I LIBRI DELLA SETTIMANA

26 agosto

Samule Burr, LA COMPAGNIA DEGLI ENIGMISTI Longanesi 2024
In una magione del Bedfordshire che ha visto giorni migliori, di proprietà della celebre enigmista Philippa Allsbrook, un eccentrico gruppo composto da sciaradisti e sciaradiste, creatori e creatrici di rebus e labirinti, enigmisti ed enigmiste per lo più ottuagenari trascorre la propria esistenza ideando e risolvendo rompicapi. Le loro menti sono le più acute e affinate d’Inghilterra, eppure c’è un segreto che nemmeno i soci della Compagnia conoscono, un segreto che Philippa, sul letto di morte, affida a Clayton Stumper, il giovane uomo che lei stessa, un giorno di venticinque anni prima, ha trovato abbandonato in fasce fuori dalla porta della villa. Clay, allevato dai più brillanti geni del secolo scorso, si veste come un uomo d’altri tempi, beve sherry e non sa niente delle proprie origini. Ma, forse, il fitto mistero che ammanta il suo passato può trovare una soluzione grazie alla curiosa scatola che Philippa gli ha lasciato in eredità. Aiutato dalla bislacca quanto astuta Compagnia, Clayton (e con lui il lettore) cercherà di decifrare gli indizi contenuti nel cofanetto in un viaggio fra labirinti e rompicapi che, forse, lo porteranno a sciogliere l’enigma più difficile di tutti, quello che riguarda chi siamo veramente
27 agosto

Matteo Strukul, LA CRIPTA DI VENEZIA, Newton Compton 2024
Venezia, 1732. Nella cripta della chiesa di San Zaccaria viene trovato il cadavere di una giovane donna. Qualcuno le ha sfondato la bocca con un mattone, incastrandolo fra le mandibole. L’orrore di un delitto così raccapricciante sconvolge la Serenissima tanto più perché la fanciulla è una Mocenigo, la famiglia cui appartiene anche il doge, ormai morente a causa della veneranda età. Al suo capezzale viene chiamato Giovanni Antonio Canal, detto il Canaletto, giacché la brutalità del crimine sembra richiamare i fatti sanguinosi di tre e sette anni prima, quelli commessi da Olaf Teufel, che proprio il grande pittore indagò, suo malgrado, con gli amici di sempre: l’impresario teatrale irlandese Owen McSwiney e il mercante d’arte britannico Joseph Smith. I tre cominciano a investigare ma quando un secondo cadavere, ancora una volta un esponente della famiglia Mocenigo – ucciso allo stesso modo della prima vittima – viene rinvenuto presso la cripta della chiesa di San Simeon Piccolo, la situazione precipita in un’orgia di dolore e cupa violenza. Canaletto e i suoi amici dovranno lottare non solo per scoprire la verità ma anche per la loro stessa vita…
28 agosto

Eleonora D’Errico, LA DONNA CHE ODIAVA I CORSETTI, Rizzoli 2024
Eleonora D’Errico ci restituisce il ritratto appassionato e vibrante di una sarta geniale, un personaggio chiave per la storia della moda italiana – consacrato dalla creazione dall’abito Tanagra – ma anche quella dell’emancipazione femminile. Il racconto di una vita unica che ha saputo vestire di glamour la rivoluzione.
La storia di Rosa Genoni, la donna che rivoluzionò la moda e inventò il Made in Italy.
Rosa ha solo dieci anni quando lascia la sua famiglia a Tirano, sulle montagne della Valtellina, e va a Milano, per lavorare come piscinina nella sartoria della zia Emilia. È il 1877, e la città la travolge con il fermento di una metropoli nascente, l’illuminazione a gas, i tram a vapore, i caffè, la Scala. La vita di un’apprendista sarta è dura, i turni estenuanti, ma la bambina è sveglia, e dimostra subito un talento speciale per la moda. Così assorbe tutto, comprese le nuove idee di giustizia sociale e libertà, e diventa una giovane donna coraggiosa, oltre che una sarta raffinata e dalle idee innovative. Da Milano a Parigi, dove nascono gli abiti che tutto il mondo ama, il passo è breve, ed è proprio lontano da casa, sulle rive della Senna, che Rosa concepisce l’idea di una moda che non sia solo un’eccellente copia di quella d’Oltralpe, ma che risplenda di un’originalità tutta italiana, ispirata ai dipinti del Rinascimento e ai fiori delle sue Alpi. È così che inventa il concetto di “made in Italy”. Tra broccati e toilettes di seta, l’impegno di insegnante all’Umanitaria e l’amore – scandaloso all’epoca – per l’avvocato Podreider, la voce vivida di Rosa ci racconta la sua vita anticonformista e luminosa, le sue battaglie per liberare le donne dai corsetti e dai pregiudizi.
29 agosto

A cura di Beatrice Fiorentino, NUOVA STORIA DEL CINEMA. DALLE ORIGINI AL FUTURO, Hoepli, 2023
Questo volume vuole essere l’invito a un viaggio nella storia delle immagini. Attraverso un taglio narrativo accessibile sia al cinefilo esperto sia al neofita, si prendono in esame le più importanti tappe artistiche, storiche, tecnologiche, sociali che hanno segnato la storia della settima arte: il cinema muto e la stagione d’oro di Hollywood; i generi e il cinema d’autore; i movimenti, le scuole, le correnti; il neorealismo e le vague; la New Hollywood, il cinema postmoderno, la crisi della sala e la risposta dei cinecomic, delle saghe e dei reboot, sino alle sfide dei nuovi linguaggi nell’era delle piattaforme on demand. L’opera nasce da una pluralità di voci coinvolte nel tentativo di definire una rotta, di essere uno strumento per orientarsi nel flusso continuo delle immagini in cui ormai siamo immersi. L’intento è stato quello di provare a divertirsi guardando al passato con gli occhi del presente, con la possibilità di sorvolare o approfondire, accelerare e rallentare, soffermarsi o digredire, persino riabilitare, sempre portando doveroso rispetto per gli intoccabili Maestri, ma senza farsi troppo inibire da dogmi precostituiti o da eccessivi timori reverenziali. Il percorso ragionato è arricchito da box, immagini e dai contenuti extra disponibili online: se l’obiettivo è informare sulle origini, la volontà principale è di creare una connessione con il presente, avventurandosi a ragionare sul futuro.
30 agosto

Lilli Gruber, NON FARTI FOTTERE. COME IL SUPERMERCATO DEL PORNO ONLINE TI RUBA FANTASIA, DESIDERIO E DATI PERSONALI, Rizzoli 2024
Per generazioni di ragazzi, il porno è ormai la principale forma di educazione sessuale. Fin da bambini può capitare inatteso sui loro device con un pop-up e ben presto cominciano a cercarlo e a nutrirsene, scambiando per realtà quella che è solo fiction, a volte estrema. Per gli adulti è una forma di intrattenimento come un’altra, magari usata per dare un po’ di pepe alla vita di coppia. Risultato: la macchina del porno macina miliardi, grazie a siti che sono tra i più visitati al mondo. Ma si tratta davvero di un mercato qualunque? Questo libro ricco di dati, notizie e interviste ai protagonisti spiega perché no, non lo è. Racconta chi sono davvero i discreti padroni degli aggregatori pornografici. Indaga i percorsi professionali, i meccanismi economici, le implicazioni sociali di un fenomeno cresciuto fino a raggiungere dimensioni colossali. Denuncia le storie di sfruttamento e violenza. Fa chiarezza sui temi più problematici, come l’uso e l’abuso dell’intelligenza artificiale e la compravendita dei nostri dati personali. Senza falsi pudori né pregiudizi, Lilli Gruber mostra in queste pagine come sia il porno a usare noi, e non viceversa. Per invertire la rotta occorre aprire un dibattito, spezzare il silenzio delle istituzioni e chiedere innanzitutto un’educazione sentimentale e sessuale per i nostri figli e misure per la trasparenza delle pratiche economiche del settore. E impegnarci per recuperare i beni preziosi che la peggiore pornografia online ci ha rubato: l’erotismo, il desiderio e la creatività.
31 agosto

Michela Murgia, RICORDATEMI COME VI PARE, Mondadori 2024
La viva voce dell’intellettuale più lucida e appassionata del nostro tempo torna a visitarci per una formidabile resa dei conti sul potere, il femminismo, la fede, la letteratura. Ma soprattutto sulle dieci vite che ha vissuto con incantata sfacciataggine, senza paura, ripercorse oralmente nell’unica autobiografia organica possibile per una che ha attraversato il mondo correndo scalza, bruciando luminosamente ogni tappa. Alla vigilia di una morte che l’ha vista gioiosa come una martire capace di cantare mentre avanza verso i leoni, Michela Murgia ha trascorso una settimana a raccontarsi a Beppe Cottafavi, suo editor e amico. Le registrazioni di quella sua ultima estate, ancora piena di storie come lo erano state le cinquanta precedenti, danno sostanza a questo suo libro straordinario, arricchito da quattro splendidi racconti ritrovati e da altri testi perduti che l’autrice ha scelto e indicato tra un ricordo e l’altro. Da un simile stagno brulicante di vita, come quello sulle cui rive è cresciuta, affiora un arcipelago di dettagli intimi: innamoramenti e parentele queer, matriarche oristanesi che sgranano rosari di cinque colori per salvare ogni continente, madonne con la parrucca, uomini violenti e maestri sognanti, lezioni di lingua sarda e cultura coreana, di esegesi biblica e di scrittura magica, di politica attiva e di militanza culturale. Franca e visionaria, antifascista e immune dai compromessi, Murgia ci rivela com’è che una ragazza di provincia, addestrata a leggere il Vangelo e ad accontentarsi di sopravvivere, si sia messa in testa di cambiare il mondo invece, affidandosi a un’irriducibile aspirazione alla felicità.
1 settembre

Isabelle Aupy, STORIA DELL’UOMO CHE SMISE DI AMARE I GATTI, Nord 2024
Su un’isola spazzata dal vento e dalle onde, vive una piccola comunità che ha scelto di ritirarsi dalla frenesia delle città e abbracciare i ritmi del mare. Suoi compagni d’elezione sono i gatti che, di tutti e di nessuno, scorrazzano per i tetti o si acciambellano al calduccio nelle case. I pescatori di aragoste e le merlettaie, il prete filosofo e la comare impicciona, i bambini che rincorrono pecore paffute, il poeta che suona il violino e il vecchio guardiano del faro: in quell’oasi remota, dove hanno scelto di vivere, tutti sono liberi e nessuno si sente abbandonato. Un giorno, però, gli abitanti si svegliano e i gatti non ci sono più. Disperati, chiedono allora aiuto alle autorità del continente, che mandano sull’isola nuovi gatti, molto più mansueti e controllabili. Uno per abitante e dotato di guinzaglio, in modo che non si perda. Solo che non sono affatto gatti. Sono cani. Da portare a spasso tre volte al giorno alla stessa ora, per le medesime vie. Come a creare un’abitudine che distolga dal pensare. Un ordine che favorisca l’obbedienza. Perché basta chiamare «gatto» un cane affinché tutti dimentichino il passato e si adeguino alla nuova realtà, senza farsi troppe domande. Tutti tranne il vecchio guardiano del faro, che lotta per riportare sull’isola i veri gatti, e con loro la capacità di ribellarsi e sognare.