Il libro scelto questo mese dal gruppo di lettura della Biblioteca di Corbetta è

LE CORREZIONI di Jonathan Franzen

Le correzioni è il terzo romanzo di Jonathan Franzen edito nel 2001 poche settimane prima dell’11 settembre e pubblicato in Italia da Einaudi. E’ considerato un esempio di stile post-modernista nell’affrontare la società americana prima della caduta rovinosa della borsa e dell’ottimismo proprio degli anni ottanta. Il romanzo, che ha reso celebre lo scrittore, ha vinto il National Book Award e il James Tait Black Memorial Prize.

L’incipit

Un fronte freddo autunnale arrivava rabbioso dalla prateria. Qualcosa di terribile stava per accadere, lo si sentiva nell’aria. Il sole era basso nel cielo, una stella minore, un astro morente. Raffiche su raffiche di entropia. Alberi irrequieti, temperature in diminuzione, l’intera religione settentrionale delle cose era giunta al termine. Neanche un bambino nei giardini. Ombre e luce sulle zoysie ingiallite. Querce rosse e querce di palude e querce bicolori riversavano una pioggia di ghiande sulle case senza ipoteca. Le controfinestre rabbrividivano nelle stanze da letto vuote. E poi il ronzio monotono e singhiozzante di un’asciugabiancheria, la contesa nasale di un soffiatore da giardino, il maturare di mele nostrane in un sacchetto di carta, l’odore della benzina con cui Alfred Lambert aveva ripulito il pennello dopo la verniciatura mattutina del divanetto di vimini. Le tre del pomeriggio erano un’ora pericolosa nei sobborghi gerontocratici di Saint Jude.

L’autore

Tratto da L’enciclopedia Treccani on-line
Franzen Jonathan. – Scrittore statunitense (n. Western Springs, Illinois, 1959). Trascorsa la prima parte della sua vita in un  tranquillo sobborgo di St. Louis, periodo poi descritto nell’autobiografico Zona disagio (2006, trad. it. 2006) e laureatosi allo Swarthmore College (1981), studiò poi alla Freie Universität di Berlino e lavorò in un laboratorio di sismologia della Harvard University. I suoi primi romanzi, La ventisettesima città(1988, trad. it. 1989) e Forte movimento (1991, trad. it. 2004), brillante giallo ambientalista, furono apprezzati dalla critica, ma ebbero scarso successo di pubblico. Dopo un difficile periodo personale e professionale (e dopo aver scritto su Harper’s  nel 1996 un controverso saggio che denunciava la crisi del romanzo americano) ha pubblicato La correzioni (2001, trad. it. 2002, premiato col National Book Award), in cui, descrivendo le vicende di una tipica famiglia borghese del Midwest, ha affrontato temi cruciali della società americana, dall’ossessione del fallimento alle nevrosi sessuali. Del 2010 è il romanzo Libertà (trad. it. 2011), protagonista ancora una famiglia del Midwest, in cui Franzen, analizzando il decennio trascorso dopo l’11 settembre, cerca di dimostrare che la reazione della società americana a quella tragedia è stata peggiore della tragedia stessa, sottolineando i pericoli che possono derivare dall’abuso della libertà. Quattro anni dopo lo scrittore ha pubblicato Purity (2015; trad. it. 2016), spietata analisi dell’America contemporanea. Collaboratore del New Yorker, F. ha pubblicato anche le raccolte di saggi Come stare soli (2002, trad. it. 2003), Più lontano ancora (2012, trad. it. 2012), Il progetto Kraus: saggi di Karl Kraus annotati da Jonathan Franzen (trad. it. 2014),La fine della fine della terra(2018; trad. it. 2019), E se smettessimo di fingere? Ammettiamo che non possiamo più fermare la catastrofe climatica (2019; trad.it. 2020) e Crossroads (2021).

La trama

Delusa dal matrimonio, e alla ricerca di un piacere illusorio su cui proiettare la propria felicità, Enid Lambert si è imposta un obiettivo: riunire per un “ultimo” grande Natale tutta la famiglia. Questo desiderio si trasforma ben presto in un’ossessione, perché Enid, nell’osservare la realtà, non può esimersi dall’applicare delle “correzioni”: correggere le cose, in una perpetua illusione di credere di aver capito “cosa non funziona”, in sé e negli altri, e di poter dire “da oggi qualcosa cambierà”. Uno dopo l’altro, pur nella loro diversità, e con diverse sfumature, anche gli altri personaggi finiranno per avere lo stesso atteggiamento. Come suo marito Alfred, introverso e dispotico, ingegnere di una compagnia ferroviaria in pensione. Malato di Parkinson, sprofonda ogni giorno di più nella demenza, visitato dalle allucinazioni e dagli incubi: la famiglia ha programmato per lui una cura che, significativamente, si chiama Corecktall. O come il figlio Gary, dirigente di banca, nevrotico e materialista, sposato con una donna infantile ed egoista che lo ha fatto cadere in depressione, che cerca di convincersi che tutto sia a posto, nonostante chiari segni del contrario, occasione per Franzen di dare uno ritratto impietoso alla vita di coppia, dei tentativi di cambiarsi e di cambiare il partner, oppure come la figlia Denise, chef di successo con tendenze lesbiche, invischiata in relazioni travagliate, ed avvinghiata al mantra “ma questa volta sarà diverso”. O come il secondogenito Chip, beniamino di papà Alfred, intellettuale cacciato dal college dove insegnava per aver sedotto un’allieva, intento a riscrivere e “correggere” per l’ennesima volta la stessa sceneggiatura. 

Curiosità

Franzen e il cinema
Nel libro “Il paradiso dei lettori innamorati” Antonio Monda intervista grandi scrittori sui film più amati. Tra questi c’è anche Jonathan Franzen a cui viene richiesto quali sono i cinque film che lo hanno segnato di più. Lui risponde: “La regola del gioco” di Jean Renoir; “Lamerica” di Gianni Amelio; “L’amico americano” Wim Wenders; “Brivido caldo” di Lawrennce Kasan; “Un pesce di nome Wanda” Invece un film classico che non ama “La donna che visse due volte” (poiché lo trova apprezzabile solo da addetyti ai lavori)

Franzen, birdwatching ed ecologia
Franzen è notoriamente un appassionato di bird watching. Ce ne parla dettagliatamente nel romanzo successivo alle correzioni, “Libertà” dove uno dei protagonisti pratica questa attività. L’amore per questi animali è una delle motivazioni che lo ha portato ad affrontare le tematiche ecologiste (ben espresse nel saggio E se smettessimo di fingere? Ammettiamo che non possiamo più fermare la catastrofe climatica)

Qui trovate una Intervista alla traduttrice di Franzen

https://www.lindiceonline.com/geografie/itinerari-di-parole/tutte-le-difficolta-e-il-piacere-di-tradurre-jonathan-franzen/

Qui invece lo scrittore e giornalista Giuseppe Longo tenta di dare una spiegazione del successo di Franzen

https://www.minimaetmoralia.it/wp/libri/perche-franzen-e-franzen/

E qui un’intervista con un po’ di polemica letteraria

http://lettura.corriere.it/franzen-contro-bloom-il-canone-e-maschilista/

 

Franzen e Dio.

Nel libro “Tu credi? Conversazioni su Dio e la religione” di Antonio Monda edito da Fazi è presente un’intervista a Franzen sull’argomento

Franzen a Santa Cruz

Nel recente libro di Davide Masneri “Steve Jobs non abita più qui” Adelphi 2020 (libro piacevolissimo, costituito da diversi articoli sulla California e sul mondo poco dorato della silicon valley) un capitolo è dedicato proprio ad un’intervista a Franzen, nel suo cottage nelle foreste californiane, che ci mostra come sia cambiato l’autore a quasi 20 anni dalla pubblicazione del suo romanzo di maggiore successo

Il cervello di mio padre

Pubblicato solo in formato èbook è il racconto  della malattia  del padre dello scrittore (Alzhaimer) che ritroveremo poi romanzata anche nelle Correzioni.