Ecco i consigli letterari di questa settimana

28 DICEMBRE

Guido Vitiello, UNA VISITA AL BATES MOTEL, Adelphi 2019
Questa indagine nasce da una serie di indizi curiosi: un refuso rivelatore – Psyche invece di Psycho – nel primo trafiletto che annunciava il nuovo progetto di Hitchcock. Una statuetta di Amore e Psiche di Canova che s’intravede in una scena del film. Una sibillina dichiarazione del regista, che presentò Psycho alla stampa come un’«escursione nel sesso metafisico». Si trasformerà presto in un’ispezione dei luoghi del delitto ormai disabitati: il Bates Motel e la casa arcigna in cima alla collina, che Hitchcock volle allestire come gallerie d’arte o Wunderkammern. Una stanza dopo l’altra, il detective Vitiello ci aiutano a vedere la spettrale dimora vittoriana di Psycho come un musée imaginaire dell’erotica misterica, per le cui stanze si inseguono tre cicli mitologici infernali: Amore e Psiche, Orfeo ed Euridice, Demetra e Persefone. È una scoperta sorprendente e a suo modo sinistra, alla quale tutto sommato vorremmo sottrarci. Ma forse è troppo tardi: come avremmo dovuto sapere prima ancora di aprire il libro, infatti, dal regno infero di Norman Bates non si esce con la stessa facililità con cui si entra.
Nel link un’intervista all’autore che ci presenta l’opera https://www.illibraio.it/…/guido-vitiello-alfred…/
CONSIGLIATISSIMO PER CINEFILI
29 DICEMBRE

Catrina Davies, MAL DI CASA. PERCHE’ VIVO IN UN CAPANNO, Atlantide 2020
“Se avete costruito castelli in aria, il vostro lavoro non deve andare perduto; è lì che devono stare. Ora metteteci sotto delle fondamenta” (Henry David Thoureau)
All’età di trentuno anni, l’artista inglese Catrina Davies si trova a condividere un appartamento a Bristol con altre cinque persone faticando ogni mese per pagare l’affitto della sua minuscola stanza. Tra lavori occasionali, progetti creativi per cui non trova il tempo perché troppo occupata a sbarcare il lunario e la preoccupazione costante di non riuscire più a permettersi un posto dove vivere, la sua vita sembra essere arrivata a un punto morto. Fino al giorno in cui non decide di fare ritorno nella sua regione, la Cornovaglia, con un piano: sistemarsi nel piccolo capanno abbandonato che il padre usava come ufficio prima di chiudere la propria attività per fallimento e renderlo casa sua. Nonostante le molte difficoltà (il capanno è davvero malridotto e a rigor di legge non potrebbe comunque essere abitato), la sua vita da quel momento cambia del tutto: Catrina ha finalmente il tempo di scrivere e comporre musica (e fare surf ), ma soprattutto, giorno dopo giorno, recupera il senso stesso di sé, scoprendo, o meglio riscoprendo, appena a un passo dalla civiltà dei consumi, del successo e della autoaffermazione, un’esistenza fatta di natura, boschi, mare – più dura e selvaggia certo, ma anche più intensa, libera, giusta. Mal di casa è la straordinaria storia vera di una crisi personale e di un mondo intero, quello della nostra contemporaneità, dei mutui, di esosi affitti da pagare e case vacanza, e una profonda, importante riflessione sulla disuguaglianza sociale e sui nostri modelli di vita.
30 DICEMBRE

Georgi Gospodinov. TUTTI I NOSTRI CORPI. STORIE SUPERBREVI, Voland 2020
“Ovvio che ogni nascita è un omicidio con la data differita nel tempo. Il grilletto è premuto, una pallottola silenziosa vola verso di te e un giorno ti raggiungerà. I sospettati dell’omicidio ti prendono in braccio e sono felici e tu ti dimeni e piangi. Mamma, papà, siete stati voi…” (Preterintenzionale)
“La scoperta del telefono è stata davvero una grande conquista del pianeta. E soprattutto ha introdotto una delle angosce fondamentali: perché non mi telefona nessuno? Prima questo problema non esisteva.” (Nuove angosce)
Centotre racconti brevi o brevissimi (nelle citazioni un paio di esempi), divertenti e assurdi. Storie assai diverse tra loro, riflessioni ironiche, grottesche, malinconiche, cronache di vita composte da Georgi Gospodinov dove la nostalgia per il passato si intreccia alla curiosità per il futuro. Gospodinov, classe 1968, poeta innovativo e raffinato, prosatore e studioso di letteratura, è oggi considerato lo scrittore più talentuoso della Bulgaria tanto da essere stato definito il Milan Kundera bulgaro
31 DICEMBRE

Régis Jauffret, MICROFICTIONS, Edizioni Clichy 2019
 
Cinquecento racconti, ognuno di sole due essenziali, travolgenti, spietate pagine, per raccontare gli esseri umani nelle loro più inconfessabili deviazioni e perversioni, nelle loro meravigliose bellezze, nei loro imprevedibili abissi, in tutte le loro inarrestabili derive, in tutto il loro inevitabile perdersi, mentire, fallire, risorgere, odiare, vendicarsi, uccidere, fuggire, ricordare e dimenticare, amare, volare, morire. Un libro che è come un veleno che piano piano ti entra dentro e inizia la sua lenta ma inesorabile opera di distruzione. Oppure come un antidoto che annienta subdolamente le comode certezze e le finte sicurezze che tutti ci siamo costruiti. Cinquecento vite raccontate nelle loro ferite. Alcune devastanti, definitive, totali e senza ritorno. Altre piccole, sul momento non troppo evidenti e all’apparenza risolvibili, ma che invece sappiamo daranno la direzione agli anni che arrivano dopo. Jauffret ci fa sentire – non capire: sentire, come una frustata – che ogni vita ne ha una di ferite, e che nessuno si può salvare da questa possibilità di deriva, che a volte è senza ritorno. Per questo Microfictions è un libro che parla di tutti noi. Considerato da critici e lettori una delle opere più importanti e influenti degli ultimi anni, tradotto in dodici lingue, pubblicato in Francia da Gallimard nel 2018, Microfictions è un’«opera-monstre», uno di quei libri che diventano imprescindibili, dei quali «si deve» parlare e che soprattutto «si deve» leggere, un’impresa letteraria e editoriale quasi folle.
1 GENNAIO

Shirley Jackson, LA LUNA DI MIELE DI MRS. SMITH, Adelphi 2020
«Casa nostra spesso era piena di letterati e artisti eminenti» raccontano i figli di Shir­ley Jackson. «Si tenevano feste leggenda­rie e partite a poker con pittori, scultori, musicisti, compositori, poeti, insegnanti e scrittori di ogni genere. Ma il suono della sua macchina da scrivere non mancava mai, la sentivamo battere sui tasti fino a notte fonda». E da quell’ostinato ticchet­tio della Royal di mamma Shirley usciva a getto continuo una produzione che ha po­chi paragoni: celebri romanzi dell’orrore come L’incubo di Hill House e clamorose perle nere come La lotteria, certo, ma an­che una mole imponente di racconti de­stinati a rimanere a lungo sconosciuti – e che solo trent’anni dopo la morte della Jackson verranno alla luce, con un coup de théâtre degno di una delle sue storie: alcu­ni estratti da uno scatolone ritrovato in un fienile del Vermont e spedito senza preav­viso alla famiglia, e altri, moltissimi altri, scoperti alla Library of Congress di Wash­ington e alla San Francisco Public Library. Racconti di cui questo libro offre una ric­ca scelta, dove il lettore troverà non solo il thriller nero e la fiaba gotica di cui la Jack­son è riconosciuta maestra, ma anche – e sarà una gradita sorpresa – commedie sur­reali, sketch stranianti, comici quadri fa­miliari, esplorazioni della psiche, con ful­minanti incursioni nei territori di confine tra normalità e follia. E sempre sarà felice, il lettore, di lasciarsi inghiottire dagli ingra­naggi di una macchina narrativa di diabo­lica perfezione.
 
Nel link qui di seguito un’interessante recensione
2 GENNAIO

Milena Agus, UN TEMPO GENTILE, Nottetempo 2020
 
Recensione di Simonetta Bitasi dal suo sito http://www.lettoreambulante.it/
“Chi ha amato il successo internazionale che è stato MAL DI PIETRE, ma anche gli altri libri di Milena Agus, nel suo nuovo romanzo UN TEMPO GENTILE, sempre pubblicato da Nottetempo, da una parte ritroverà la capacità narrativa, l’ironia, la sensualità della scrittrice sarda, dall’altra una scrittura più consapevole e densa e una storia che riesce ancora una volta a unire commedia e tragedia. La storia ci porta in un piccolo paese dell’entroterra sardo dove un giorno arriva un gruppo di migranti accompagnati dai volontari che li seguono. Per un errore o forse per una truffa si trovano a dover essere per così dire ospitati in un vecchio casolare chiamato “il rudere”. Sconcerto e diffidenza da parte dei locali che li additano subito come “invasori” e uguale rabbia e stupore da parte dei migranti che pensavano di essere arrivati in Europa e non in un posto anche peggiore del luogo da cui sono fuggiti. Milena Agus riesce a portare avanti il ritratto di questa varia umanità con grande abilità e senza falsi moralismi, mostrando le dinamiche di un piccolo paese ormai morto anche perché sacrificato alle politiche agricole che ne hanno snaturato il territorio; la disperazione e la voglia di riscatto di chi emigra, il complesso meccanismo di sentimenti e logiche anche astruse e discutibili di chi sceglie il volontariato. Come è normale i due fronti contrapposti cominciano prima a osservarsi e per così dire annusarsi e poi a venire in contatto, soprattutto grazie alle donne del paese, mosse più da curiosità che da spirito di carità ma poi più aperte a superare i loro pregiudizi. Che, badiamo bene, ci sono da entrambe le parti. UN TEMPO GENTILE è insieme un racconto epico e un romanzo estremamente contemporaneo, un fedele ritratto di una regione che vede ancora i suoi giovani emigrare e una ferma e gentile critica politica e sociale. Così siamo fatti da subito partecipi delle vicende narrate grazie alla leggerezza, calvinianamente intesa, di Milena Agus, alla sua acuta ironia che non diventa mai sarcasmo e non è fine a se stessa, alla sfacciata ed empatica sensualità che percorre i rapporti tra i personaggi, a una lingua insieme dolce e rocciosa. Un grande omaggio alla letteratura”
3 GENNAIO

Cesare Cremonini, LET THEM TALK. OGNI CANZONE E’ UNA STORIA, Mondadori 2020
 
In questo libro Cesare Cremonini ci porta al di là delle porte del suo mondo. Un mondo fatto di un’attrazione totale verso il lato poetico della vita, di curiosità verso l’ignoto, di grandi perdite e di sogni ritrovati, di libri letti e immaginati, di film visti e interiorizzati, per spiegarci che l’arte è una sola e ci ricorda chi siamo.
Nel link un approfondimento sul libro
https://www.rollingstone.it/musica/let-them-talk-di-cesare-cremonini-e-la-storia-di-una-star-cresciuta-troppo-in-fretta/541938/#Part2