I LIBRI DELLA SETTIMANA
6 settembre
Suketu Mehta, QUESTA TERRA È LA NOSTRA TERRA. MANIFESTO DI UN MIGRANTE, Einaudi 2021
Secondo il dio Indra, protettore dei viaggiatori, «non c’è felicità per colui che non viaggia». Le persone non sono piante. Le migrazioni sono una costante della storia umana. E oggi piú che mai, perché le conseguenze del colonialismo, delle guerre, del cambiamento climatico hanno reso la vita impossibile nei loro Paesi d’origine a milioni di persone. Siamo un pianeta in movimento e Suketu Mehta, con la chiarezza e la passione che l’hanno reso celebre, ci racconta perché questa è la cosa migliore che potesse capitarci.
«Siamo qui perché voi siete stati lí»: è cosí che rispondeva il nonno di Mehta a chi gli chiedeva perché avesse lasciato l’India per l’Inghilterra. Una risposta semplice, diretta, cosí come è diretto Mehta nell’affrontare l’argomento in Questa terra è la nostra terra. Partendo dalla sua esperienza personale – lo scrittore è emigrato ragazzo da Bombay a New York con la sua famiglia –, Mehta fa il giro del mondo per delineare il quadro della situazione in Occidente: dalla frontiera tra Messico e Stati Uniti, alla recinzione che separa il Marocco da Melilla, alle politiche islamofobe di molti governi europei, il sentimento prevalente è la paura. Perché le storie di chi ogni giorno lavora e lotta duramente per conquistare diritti che dovrebbero essere scontati sono offuscate dai discorsi altisonanti pieni di retorica populista. E allora tutti a difendersi, chiudersi, respingere invece di accogliere. È un errore, e Mehta lo racconta in questo vero e proprio manifesto a favore dell’immigrazione: non si può che trarre vantaggio dall’apertura, dall’accoglienza, dallo scambio. Appassionato, intenso, tenero, pieno di storie e personaggi memorabili, Questa terra è la nostra terra è una lucida lettura del presente, e un incoraggiamento a cambiare il futuro.
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7 settembre
Joe R. Lansdale, UNA CADILLAC ROSSO FUOCO, EInaudi 2020
Ed Edwards lavora nel business delle auto di seconda mano. Un settore fatto di contachilometri truccati, catorci arrugginiti e l’idea che debba essere il cliente a non farsi fregare. Appesantito da una madre alcolizzata, che non perde occasione per farlo sentire un fallito, Ed aspetta soltanto la chance giusta per svoltare. Cosí, quando si ritrova a pignorare una Cadillac nuova di zecca che i proprietari hanno smesso di pagare, il suo momento sembra arrivato: la Caddy era di Frank Craig e del suo schianto di moglie Nancy, proprietari di un drive-in e un cimitero per animali. Stufa del marito ubriacone e desiderosa di rifarsi una vita, Nancy propone a Ed – con cui finisce a letto al secondo incontro – di uccidere Frank, riscuotere la loro assicurazione e gestire insieme gli affari. È un’offerta allettante, ma Ed avrà veramente il fegato di andare fino in fondo?
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8 settembre
Niccolò Reverdini, ANCHE L’USIGNOLO. VITA DI CITTÀ, DI BOSCO E DI CAMPAGNA, Mondadori 2021
Una storia delle nostre campagne! L’inatteso ritorno a trent’anni su un luogo originario nella vita, rivelato una prima volta d’inverno, lungo rive d’edera e pervinca, dalla voce pausata del nonno. Le scoperte solitarie del bambino e gli agresti, sfrenati soggiorni del ragazzo, di fronte al continuum di vita e di morte che sempre ci porge la natura. L’andirivieni in bicicletta fra Milano e il Bosco di Riazzolo, quasi alle soglie della valle del Ticino. La prima formazione alla Capanna, le scelte e gli urti della vita, fino all’avvio della Cascina Forestina. Un saggio narrativo en plein air , che descrive dal vivo i metodi dell’agricoltura biologica e il recupero di un bosco millenario, inserendoli nelle politiche dell’Unione Europea, volte a promuovere la biodiversità e la tutela dell’ambiente. Il racconto accompagna il lettore di stagione in stagione, aderendo alla terra e alle colture, irrigate grazie a limpide acque sorgive, scaturite dai fontanili che raggiungono il fondo. Orti, prati, arnie, campi a riposo, rotazioni di cereali e leguminose, per un manto ogni anno variopinto e fecondo. Ma anche siepi e filari o sentieri che si perdono spesso nel folto, a piedi nudi, fra i carpini e i noccioli, dietro tracce di ricci e faine, mentre il ghigno di un picchio attraversa le fronde. Spiccano, fin dal principio, l’accoglienza donata e ricevuta in cammino, le persone incontrate fra le opere e i giorni: il campionario del gran teatro di campagna. L’autore attinge a fresche fonti letterarie, classiche e moderne, dialogando a tratti con esse riguardo a esperienze comuni e perfino allo stesso paesaggio.
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9 settembre
Livia Sambrotta, NON SALVARMI, SEM 2021
Aeroporto di Phoenix, Stati Uniti. Deva Wood, una ragazza italoamericana di ventitré anni, scompare misteriosamente subito dopo aver effettuato il checkin per un volo diretto in Italia. Dipendente dagli psicofarmaci sin dall’adolescenza, Deva è in fuga da un centro di riabilitazione che si occupa dei giovani figli di star del cinema. I ragazzi vivono in un ranch dell’Arizona dove per disintossicarsi seguono una terapia basata sulla cura dei cavalli. “Cresciuti all’ombra della fama dei loro genitori miliardari, questi ragazzi a diciotto anni hanno già sperimentato qualsiasi tipo di dipendenza: alcol, cocaina, anfetamine, psicofarmaci, interventi estetici e sesso compulsivo.” Ad aspettarla a Milano c’è David, figlio del fondatore del centro, con cui ha organizzato la fuga. I due ragazzi sono follemente innamorati e pronti a vivere insieme, ma Deva non arriverà mai all’appuntamento. Le ultime immagini di lei sono quelle delle telecamere di sorveglianza dell’aeroporto che la riprendono mentre si dirige in bagno con tracce di sangue sulle gambe. Il giorno dopo in un fiume vicino al ranch viene ritrovato il corpo di una giovane con il viso bruciato dall’acido… Alternando il racconto di carriere patinate a devastanti vicende personali, l’autrice apre uno squarcio sui risvolti segreti del mondo del cinema.
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10 settembre
Anne Sexton, IL LIBRO DELLA FOLLIA, La Nave di Teseo 2021
Il libro della follia è la prima traduzione integrale in italiano di The Book of Folly, che Anne Sexton diede alle stampe nel 1972. Lo stile confessionale che aveva reso celebre l’autrice, fruttandole nel 1967 il premio Pulitzer, giunge qui alla piena maturità trasformandosi nell’allegoria di un Gran Teatro psichedelico.
La Signora Benestante che scrive occasionalmente versi rispettando le forme metriche lascia il posto, definitivamente e consapevolmente, al personaggio della Poetessa Martire della società benpensante e all’aspirante suicida, in un rovesciamento parodico dei valori patriarcali, accostando l’alto senso del tragico all’ironia e alla caricatura, la metafora lirica al sarcasmo più blasfemo. Nell’unico libro in cui Anne Sexton, diversamente femminista e profeta di tempi peggiori, sperimenta con la prosa, inscenando in tre “storie” l’anoressia, il femminicidio e il suicidio-della-poetessa, assistiamo al crollo delle fondamenta dei luoghi comuni e dei riti borghesi e religiosi del puritanesimo statunitense. Con una scrittura più vicina a quella delle canzoni rock che alla poesia sua contemporanea, la lingua inconfondibile della Follia di Anne Sexton ha influenzato, per stile e tematiche, non solo la poesia successiva americana e poi internazionale, ma anche la scrittura di divi del pop rock come Peter Gabriel e Kate Bush.
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11 settembre
Nermin Yildirim, SENZA TOCCARE, Altano 2020
“Rimasi colpita quando mi dissero che stavo per morire”. Adalet ha solo 29 anni, è una donna ferita e difficile che cerca di vivere senza toccare nessuno, sospettosa del mondo esterno. Quando si rende conto che non sarà in grado di sbarazzarsi della malattia implacabile che l’ha colpita inizia a fare il resoconto della sua vita. Adalet, che si incolpa per quello che le è successo, cerca di trovare il suo primo peccato, frugando nella sua vita e nei suoi ricordi. Nel tentativo di rimediare alla sua colpa, conoscerà di nuovo se stessa e il paese in cui vive. “Senza toccare” invita il lettore in un viaggio immersivo in cui la protagonista mette in discussione la sua vita e ciò che la circonda. Ci ritroviamo a viaggiare attraverso una Turchia di toponimi mascherati che celando i luoghi, ci riportano alle realtà del mondo moderno. La storia assume toni cupi mentre i segreti si svelano man mano che il viaggio procede. Una delle ragioni è il passato di Adalet, l’altra sono le questioni politiche e sociali mostrate attraverso gli occhi e la memoria della giovane donna. Un romanzo sul vedere, ricordare e dimenticare, in cui non mancano i colpi di scena.
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12 settembre
Bryan Washington , PROMESSE, NNE 2021
Mike ha origini giapponesi e fa il cuoco in un ristorante fusion a Houston, Texas. Benson è nero, ha una famiglia ingombrante e fa il maestro d’asilo. Mike e Ben vivono insieme da qualche anno, ma non sono più sicuri di amarsi, nonostante l’affetto, il sesso, l’intimità conquistata a fatica. Quando la madre di Mike, Mitsuko, arriva a Houston in visita per la prima volta, Mike decide di partire per il Giappone: suo padre Eiju, che ha abbandonato la famiglia da anni, ha una malattia incurabile. Così, mentre Ben e Mitsuko si trovano costretti a condividere spazi e abitudini, in una strana convivenza che si costruisce in cucina, nella cangiante città di Osaka Mike si confronta con il padre e la sua eredità. Raccontato a turno da Benson e Mike, tra ricette giapponesi e comfort food, “Promesse” è una commedia dolceamara che parla di famiglia, tradimenti e scelte di vita. I personaggi di Bryan Washington sono eroi impacciati, alle prese con una nuova epopea delle relazioni, dove i sentimenti e i desideri non riescono a passare dalle parole ma dai piccoli gesti di ogni giorno, che hanno il potere di trasformare l’insofferenza in tenerezza, il rancore in compassione, e aprire il cuore alla felicità.
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