxi in corsa. Lo so che alla fine ne è uscito un romanzo struggente, con questi cinque anziani a ricapitolare le loro vite in smobilitazione, mentre provano caparbiamente a riallacciare i fili degli affetti. Ma Cesare è fermamente deciso a non cedere di un’unghia alla malinconia e al rimpianto. Come me, che mentre scrivevo tiravo giù dagli scaffali Wodehouse, Carlo Manzoni, Marcello Marchesi, e facevo esorcismi in forma di battute. Intanto che nel romanzo, questa volta felicemente, il mistero cresceva e la trama si infittiva.” (Piersandro Pallavicini)
25 maggio

Piersandro Pallavicini, UNA COMMEDIA ITALIANA, Feltrinelli 2014
Carla Pampaloni Scotti ha cinquant’anni, una netta somiglianza con Ave Ninchi, è professoressa di Chimica alla Statale di Milano, è sposata con un fisico geniale, ha un figlio quindicenne purissimo nerd. La sua collega e amica della vita è Paola Ottolina: bassa, grassa, occhialuta, irrimediabilmente brutta e sola, con le sue fattezze da can-bulldog. O almeno così sostiene il vecchio Alfredo Pampaloni, padre di Carla, ex industriale. Un ottuagenario che guida la sua Jaguar come Manuel Fangio, che prepara i Martini migliori del mondo, che indossa sempre giacca blu, pantaloni bianchi e mocassini senza calze, come un playboy anni sessanta. Agosto 2012: Alfredo Pampaloni convoca tutti a Solària. Nella futuribile villa di famiglia arriva Carla con suo figlio e l’Ottolina, e da Londra arriva Edo, con i suoi gemelli biondi e una moglie maleducata. E allora subito: il vecchio Pampaloni porta i figli da un notaio per cedere loro la casa di Solària e quella di Milano; Edo chiede conto dei milioni di euro da ereditare che sembrano svaniti; la villa e i suoi occupanti sono vittime di aggressioni incomprensibili, un’accetta conficcata nella centralina elettrica, scritte ingiuriose sui muri, palle di fuoco che scendono dal crinale. Ed è da qui che parte un intrigo che mescola il misterioso passato del capofamiglia con un presente minaccioso, affrontato con l’aiuto del vice ispettore Erica Daldosso, rughe e capelli d’argento. Il passato si sgroviglia. Ed è quasi tutto da ridere.
26 maggio
Piersandro Pallavicini, RIVISTE ANNI ’90, Fernandel 1999
Negli anni ’90 è emerso e cresciuto il fenomeno letterario delle “Riviste anni ’90”, testate realizzate con pochi mezzi e tanta buona volontà, ma subito abitate dall’ambizione di diventare autentici prodotti da libreria. Riviste prodotte da redazioni disponibili a leggere, discutere e pubblicare i materiali proposti da un’orda sempre più consistente di “aspiranti esordienti”. In questo libro, scritto da “dentro”, cioè da un autore che dalle riviste arriva, c’è un’analisi e una cronaca di questo fenomeno generazionale. Un parco-riviste che, lontano dalla ribalta dei media, ha saputo portare alla pubblicazione alcuni dei migliori scrittori della più recente narrativa italiana. In più indirizzi e contatti e un’antologia-campione di racconti.
27 maggio

Piersandro Pallavicini, ATOMICO DANDY, Feltrinelli 2005
2002. Sposato, ricco, ossessivamente dandy, il professor Nuvolani è un quarantenne di sinistra, intelligente e senza scrupoli. Capo di un gruppo di ricerca finanziato dall’industria informatica, è alle soglie di una grande scoperta: un computer ultraveloce che funziona non con i microchip, ma grazie alle molecole. Cadenzata da una progressiva ricapitolazione del passato e da una rapida progressione verso il futuro, l’avventura di Nuvolani disegna una parabola narrativa che parte dagli anni ottanta di Chernobyl e dalla grottesca formazione scientifica sessuale, politica e sentimentale del giovane studente, e arriva al 2009 passando attraverso l’esercizio di un inimitabile stile di vita, un’esibita promiscuità sessuale, e la messa a punto del Chemputer.
28 maggio

Luca Boschi, a cura di Piersandro Pallavicini, FRGO, VALVOLE E BALLOONS. VIAGGIO IN VENT’ANNI DI FUMETTO ITALIANO D’AUTORE, Costa & Nolan 1997
I morsi di “Cannibale”, i rombi d’avanguardia di “Valvoline motor comics”, le merci da conservare per il futuro di “Frigidaire”, i trendissimi computer-comics dei Giovanotti Mondani meccanici, Manara l’erotico, Pazienza il movimentista, “Orient express”, “Pilot” e altre mille e una rivista dei gloriosi anni 80 ovvero la Golden Era del nuovo fumetto italiano.
29 maggio