Sabato 25 marzo 2023

Ore 10.00

Una vita per la Democrazia Riccardo Bauer un ideale che diventa destino
Presentazione del libro “Riccardo Bauer. Un’ideale che diventa destino: lettere 1916-1982” a cura di Claudio A. Colombo (Società Umanitaria) e Francesco Oppi (Guado)

Intervengono Luca Crovi e Paola Signorino

Letture di Roberto Melogli

Riccardo Bauer
Una vita come quelle dei film
Patriota interventista
Antifascista indomabile
Carcerato e confinato politico
Scrittore corrosivo
Educatore civile

dalla presentazione dei curatori:
(…) In queste lettere (alcune delle quali sembrano opere di Emilio Isgrò, tanto la censura vi si è accanita) Bauer sembra quasi mettersi a nudo; spesso con grande ironia (come quando, ad esempio, il 28 novembre 1930 scrive che “devo fare delle grandi camminate per ammazzare il tempo, unico delitto questo, insieme a l’altro di rubar la parola, che non sia contemplato in alcun codice penale”, oppure quando, il 20 ottobre 1937, commenta sardonico: “Se l’esercizio della pazienza serve alla salvazione dell’anima, è certo che qui si esce beati”), rivelando aspetti inaspettati della sua personalità: lo conosciamo come antifascista, democratico ribelle, storico, filosofo, sociologo, educatore, osservatore politico, e lo ritroviamo fotografo, critico letterario, esperto vivaista, urbanista, gattaro, economista…”.(…)

dal testo introduttivo di Alberto Martinelli:
(…) Bauer non abbandonerà mai l’ardua strada dell’opposizione. Negli anni dell’avvento e del consolidamento del fascismo è infaticabile nella sua multiforme attività di opposizione al regime. Appena venticinquenne collabora con Rivoluzione liberale di Piero Gobetti in cui cura una rubrica dal titolo “Rassegna sindacale” e scrive articoli sul concetto di liberalismo dialogando con lo stesso Gobetti, Carlo Rosselli, Lelio Basso. Questa collaborazione, insieme al lavoro di ricerca sociologica svolto come responsabile del Museo sociale, gli costa l’espulsione dall’Umanitaria, ormai controllata dai fascisti. Poco più tardi, nel 1924, è cofondatore con Ferruccio Parri della rivista Il Caffè (nome scelto per sottolineare l’affinità elettiva con la tradizione dell’illuminismo settecentesco lombardo), che ha vita breve ma è influente strumento d’opposizione al regime, su cui scrive articoli dai titoli eloquenti come “Stato fascista e stato liberale”, “Non piegare”, “Difendere la dignità civile”. Contribuisce a organizzare con Rosselli e Parri la rete clandestina per l’espatrio degli antifascisti di cui si servirà anche Filippo Turati per andare in Francia. Con Ernesto Rossi è a capo del fronte interno del movimento di “Giustizia e Libertà” fondato da Carlo Rosselli (…).

L’incontro apre il ciclo di incontri e reading nei luoghi della cultura