I LIBRI DELLA SETTIMANA

26 settembre
Alessandra Selmi, AL DI QUA DEL FIUME. IL SOGNO DELLA FAMIGLIA CRESPI, Nord 2022
È solo un triangolo di terra delimitato dal fiume Adda, lo si può abbracciare con uno sguardo. Ma, nel 1877, agli occhi di Cristoforo Crespi rappresenta il futuro. Lui, figlio di un tengitt, di un tintore, lì farà sorgere un cotonificio all’avanguardia e, soprattutto, un villaggio per gli operai come mai si è visto in Italia, con la sua chiesa, la sua scuola, case accoglienti con giardino. Si giocherà tutto quello che ha, Cristoforo, per realizzare quel sogno. I soldi, la reputazione e anche il rapporto col fratello Benigno, ammaliato dalle sirene della nobiltà di Milano e dal prestigio di possedere un giornale. Per Cristoforo, invece, ciò che conta è produrre qualcosa di concreto e cambiare in meglio la vita dei suoi operai. E la vita della giovane Emilia cambia il giorno in cui si trasferisce nel nuovo villaggio. Figlia di uno dei più fedeli operai dei Crespi, e con una madre tormentata da cupe premonizioni del futuro, Emilia è spettatrice della creazione di un mondo autosufficiente al di qua del fiume, e la sua esistenza, nel corso degli anni, si legherà ineluttabilmente a quella degli altri abitanti di Crespi d’Adda. Come la famiglia Malberti, l’anima nera del villaggio, o gli Agazzi, idealisti e ribelli. Con loro, Emilia vive i piccoli e grandi stravolgimenti di quel microcosmo e affronta le tempeste della Storia: i moti per il pane del 1898, la prima guerra mondiale, le sollevazioni operaie… Tuttavia il destino farà incrociare la sua strada anche con quella di Silvio Crespi, erede dell’azienda e della visione del padre Cristoforo. Nonostante l’abisso sociale che li divide, tra i due s’instaura un rapporto speciale che resisterà nel tempo, e sarà Emilia il sostegno di Silvio nel momento in cui i Crespi – forse diventati troppo ricchi, troppo orgogliosi, troppo arroganti – rischieranno di perdere tutto. Fino all’avvento del fascismo, quando il villaggio Crespi, come il resto del Paese, non sarà più lo stesso.
27 settembre

Harrie Ann Jacobs, VOI DONNE E UOMINI LIBERI, EPISODI DELLA VITA DI UNA RAGAZZA SCHIAVA, “Mattioli 1885” 2022
L’autobiografia di Harriet Ann Jacobs, pubblicata nel 1861 sotto lo pseudonimo di Linda Brent, ne racconta la vita dalla prima infanzia alla fuga verso la libertà nel 1842, quando finalmente riuscì a raggiungere New York dopo trent’anni di soprusi e violenze. In un’epoca in cui la letteratura abolizionista assumeva sempre maggior rilievo, l’opera di Jacobs è caratterizzata da un’ispirazione protofemminista: non a caso si rivolge soprattutto alle donne bianche, che talvolta nella narrazione sembrano superare le barriere di razza e condizione sociale in virtù di un’alleanza di genere ben più forte. L’autrice pone inoltre l’attenzione sulla peculiare tipologia di resistenza attuata dalle donne schiave dell’epoca.
Implacabile e sconvolgente, la storia più significativa che sia mai stata scritta da una donna schiava. Riscoperto negli anni ’60 dal movimento per i diritti civili, il resoconto più esaustivo sulla schiavitù scritto da una donna. Un documento storico eloquente, che analizza le conseguenze psicologiche subite dalle donne schiave e dalle loro famiglie.
28 settembre

Nadia Comăneci, LETTERA A UNA GIOVANE GINNASTA, Il Saggiatore 2022
Dagli allenamenti massacranti al successo mondiale, dalle medaglie alle delusioni, fino alla fuga dalla Romania e a un nuovo inizio: una delle più grandi atlete di sempre racconta la sua incredibile storia.
18 luglio 1976, Olimpiadi di Montréal: una giovane ginnasta rumena esegue l’esercizio alle parallele asimmetriche. La votazione tarda ad arrivare, poi sullo schermo appare un misterioso 1.00, che lascia tutti confusi e interdetti; infine giunge la rivelazione: i computer sono programmati per segnalare un massimo di 9.99 punti. A soli quattordici anni, Nadia Comăneci entra nella storia dello sport con un esercizio da 10, una perfezione che il tabellone non è neanche in grado di registrare, diventando istantaneamente un modello per generazioni intere di ginnaste e atlete. A distanza di molti anni dai suoi più grandi trionfi, Nadia Comăneci si racconta rivolgendosi a un’immaginaria giovane ginnasta: dalle arrampicate sugli alberi dei Carpazi agli allenamenti massacranti in palestra, dal complesso rapporto con l’allenatore Béla Károlyi, che la scoprì all’età di sei anni, alle medaglie e al successo mondiale. Un successo che però non riesce a nascondere i lati d’ombra nella sua vita: i contrasti con il regime di Ceaușescu e le privazioni di cibo, il ritiro nemmeno ventiquattrenne dalle competizioni e la fuga negli Stati Uniti, fino alla tragica morte dell’amico Alexandru. Dopo aver infine trovato una nuova serenità in America, tra un ricordo e l’altro Nadia Comăneci ritorna sugli esercizi che l’hanno resa leggendaria – tra cui il celebre «salto Comăneci» – e offre consigli tecnici e psicologici alle atlete del futuro, mostrando come dietro a ogni grande impresa ci sia soprattutto la costruzione di un’enorme forza mentale. Lettera a una giovane ginnasta è un’opera sul coraggio, la disciplina e la passione: il racconto della faticosa realizzazione di un sogno, narrato dalla voce di una delle più grandi icone sportive di sempre. Un libro che si rivolge a tutti coloro che cercano la propria strada e desiderano percorrerla con coraggio e determinazione; perché la distanza tra una parallela e l’altra è di poco più di un metro, ma per saltare c’è bisogno di ogni respiro che ti ha portato sin là.
29 settembre

Cristine Schutt, ANIME, Playground
L’anno scolastico del prestigioso istituto femminile Siddons, a New York, si apre con una notizia tragica: la studentessa Astra Dell è stata colpita da una forma rara di cancro ed è ricoverata in ospedale. Diciotto anni, amata da tutti per la sua generosità, per la sua bellezza singolare e aggraziata, Astra Dell sembra destinata a una morte precoce che disorienta e ferisce non solo le sue compagne, ma l’intera comunità di studentesse, insegnanti e genitori. Le reazioni alla drammatica notizia sono spesso contradditorie, anomale, a volte meschine, altre compassionevoli. Ognuna cerca di conciliare la realtà della malattia di Astra con i propri incontenibili desideri (anche materiali) e con i propri impetuosi slanci affettivi. Carlotta, detta Car, la migliore amica di Astra, le scrive delle lettere spietate, per non cedere a un falso ottimismo di maniera. Marlene, una compagna sciatta e all’apparenza mediocre, intercetta quelle lettere e le sottrae per evitare di sconvolgere Astra, verso la quale prova un sentimento imprevisto di devozione. Suki e Alex, la coppia di studentesse fatue e viziate, corteggia il giovane Will Bliss mentre la trasgressiva Lisa Van de Ven si imbarca in una deludente relazione clandestina con la professoressa Wilkes. L’universo umano di questa scuola d’élite newyorkese è spesso assurdo, spassoso e crudele. Adulti e adolescenti si ritrovano a scontrarsi, talvolta a comprendersi, ad accusarsi o ad aiutarsi, nel tentativo di orientare le vite proprie e altrui, che però sfuggono, allontanandosi da quel che si era pianificato.
30 settembre

Fabrizio Foni, Fabio Camilletti, ALMANACCO DELL’ITALIA OCCULTA. ORRORE POPOLARE E INQUIETITUDINI METROPOLITANE, Odoya 2022
L’orrore popolare che era radicato nella civiltà rurale (credenze, fole, magie, superstizioni) si è inurbato a seguito dei fenomeni di migrazione interna al Paese e, anziché inaridirsi, si è innestato sul tessuto cittadino, assorbendo linfa dalle inquietudini e dai conflitti della vita metropolitana. La cronaca, la televisione, il cinema, la narrativa, il fumetto sono stati permeati da paure perlopiù sentite come attuali, la cui origine folclorica però, a grattare la superficie, si perde nella notte dei tempi. L’ombra degli Antichi, siano essi gli Etruschi o i nostri nonni, ci ha sempre seguìto, scivolando tra le rotative della stampa, scrutandoci dal ciglio dell’autostrada, studiandoci dal luminescente schermo del televisore, manifestandosi tra le note di alcune canzoni. In questo libro l’Italia che ci è familiare mostra il suo volto occulto, notturno, fantastico, attraverso le voci di oltre venti autori che hanno scelto (e non di rado mescolato) la testimonianza, il saggio, il racconto vero e proprio. Facendoci scoprire che, in fondo, questo lato insolito della nostra cultura è familiare anche a noi, più di quanto pensiamo. Da sempre. “Almanacco dell’Italia occulta” invita i lettori a un variegato viaggio tra case infestate, indagini misteriose, culti innominabili, cronache bizzarre, evocazioni medianiche, fatti inspiegabili, treni fantasma e castelli incantati dei baracconi, suoni e canti che scatenano danze macabre, inneggiano al Maligno e attestano contatti con dimensioni ultraterrene.
 1 ottobre

Letterio Todaro, GIANNI RODARI. INCONTRI E RIFLESSIONI A CENTO ANNI DALLA NASCITA, Anicia 2020
La ricorrenza del centenario dalla nascita di Gianni Rodari costituisce un’occasione straordinaria per tornare a riflettere sull’opera di un autore che ha cambiato il volto della letteratura per l’infanzia in Italia nel corso del Novecento. Il libro mette a disposizione degli studiosi e degli appassionati all’opera di Rodari un ricco ventaglio di saggi per riscoprirne la complessa e articolata figura di scrittore, intellettuale, educatore, animatore culturale e di ‘italiano’ di successo. Non a caso, a tutt’oggi, Rodari rimane uno degli scrittori italiani in assoluto più tradotti e conosciuti all’estero. Oltre a valersi della partecipazione di molti studiosi di spicco dell’opera rodariana e di alcuni fra i maggiori studiosi di storia della letteratura per l’infanzia, il volume offre la possibilità di acquisire un’immagine di Rodari rispondente alla dimensione internazionale della sua eco e della sua fortuna. Se ne potrà ricavare una visione complessa e articolata dell’opera e del personaggio, ‘uomo di cultura’, capace di provocare ancora ampiamente la cultura dell’educazione e di generare sorpresa fra gli spazi dell’immaginazione contemporanea, attraverso la sua vitalità fantastica.
2 ottobre

Matteo Cavezzali, IL LABIRINTO DELLE NEBBIE, Mondadori 2022
Bruno Fosco è tornato vivo dal fronte della Grande Guerra, ma non è più l’uomo di quando è partito. Forse è anche per questo che accetta il ruolo di ispettore ai confini del mondo, ovvero nella stazione di polizia di Afunde, un villaggio nella palude del delta del Po in cui vivono solo donne, perché nessun uomo è sopravvissuto al fronte. Insidie, nebbia e cupe storie circondano il villaggio, mentre i suoi edifici sprofondano ogni giorno di più nel terreno fangoso. Quando viene trovata morta Angelina, con un misterioso simbolo sul collo, comincia una vera e propria battuta di caccia al suo assassino dentro i labirintici percorsi della palude. La bellissima e sfuggente Ardea sembra sapere molto di più di quello che si riesce a “leggere” dentro la realtà ingannevole e ancestrale dalla quale il forestiero è stato inghiottito assieme al suo sottoposto Della Santa e al vecchio e burbero anarchico Primo. Su Fosco e Ardea, e su tutto il paese, incombe l’eredità di violenza che la guerra, come tutte le guerre, ha lasciato dietro di sé. Matteo Cavezzali prende le mosse, come è sua consuetudine, dalla realtà storica per toccare la pelle viscida di un luogo mitico e infernale dove la ricerca del mostro si trasforma in un intricato racconto di fantasmi attraversato da una sinistra ansia di giustizia.