I LIBRI DELLA SETTIMANA
8 maggio
Viktorie Hanisová, AGNES, Voland 2023
La vita di Julie è perfetta: un lavoro importante, un compagno che condivide le sue passioni, una bella casa. All’improvviso sente l’esigenza di un figlio e pur di averlo è disposta a tutto. Non abituata ad arrendersi e con l’abilità pratica che la contraddistingue, si dedica alla pianificazione della propria maternità, ma nonostante misurazioni basali e rapporti ben cadenzati il suo desiderio rimane insoddisfatto. Julie trova allora il modo di adottare Agnes, una piccola rom che nessuno vuole e di cui nasconde le origini. Ma la rete di bugie che costruisce attorno alla figlia finirà con l’avvelenare il loro rapporto… Un romanzo spietato che tocca i punti nevralgici di una società incapace di andare oltre gli stereotipi e i pregiudizi.
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9 maggio
Anna Vaught, BANG BANG MUSSOLINI. L’AMICIZIA IMMAGINATA TRA LUCIA JOYCE E VIOLET GIBSON, 8tto edizioni 2023
È bello il paesaggio là fuori. Sotto gli alberi del parco del St Andrew’s Hospital una donna guarda nel vuoto e alza le braccia al cielo, richiamando a sé gli uccellini per dar loro semi e briciole. È lady Violet Gibson, ormai alla fine dei suoi giorni, molti dei quali trascorsi qui, rinchiusa in questo manicomio di lusso per aver attentato alla vita di Benito Mussolini nel lontano 1926. Questa è la sua storia, ed è anche la storia di altre donne che, come lei, sono state vittime dell’etichetta di pazzia e isteria. Donne sotto le grinfie di uomini curiosi di capire, ma con pochi strumenti per farlo. Donne vittime di un patriarcato ottuso e regole sociali volte a sostenerlo. Sarà un viaggio speciale, un volo vero e proprio. Lo spazio e il tempo non costituiranno limiti e non saranno d’ostacolo. Io sarò con lei, sarò con loro, per raccontare ciò che è stato dimenticato. Sono Lucia Joyce, e questa è anche la mia storia. Lucia Joyce rappresenta il non detto, il tabù della famiglia Joyce. Di fatto, dal 1932 al suo decesso trascorse la vita negli ospedali psichiatrici. Ogni suo scritto, ogni documentazione clinica venne distrutta dal nipote nel 1988, condannandola all’oblio
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10 maggio
Alessandro Barbero, BRICK FOR STONE, Sellerio 2023
È l’anno fatidico 2001. A New York, Harvey Sonnenfeld, agente CIA messo un po’ in disparte ma carico di esperienza, ha un’intuizione, una di quelle convinzioni tenaci che non si sa da dove vengano ma che possono essere più radicate di un ragionamento articolato: ci sarà un attentato. «New York conta un bel po’ di milioni di abitanti, e nessuno può sapere esattamente quanti stanno preparando un attentato. Loro sono qui e io prima o poi li annuserò». Ingaggia allo scopo un gruppo di persone tanto assurdo quanto efficace. Bobby Fischer, l’unico americano della storia campione mondiale di scacchi, paranoico, ma capace di anticipare un migliaio di mosse; l’immigrato russo Kozlov, un ubriacone, proveniente dall’Afghanistan, ingegnere esperto di ogni tipo di attentato; il professor Koselleck, cacciato dall’università a causa di una condanna per stalkeraggio contro la moglie, il massimo studioso del pianeta di graffiti offensivi e scritte oscene. Intanto un’ombra si aggira, un altro gruppo affaccendato a tessere una rete di contatti; per loro non è il 2001 ma l’anno 1421 dall’Egira. L’improbabile squadra di Harvey Sonnenfeld da un labile indizio scovato in metropolitana e una conversazione captata per caso, dà l’avvio a una corsa contro un tempo immaginario, in cui si profilano minuziosamente terroristi costruiti sull’equivoco. Siamo arrivati a settembre. La fine è nota. Ma il racconto è pieno di tensione e di sorprese, e pervaso dall’ironia di chi, come Alessandro Barbero, sa guardare alla storia con disincanto. E il desiderio di complotti produce le sue conseguenze, mentre la realtà va pericolosamente, indisturbata, per conto suo.
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11 maggio
Igiaba Scego, CASSANDRA A MOGADISCIO, Bompiani 2023
A Roma, il 31 dicembre 1990, una sedicenne si prepara per la sua prima festa di Capodanno: indossa un maglione preso alla Caritas, ha truccato in modo maldestro la sua pelle scura, ma è una ragazza fiera e immagina il nuovo anno carico di promesse. Non sa che proprio quella sera si compirà per lei il destino che grava su tutta la sua famiglia: mentre la televisione racconta della guerra civile scoppiata in Somalia, il Jirro scivola dentro il suo animo per non abbandonarlo mai più. Jirro è una delle molte parole somale che incontriamo in questo libro: è la malattia del trauma, dello sradicamento, un male che abita tutti coloro che vivono una diaspora. Nata in Italia da genitori esuli durante la dittatura di Siad Barre, Igiaba Scego mescola la lingua italiana con le sonorità di quella somala per intessere queste pagine che sono al tempo stesso una lettera a una giovane nipote, un resoconto storico, una genealogia familiare, un laboratorio alchemico nel quale la sofferenza si trasforma in speranza grazie al potere delle parole. Parole che, come un filo, ostinatamente uniscono ciò che la storia vorrebbe separare, in un racconto che con il suo ritmo ricorsivo e avvolgente ci svela quanto vicende lontane ci riguardino intimamente: il nonno paterno dell’autrice, interprete del generale Graziani durante gli anni infami dell’occupazione italiana; il padre, luminosa figura di diplomatico e uomo di cultura; la madre, cresciuta in un clan nomade e poi inghiottita dalla guerra civile; le umiliazioni della vita da immigrati nella Roma degli anni novanta; la mancanza di una lingua comune per una grande famiglia sparsa tra i continenti; una malattia che giorno dopo giorno toglie luce agli occhi. Come una moderna Cassandra, Igiaba Scego depone l’amarezza per le ingiustizie perpetrate e le grida di dolore inascoltate e sceglie di fare della propria vista appannata una lente benevola sul mondo, scrivendo un grande libro sul nostro passato e il nostro presente, che celebra la fratellanza, la possibilità del perdono, della cura e della pace.
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12 maggio
Luciano Canfora, CATILINA. UNA RIVOLUZIONE MANCATA, Laterza 2023
Pare che Lucio Sergio Catilina, di nascita nobile e dalla carriera torbida, temprato nella ferocia delle guerre civili, sia approdato a questa convinzione, proclamata in una riunione segreta di suoi seguaci, quando ormai si accingeva, nell’anno 63 a.C., all’ultima, celebre, perdente battaglia contro l’oligarchia. Infiltrati vi erano anche nella sua cerchia. Così, il servizio di spionaggio agli ordini del console a lui più avverso, Marco Tullio Cicerone, prontamente divulgò quel proclama, subito giudicato come una minaccia. Fu instaurato lo ‘stato d’assedio’ e in tale clima si svolsero le elezioni. E Catilina fu battuto nelle urne: intreccio perfetto di strategia della tensione e gestione dei pentiti. Cicerone era giunto al vertice del potere mettendosi agli ordini dell’oligarchia. Fu perciò, come spesso i transfughi, il più implacabile avversario della ‘rivoluzione’. Al culmine dello scontro non esitò a varcare i confini della legalità, illudendosi, per un tempo non breve, di poter rimanere, grazie a tale ‘benemerenza’, al vertice della Repubblica. Non aveva capito di essere soltanto una pedina, non un capo: gli mancava un esercito. Era suonata l’ora dei capi carismatici e delle loro legioni.
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13 maggio
Nathaniel Ian Miller, LE MEMORIE DI SVEN STOCCOLMA, Blu Atlantide 2023
Protagonista di questo romanzo è Sven Ormson, cacciatore inquieto e sfortunato, unico abitante di una sperduta regione dell’arcipelago artico delle Svalbard. Siamo nel 1916, Sven lascia Stoccolma, sua città natale, per cercare la fortuna e la pace lontano da un presente che lo ingabbia. Però, durante la sua prima esperienza da minatore una valanga lo travolge, lasciandolo sfigurato. Da quel momento in poi l’esistenza di Sven si farà sempre più solitaria e perigliosa, scandita dai lunghi inverni ghiacciati e solitari del circolo polare artico. Eppure la vita lo raggiungerà perfino nel fiordo obliato da lui scelto come proprio rifugio dal mondo, e qui diventerà il mitico Sven Stoccolma: a fargli visita, negli anni, un uomo finlandese burbero e saggio, un geologo scozzese amante dei libri, e anche qualcuno della sua esistenza di prima che, forse, avrà il potere di costringerlo finalmente a guardare in faccia il futuro.
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14 maggio
Elvia Wilk, NARRAZIONI DALL’ESTINZIONE, ADD 2023
Quali narrazioni ci aiuteranno a ripensare la prospettiva umana, in un mondo così diverso da quello in cui sono nate quelle che chiamiamo storie? Ricordandoci come il nostro rapporto con il narrare modelli le nostre relazioni con il mondo, Elvia Wilk ci porta attraverso il tempo e i generi, cercando di abbattere i confini tra distopia e utopia, reale e immaginato, sé e mondo. Muovendosi tra monasteri medievali, futuri solarpunk, giochi di ruolo, vampiri e ambienti privi di umani, Narrazioni dell’estinzione delinea un syllabus per una nuova narrativa speculativa e femminista adatta al nostro tempo, chiamando a sé una coralità di voci del passato e del presente, da Margaret Atwood, evocata nel racconto da cui parte il libro, a Mark Fisher, Han Kang, Doris Lessing, Anne Carson, Octavia E. Butler, Jeff e Ann VanderMeer.
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