I LIBRI DELLA SETTIMANA
28 novembre
Edo Brenes, CARTOLINE DA LIMON, Bao Publishing 2022
Graphic novel
Edo Brenes costruisce un racconto familiare di una ricchezza e di una delicatezza uniche, destinato a coinvolgere emotivamente chiunque lo legga.
Ramiro parte dall’Inghilterra per andare a trovare la madre in Costa Rica. Ha in testa un progetto per un libro: ricostruire la storia della sua famiglia, grazie alle vecchie foto che la madre gli ha fatto avere, e intervistando alcuni cugini, ormai anziani. Ben presto si rende conto che il cuore pulsante della sua storia genealogica ruota intorno al contrastato rapporto tra suo nonno Virgilio e il fratello Octavio. Tanto legati quanto diversi, nei racconti dei parenti i due uomini prendono forma davanti a Ramiro, che scoprirà quasi per caso il più nascosto, doloroso e importante segreto della sua famiglia.
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29 novembre
Lorenzo Gasparrini, DIVENTARE UOMINI. RELAZIONI MASCHILI SENZA OPPRESSIONI, Settenove 2020
L’autore descrive la vita di un uomo ripercorrendo le sue vicende, dall’infanzia all’età adulta, per mostrare come il sessismo condizioni il suo sviluppo, il suo linguaggio, le sue abitudini, la sua visione del mondo. I giochi per l’infanzia, i rapporti con l’altro sesso e con gli altri generi, la vita di coppia, il lavoro e la socialità. Ogni uomo incorpora pregiudizi e abitudini sessiste, diventando parte attiva di una politica discriminatoria. Tutto questo può cambiare, ma non si nasce antisessisti: solo una presa di coscienza libera e critica da parte degli uomini sul patriarcato vigente, può offrire uno sguardo maschile nuovo sui rapporti tra i generi e liberare dai condizionamenti sociali l’immagine che gli uomini hanno di sé.
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30 novembre
Maria Pia Guermandi, DECOLONIZZARE IL PATRIMONIO. L’EUROPA, L’ITALIA E UN PASSATO CHE NON PASSA, Castelvecchi 2021
Il tema del patrimonio culturale come strumento privilegiato dell’egemonia culturale occidentale è emerso, prepotentemente, grazie al movimento Black Lives Matter e al rinnovato fenomeno di contestazione e rimozione di monumenti controversi dallo spazio pubblico. I movimenti decoloniali alla base di queste proteste sostengono una critica radicale del pensiero occidentale, motore delle forme di colonialismo sulle quali è tuttora incardinato il mondo contemporaneo. In Italia tali movimenti non sono mai diventati oggetto di una discussione allargata, tanto meno nell’ambito del patrimonio culturale. È un ritardo che ha impedito finora la rielaborazione critica dell’eredità culturale del nostro passato coloniale. Decolonizzare il patrimonio significa comprendere quanto di quel passato continua a operare nel nostro presente e assieme sperimentare un uso del nostro patrimonio più democratico e consapevole. Introduzione di Vezio De Lucia.
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1 dicembre
Nina De Gramont, IL CASO AGATHA CHRISTIE, Neri Pozza 2022
Un giorno di dicembre del 1926, dopo aver comunicato alla moglie Agatha la sua intenzione di divorziare per sposare la sua amante, il colonnello Archibald Christie parte per un weekend presso amici. Quella sera stessa dalla dimora di campagna, ribattezzata Styles dal primo caso di Hercule Poirot, la scrittrice svanisce nel nulla. La sua Morris Cowley viene ritrovata alle prime luci del mattino sul bordo di un dirupo. Sul sedile posteriore, la pelliccia, una valigia piena di abiti e la patente. L’ipotesi più plausibile è un gesto disperato, la signora aveva un forte esaurimento nervoso, si sussurra. Migliaia di uomini, tra poliziotti e volontari, cani, persino aeroplani: tutta l’Inghilterra si mobilita per cercarla, come se l’angoscia che l’ha spinta a fuggire avesse fatto di lei la persona più importante della terra. Persino Nan O’Dea, l’Amante, è in ansia. Nonostante abbia tramato per insinuarsi nella lussuosa residenza dei Christie, per entrare in confidenza con Agatha, che è elegante e raffinata come lei non sarà mai. Nonostante, soprattutto, si sia impegnata a fondo per attirare l’attenzione dell’arrogante colonnello e farlo innamorare. Ora però che lui è caduto nella rete, con il suo obiettivo che può dirsi a portata di mano, Nan ha un altro disegno in mente. Agatha ha qualcos’altro che lei vuole, oltre a suo marito. Perché ciò che le è accaduto tanti anni prima, in Irlanda, le ombre scure, i gravi segreti, i colpi bassi del fato che popolano il suo passato, non possono trovare riparazione, se non in qualcosa di molto più efferato e definitivo. In questa appassionante ricostruzione possibile degli undici giorni in cui la scrittrice scomparve per il mondo, Nina de Gramont crea una trama fitta di mistero e colpi di scena, in cui nulla è come appare, nessuno dice la verità e soprattutto la soluzione potrebbe essere lì in piena vista, alla luce del sole, in perfetto stile Agatha Christie.
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2 dicembre
Douglas Sirk, LO SPECCHIO DELLA VITA, Il Saggiatore 2022
Dai contrastati inizi sotto il nazismo al successo a Hollywood, fino all’improvviso ritiro: la vita e le opere di uno dei maestri del cinema americano del dopoguerra, raccontate con le sue stesse parole.
C’è una stagione del cinema americano che sprigiona forse più delle altre un’aura magica e carica di nostalgia. Un momento situato tra la morte del film muto e le prime opere a colori, colmo di sguardi sognanti, baci proibiti e musiche patetiche; di locandine dai colori a pastello e lettering curati, che incorniciavano i volti angelici di Lana Turner, Susan Kohner, Dorothy Malone, o i sorrisi rassicuranti di Rock Hudson e John Gavin. Una stagione a tutti gli effetti unica, fatta di film amatissimi dai contemporanei, disprezzati dai critici e riabilitati dai posteri, il cui principale esponente era un eccentrico regista di Amburgo fuggito dal Terzo Reich che, all’apice del successo, si sarebbe ritirato per sempre. Questo libro è un’immersione nella vita e nella carriera di Douglas Sirk, il maestro del mélo hollywoodiano del dopoguerra, attraverso le conversazioni avute con lo storico Jon Halliday: dalla giovinezza come regista teatrale nella Repubblica di Weimar, dove divenne amico tra gli altri di Bertolt Brecht, ai primi tentativi filmici; dagli anni della censura nazista alla fuga dalla Germania; dai primi passi come esule negli Stati Uniti sperimentando tra i generi – western, peplum, noir, musical – alla messa a punto di un nuovo linguaggio cinematografico; fino all’affermazione con film come Magnifica ossessione o Tempo di vivere e al ritorno in Europa. Lo specchio della vita è il racconto di una figura geniale a lungo sottovalutata, capace di raffinate fotografie delle nevrosi sociali e di soluzioni registiche innovative all’interno di produzioni patinate, pensate per il grande pubblico. Arricchita da uno scritto inedito del regista Rainer Werner Fassbinder, sodale e ammiratore di Sirk, e da una postfazione di Goffredo Fofi, quest’opera è un classico della letteratura di cinema: un dialogo sul rapporto tra arte ed esistenza, tra fama e valore, tra ricerca espressiva e popolarità. L’ultimo brillio di un’epoca ingenua e meravigliosa, che aveva rivestito le proprie contraddizioni di oro e celluloide per apparire ancora più nuda e spezzata.
Postfazione di Goffredo Fofi. Con uno scritto di Rainer Werner Fassbinder.
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3 dicembre
Mélanie Dupuis, IL GRANDE MANUALE DEL CONFETTIERE. CARAMELLE, LIQUIRIZIE, TORRONCINI E ALTRI DOLCIUMI, L’Ippocampo 2022
Il volume si concentra sulle caramelle, i dolcetti e i bonbons: marshmallow, gommose, gelatine di frutta, cioccolatini ripieni, frutta candita, torrone… 70 ricette per padroneggiare l’arte della confetteria di alta qualità, un trend crescente nel ramo della pasticceria. Ogni ricetta prevede: un’infografica, per una percezione visiva immediata della struttura del dolce; le immagini in sequenza delle varie fasi di lavorazione; una bella fotografia del prodotto finito, tanto per farci sognare. La prima sezione del libro introduce attraverso apposite schede gli ingredienti fondamentali: lo zucchero, il cioccolato ecc., per poi presentare le tecniche base indispensabili (temperaggio, pralinato, caramello, ganache…) per poter eseguire le preparazioni proposte nella seconda parte, per la delizia di grandi e piccini.
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4 dicembre
Holly Hauser, MILANO EMOTIBA. DIARIO ILLUSTRATO DI PSICOGEOGRAFIA URALTA, Agenzia, X 2022
Un diario lungo un anno e diviso per stagioni che racconta con un tratto compulsivo il vissuto elettrico della lotta per la sopravvivenza nella giungla meneghina. Pagine impregnate di sogni tragici, cuori spezzati, orrore, collera ed esperienze estatiche riflesse nel vetro di un grattacielo circolare. Attraverso un malato connubio di inchiostro, disegni, collage, testi allucinati, mappe cerebrali e foto strappate, Holly Heuser viaggia nei meandri dell’isteria quotidiana in città, tra pagine inondate di secrezioni acide, dettagli oscuri, grovigli spinosi incisi con precisione mortale. Un cut-up urlato su carta, un’urgenza espressiva senza confini sparata su prospettive deliranti di scale, tubi, cavi, vortici impazziti e ritratti urbani, osservati attraverso la lente della psichedelia distopica. “Questa Milano attraversata da Holly Heuser, da lei disegnata e raccontata, è un ventre accogliente o un incubo?” (dall’introduzione di Vanni Santoni)
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