Le novità della settimana
24 maggio
Bell Hooks, INSEGNARE A TRASGREDIRE, L’EDUCAZIONE COME PRATICA DELLA LIBERTA’, Meltemi 2020
Un saggio di teoria dell’apprendimento concepito nel contesto delle lotte femministe e anti-razziali in USA.
Come possiamo ripensare le pratiche di insegnamento nell’era del multiculturalismo? Cosa fare degli insegnanti che non vogliono insegnare e degli studenti che non vogliono imparare? Come affrontare il razzismo e il sessismo in classe?
Intriso di passione politica, Insegnare a trasgredire fonde la conoscenza pratica dell’insegnamento e la connessione profondamente avvertita con il mondo delle emozioni e dei sentimenti. Un libro prezioso su insegnanti e studenti che osa affrontare questioni quali eros e rabbia, dolore e riconciliazione, nonché il futuro dell’insegnamento stesso. bell hooks – scrittrice, insegnante e intellettuale nera e ribelle – propone un concetto di educazione come pratica di libertà.
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25 maggio
Sue Stuart-Smith, COLTIVARE IL GIARDINO DELLA MENTE. IL POTERE RIPARATORE DELLA PAURA, Rizzoli 2021
“Il libro sul giardinaggio più originale che sia mai stato scritto.” – The Sunday TimesAl giorno d’oggi, la metafora più diffusa per descrivere il cervello è quella che lo paragona a un computer: la sua struttura fisica corrisponderebbe all’hardware, la mente al software. La psiche in via di sviluppo di un neonato non sarebbe altro che un database da riempire di informazioni. Una simile visione ci porta spesso a interpretare i nostri processi mentali quasi fossero programmi, capaci di offrirci soluzioni semplici, rapide e lineari a ogni problema.Esperienze, pensieri, ricordi e sentimenti plasmano senza sosta le nostre reti neurali, che a loro volta determinano il modo in cui pensiamo e sentiamo. Paragonarci a delle macchine, per quanto meravigliose e sofisticate, ci porta a travisare la nostra natura. Sempre più spesso, invece, la psicologia e la biologia contemporanee tendono a recuperare una metafora antica ma efficace: l’idea che possiamo coltivare il nostro io più profondo, che lo si chiami mente o animo, proprio come faremmo con un giardino.Combinando mirabilmente scienza e letteratura, psicoanalisi e racconto, indagine teorica e consigli pratici, questo libro si propone di ricordarci una verità fondamentale, che chi lavora a contatto con la natura conosce da sempre: prenderci cura di un orto o un giardino, di piante che crescono seguendo il proprio ciclo vitale, può influire in modo positivo sulla nostra salute, il nostro benessere psicologico e la nostra autostima. I carcerati cui viene concesso di dedicarsi a coltivare un piccolo giardino hanno meno probabilità di ricadere nel crimine; i giovani a rischio che si sporcano le mani di terra hanno più probabilità di finire gli studi; gli anziani che si dedicano all’orticultura vivono meglio e più a lungo.Dai richiedenti asilo ai giovani in carriera, dai veterani di guerra ai neopensionati, Sue Stuart-Smith ci racconta storie illuminanti di persone che lottano con depressione, lutti e dipendenze, per mostrarci quanto poco sappiamo ancora del potere rigenerativo che la natura può esercitare sulle nostre vite.
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26 maggio
Amity Gaige, LA SPOSA DEL MARE, NNE 2021
“Per un po’ mi ero chiesta se ciò che ero diventanta negli ultimi anni – scettica, ansiosa, arrabbiata – fosse il mio vero io o piuttosto la distorsione prodotta da una storia deformante. Ma in mare, come la studiosa che verga il suo ultimo appunto, non avevo nulla che mi impedisse di rispondere a questa domanda, nulla che ostacolasse la mia conoscenza di me stessa. C’era solo un orizzonte sempre più vasto, vuoto in ogni direzione, un’assenza di interferenze, una prospettiva senza mediazioni: il puro, terrificante, io”: la protagonista di LA SPOSA DEL MARE di Amity Gaige, studiosa di poesia e mamma di Sybil sette anni e George due e mezzo, si lascia convincere dal marito Michael a trascorrere un anno in giro per i Caraibi in barca a vela. Juliet non ama particolarmente il mare, non ha dimestichezza con le barche ma soprattutto teme che le diversità tra lei e il marito diventino insostenibili in uno spazio così ridotto. Il romanzo di una delle maggiori scrittici americane suscita molte suggestioni e pensieri e ci accompagna in un viaggio che prima di essere quello in barca a vela è all’interno del matrimonio della giovane donna con la testa piena di poesie e con un trauma infantile mai superato e di Michael, metodico e preciso ai limiti della noia che però manda all’aria la sua vita ordinata per vestire i panni del sognatore, desideroso di tagliare i ponti con la quotidianità e le sue regole. Così partiamo anche noi, avvolti dalle cronache del preciso diario di bordo di Michael e dalle allusive, poetiche, contrastanti, ironiche parole di Juliet. Fino a ritrovarci sulla terraferma, chiusi in un armadio a muro, a difenderci dal mondo. E via via assorbiamo sempre più il senso della complessità delle relazioni umane e ci chiediamo cosa sappiamo davvero delle persone che ci vivono accanto. Anche se non navighiamo su una barca a vela: “È questo. La vita è questo. Un viaggio senza indicazioni. I mari si stendono in ogni direzione”.
Recensione di Simonetta Bitasi tratta da www.lettoreambulante.it
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27 maggio
Gérard Prévot, LA NOTTE DEL NORD, Agenzia Alcatraz 2020
Per la prima volta tradotti in italiano i capolavori del maestro della scuola belga del bizzarro, Gérard Prévot. Spettri, demoni, streghe e stregoni sono i protagonisti di queste storie ambientate nelle desolate Terre del Nord. Ma fate attenzione: tra il fantastico e il mondo reale, la differenza è spesso fatta di un sottile nulla. E come diceva Prévot: «Gli spettri sono dentro di noi, è il mondo reale il vero mostro».
I tre lunghi racconti che compongono questa raccolta condividono la stessa ambientazione: il Nord. Quelle zone di magia, venti, piogge e terrore che vanno da Lille a Bruges, tra la Francia settentrionale e il Belgio fiammingo, e sulle quali soffiano di tanto in tanto i miasmi del mare. Luoghi strani e a affascinanti, dove il minimo passo falso trascina passato, presente e futuro nell’ombra in agguato.
Con questo libro Gérard Prévot torna a imporsi come uno dei grandi maestri della letteratura fantastica belga, accanto a nomi leggendari come Jean Ray e Thomas Owen.
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28 maggio
Andy Warhol con Pat Hackett, POPISM, Feltrinbelli 2021
“Questa è la mia personale prospettiva del fenomeno pop a New York negli anni sessanta. Pat Hackett e io abbiamo ricostruito il decennio, cominciando dal 1960, quando iniziai a produrre le mie prime tele pop vere e proprie. È uno sguardo a ritroso a com’era allora la vita per i miei amici e per me; ai dipinti, ai film, alla moda, alla musica, alle superstar e alle relazioni personali che hanno dato forma a quel mondo nel nostro loft di Manhattan, il luogo conosciuto come Factory.” Una tempesta culturale travolse gli anni sessanta: la Pop Art, Bob Dylan, la psichedelia, i film underground. Al centro della tempesta sedeva un giovane artista con i capelli argentati: Andy Warhol. Andy conosceva tutti e tutti conoscevano Andy. Il suo studio, la Factory, era il cuore di questa rivoluzione: dove Warhol creò le grandi tele delle lattine e delle icone che definirono il decennio, dove si potevano ascoltare i Velvet Underground di fianco a Edie Sedgwick e dove Warhol stesso osservava come un sismografo il movimento irrequieto dell’avanguardia.
La turbolenza degli anni sessanta si riflette in un memoir straordinario, che documenta il successo di Warhol come artista e come film-maker e, allo stesso tempo, entra nelle vicende travolgenti e drammatiche della sua vita.
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29 maggio
Autori vari, DECAMERON PROJECT. ventinove nuovi racconti dalla pandemia selezionati dagli editor del New York Times magazine, NNE 2021
Quando la pandemia di Covid-19 è scoppiata, sembrava impossibile da raccontare. Come tradurre, in parole che non fossero pura cronaca, l’angoscia e il senso di impotenza, la paura e il dolore del mondo intero? Eppure, era già accaduto in passato: lo aveva fatto Giovanni Boccaccio nel Decameron, una raccolta di novelle scritte durante l’epidemia di peste che nel Trecento aveva colpito tutta l’Europa. Quasi settecento anni dopo, nel marzo 2020 gli editor del New York Times Magazine hanno raccolto quell’eredità e lanciato il Decameron Project, e grandi autori come Margaret Atwood, Edwidge Danticat, Charles Yu, Paolo Giordano, Liz Moore e Yiyun Li hanno deciso di mandare le loro parole oltre i confini delle proprie case, oltre lo specchio del proprio mondo. Le loro storie non parlano della pandemia, ma ne sono intrise; non spiegano, ma evocano con accenti, stili, lingue diverse le convivenze forzate e le solitudini, le piccole allegrie e le grandi nostalgie, le città improvvisamente spente e le strade che diventano miraggi di libertà. Sono testimonianze di un tempo straordinario, lo sguardo di un’umanità unita dagli stessi pensieri e sentimenti, in grado di costruire una memoria comune e una comune visione del domani.
Racconti di: Margaret Atwood – Mona Awad – Matthew Baker – Mia Couto – Edwidge Danticat – Esi Edugyan – Julián Fuks – Paolo Giordano – Uzodinma Iweala – Etgar Keret – Rachel Kushner – Laila Lalami – Victor LaValle – Yiyun Li – Dinaw Mengestu – David Mitchell – Liz Moore – Dina Nayeri – Téa Obreht – Andrew O’Hagan – Tommy Orange – Karen Russell – Kamila Shamsie – Leïla Slimani – Rivers Solomon – Colm Tóibín – John Wray – Charles Yu – Alejandro Zambra
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30 maggio
James Nestori, L’ARTE DI RESPIRARE: LA NUOVA SCIENZA PER RIEDUCARE UN GESTO NATURALE, Aboca 2020
Non c’è niente di più essenziale per la nostra vita che respirare: prendere aria e lasciarla uscire, per venticinquemila volte al giorno. Sembrerebbe banale eppure gli esseri umani, come specie, hanno perso la capacità di respirare correttamente, compromettendo così la propria salute. Per avere un’idea di come la respirazione sia considerata dalla medicina moderna, pensate all’ultima visita a cui vi siete sottoposti. Molto probabilmente il medico vi avrà misurato la pressione, la frequenza cardiaca e la temperatura, ma è facile che non vi abbia mai controllato la frequenza respiratoria e l’equilibrio tra ossigeno e anidride carbonica nel flusso sanguigno.
Il giornalista scientifico James Nestor ha viaggiato per il mondo per capire cosa sia andato storto in questo approccio e, dopo minuziose ricerche, ha trovato delle risposte sorprendenti: non le ha trovate, come ci si aspetterebbe, nei laboratori di pneumologia, ma negli scavi di antichi siti di sepoltura, in strutture sovietiche segrete, per le fumose strade di San Paolo… Nestor ha rintracciato uomini e donne che hanno esplorato la scienza nascosta dietro antiche pratiche di respirazione come Pranayama, Sudarshan Kriya e Tummo. Pochi di loro si erano proposti di studiare la respirazione ma continuavano a imbattersi nell’argomento nel tentativo di curare altre patologie. Nestor li ha chiamati “polmonauti”: erano chirurghi della Guerra civile americana, parrucchieri francesi, cantanti lirici anarchici, irritabili allenatori di nuoto, inflessibili cardiologi ucraini, atleti olimpici cecoslovacchi e direttori di coro della Carolina del Nord.
Le loro ricerche stanno oggi ridefinendo le potenzialità del corpo umano e ci hanno consentito di scoprire che malattie come asma, ansia, disturbo da deficit di attenzione, psoriasi potrebbero essere alleviate o fatte regredire solo cambiando il modo in cui inspiriamo ed espiriamo. Sì, la respirazione ci permette di agire sul sistema nervoso, controllare la risposta
immunitaria e ripristinare la nostra salute. Sì, cambiare il modo in cui respiriamo ci aiuterà a vivere più a lungo. Dopo aver conosciuto polmonauti che hanno usato la respirazione per raddrizzare colonne vertebrali scoliotiche, smussare disturbi cronici e riscaldarsi a temperature sotto lo zero capiremo che niente di tutto ciò dovrebbe essere possibile, eppure, come vedrete, lo è.
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