Ecco i libri di cui si è parlato nell’incontro del silent book club di sabato 13 luglio 2024

AA.VV., ACCADDE UN’ESTATE

A cosa pensate quando sentite la parola “Estate”? E se aggiungessimo l’aggettivo “speciale”? Lo abbiamo chiesto a diciotto talentuose autrici, che hanno dato una loro diversa e personalissima interpretazione. È così che nasce Accadde un’estate, una raccolta di racconti in cui potrete trovare le varie sfumature dell’estate: un’assolata giornata in spiaggia, un nostalgico ricordo, un incontro inatteso, un oggetto perduto, un sentimento imprevisto che risana, un primo amore perso o ritrovato. Risate, lacrime, malinconia, ma anche ricerca, esperienze, amicizia.
Il genere predominante è il romance contemporaneo, tuttavia non mancano incursioni in diverse epoche storiche con storie ricche di pathos e spunti di riflessione.
L’intero ricavato sarà devoluto all’Associazione Gomitolorosa, che promuove il lavoro a maglia negli ospedali come strumento per ridurre l’ansia in pazienti, soprattutto oncologici, utilizzando gomitoli prodotti con lana italiana in sovrapproduzione.
Autrici partecipanti: Emma Black, Silvia Bucchi, Roby Y. Calaudi, Giovanna Caldara, Tatjana Ciotta, Cassandra Lloyd, Jessica Marchionne, Monica Marmentini, Giusy Marrone, Norah Martini, Maria Erika Martino, Lara Premi, Anne Louise Rachelle, Constance S., Tania Sarnà, Judith Sparkle, Susy Tomasiello, Chiara Zanini.

 

Wilkie Collins, MISS O MRS?, Elliot

La quindicenne Natalie è l’unica figlia del ricco Sir Joseph Graybrooke. È molto bella ed è provvista di una dote considerevole. Su di lei ha delle mire Richard Turlington, un uomo d’affari più grande di ventitré anni, che ha saputo ben insinuarsi nelle grazie del padre della ragazza al punto da diventarne esecutore testamentario. Richard è un personaggio oscuro: nasconde un passato di nefandezze e insiste per sposare l’ereditiera per salvarsi da un’incombente crisi finanziaria. Natalie è innamorata del giovane cugino Launcelot, uno studente di medicina, però non trova il modo di opporsi alle pretese del padre che vorrebbe legarla a Richard. Launcelot e Natalie si sposano in segreto ma, secondo la legge inglese, non possono fuggire insieme perché la ragazza non ha ancora sedici anni. Richard, nel frattempo, scoperto il matrimonio, escogita un piano per assassinare Sir Joseph con la complicità di un suo antico sottoposto… Una novella inedita di Wilkie Collins intessuta di intrighi e amori contrastati nella migliore tradizione vittoriana.

Abdulrazak Gurnah, SULLA RIVA DEL MARE, La nave di Teseo

Il sessantacinquenne Saleh Omar è un mercante di Zanzibar, richiedente asilo in Inghilterra. Sindbad dei giorni nostri, Omar lascia una terra dove il genio del male si è incarnato in governanti ladri provvisti di ogni forma di moderna violenza politica: campi di concentramento, armi e uno stuolo di cortigiani. Al suo arrivo a Londra, all’aeroporto di Gatwick, Omar mostra un visto non valido, rilasciato in patria da un suo parente e acerrimo nemico, Rajab Shaaban Mahmud. A Omar era stato suggerito di mostrare di non capire una parola di inglese, per cui l’assistente sociale che ha preso in carico il suo caso si trova costretta a chiedere la consulenza di un esperto di Kiswahili, uno dei dialetti dell’Africa Orientale: per ironia della sorte, l’interprete è Latif Mahmud, il figlio di Rajab, l’acerrimo nemico di Omar. L’uomo ha tagliato ogni ponte con la sua famiglia di origine dagli anni ’60, quando ha chiesto asilo come rifugiato in Inghilterra, dove vive nella nostalgia della sua terra. Ora, Omar si trova faccia a faccia con Latif in una cittadina inglese sul mare. Entrambi rifugiati, con una origine e un destino che li accomuna. Il figlio del persecutore di Omar è anche la persona che può salvarlo e dargli finalmente una nuova vita. Dal premio Nobel per la Letteratura Abdulrazak Gurnah, un romanzo su due uomini che hanno scommesso tutto per cambiare vita, uno sguardo letterario implacabile sull’eredità dimenticata del mondo postcoloniale.

Jason Lutes, BERLIN.L’INTEGRALE, Coconino Press

Una narrazione fluviale e avvincente, un messaggio più che mai attuale, una pietra miliare del graphic novel.
Berlino, anni Trenta. Lo straordinario romanzo corale di una città, di una vivace scena culturale e di un’epoca al tramonto. Un giornalista, una giovane artista, i loro destini intrecciati a quelli di tanti altri personaggi mentre i conflitti sociali esplodono e su tutto si allunga l’ombra del nazismo. Per la prima volta in volume unico tutta la saga storica di Jason Lutes: una narrazione fluviale e avvincente, un messaggio più che mai attuale, una pietra miliare del graphic novel.

Anthony Sattin,NOMADI. I POPOLI IN CAMMINO CHE HANNO PLASMATO LE NOSTRE CIVILTÀ, Neri Pozza

Gli esseri umani hanno vissuto spostandosi da un luogo all’altro per la maggior parte della loro storia e hanno continuato a progredire in movimento anche dopo essere diventati stanziali e aver fondato grandi città come Uruk, Babilonia, Roma o Chang’an (oggi Xian). Eppure le pagine ufficiali della Storia tendono a escludere i nomadi, salvo qualche riferimento quando il loro peregrinare viene a cozzare contro le società stanziali. Nomadi è la storia, finora mai scritta, della civiltà raccontata attraverso le vicende di coloro che ne sembrano estranei. Proprio a loro si devono i grandi monumenti in pietra prima che si erigessero le piramidi; i migranti addomesticarono il cavallo, modellarono l’arco che per millenni è servito soprattutto per sfamarsi, combatterono contro i Greci e affrettarono la caduta dell’Impero romano. Diedero grande impulso alla poesia e alla narrazione e furono sempre piú sensibili degli stanziali al rispetto della natura. Multiculturali per definizione, i migranti furono piú tolleranti delle religioni altrui, favorirono lo sviluppo dei commerci e contribuirono alla fioritura culturale dell’Eurasia, orientando il cammino dell’umanità. Dalla rivoluzione neolitica al XXI secolo, passando per l’ascesa e caduta di Roma, i grandi imperi nomadi degli Arabi e dei Mongoli, i Moghul e lo sviluppo della Via della Seta, Nomadi esplora le relazioni spesso turbolente tra società sedentarie e mobili e il loro reciproco contrappeso, fornendo una visione radicalmente nuova della civiltà umana. Esplorando la biologia evolutiva e la psicologia dell’irrequietezza che ci rende umani, l’ampia storia di Anthony Sattin ridisegna cosí il ruolo del nomadismo dalla Bibbia fino al suo declino e alla sua demonizzazione attuale.

Arturo Pérez-Reverte, IL TANGO DELLA VECCHIA GUARDIA, Rizzoli

1928. Max Costa, ballerino professionista su un transatlantico, invita a danzare Mecha Inzunza, bellissima dama spagnola in viaggio alla volta del Sudamerica col marito Armando de Troeye, musicista deciso a scrivere per scommessa un tango che sfidi il Bolero del collega Ravel. Max e Mecha sono presi da una danza dei sensi che va molto oltre l’erotismo stilizzato del ballo: è l’inizio di un legame torbido, equivoco, che si protrae una volta finito il viaggio, esplorando i bassifondi di Buenos Aires alla ricerca del tango com’era prima di diventare di moda. Nove anni dopo, a Nizza, Mecha e Max s’incontrano di nuovo. Lei indossa sempre la sua bellezza elegante e altera, lui gli abiti e i modi impeccabili che fanno di una vita di espedienti una forma d’arte: arte che dovrà mettere a servizio di un atto di alto spionaggio. E ancora una volta i due si separano, per rivedersi nel 1966 a Sorrento: ammaccato da un’esistenza difficile, Max è l’autista di un ricco svizzero. Mecha è al seguito del figlio, giovane genio degli scacchi che sta per sfidare il campione del mondo in carica, il russo Sokolov. Di nuovo musica, servizi segreti, furti e mezze verità per incorniciare il terzo atto di un amore che ignora lo spazio e il tempo e brilla inestinguibile riallacciando in un ultimo ballo due vite fatte per attrarsi e respingersi.

Aurora Tamigio, IL COGNOME DELLE DONNE, Feltrinelli

All’origine c’è Rosa. Nata nella Sicilia di inizio Novecento, cresciuta in un paesino arroccato sulle montagne, rivela sin da bambina di essere fatta della materia del suo nome, ossia di fiori che rispuntano sempre, di frutti buoni contro i malanni, di legno resistente e spinoso. Al padre e ai fratelli, che possono tutto, non si piega mai sino in fondo. Finché nel 1925 incontra Sebastiano Quaranta, che “non aveva padre, madre o sorelle, perciò Rosa aveva trovato l’unico uomo al mondo che non sapeva come suonarle”. È un amore a prima vista, dove la vista però non inganna. Rosa scappa con lui, si sposano e insieme aprono un’osteria, che diventa un punto di riferimento per la gente dei quattro paesi tutt’intorno. A breve distanza nascono il bel Fernando, Donato, che andrà in seminario, e infine Selma, dalle mani delicate come i ricami di cui sarà maestra. Semplice e mite, Selma si fa incantare da Santi Maraviglia, detto Santidivetro per la pelle diafana, sposandolo contro il parere materno. È quando lui diventa legalmente il capofamiglia che cominciano i guai, e un’eredità che era stata coltivata con cura viene sottratta. A farne le spese saranno le figlie di Selma e Santi: Patrizia, delle tre sorelle la più battagliera, Lavinia, attraente come Virna Lisi, e Marinella, la preferita dal padre, che si fa ragazza negli anni ottanta e sogna di studiare all’estero. Su tutte loro veglia lo spirito di Sebastiano Quaranta, che torna a visitarle nei momenti più duri.

Gino Cecchettin con Marco Franzoso, CARA GIULIA. QUELLO CHE HO IMPARATO DA MIA FIGLIA, Rizzoli

Le parole di un padre che ha scelto di non restare in silenzio. Un appello potente alle famiglie, alle scuole e alle istituzioni. Il libro è parte di un progetto più ampio a sostegno delle vittime di violenza di genere. Dal giorno dei funerali della figlia Giulia, Gino Cecchettin ha scelto di condividere il proprio dolore cercando di affrontarlo e renderlo costruttivo perché possa essere di aiuto alle giovani e ai giovani del nostro Paese. In questo libro, attraverso la storia di Giulia, si interroga sulle radici profonde della cultura patriarcale della nostra società.
«Tu in questi giorni sei diventata un simbolo pubblico», scrive Gino Cecchettin alla figlia Giulia e a quanti vorranno ascoltare le sue sofferte parole di impegno, di consapevolezza e di coraggio. «Sei la mia Giulia e sarai per sempre la mia Giulia. Ma non sei più solo questo. Tu dopo quanto è successo sei anche la Giulia di tutti, quella che sta parlando a tutti. E io sento forte il dovere di manifestare al mondo che persona eri e, soprattutto, di cercare attraverso questo di fare in modo che altre persone si pongano le mie stesse domande».

Jules Verne, IL GIRO DEL MONDO IN 80 GIORNI, Einaudi

Phileas Fogg, gentiluomo inglese assai flemmatico, scommette con i soci del suo club che riuscirà a compiere in ottanta giorni il giro del mondo. Parte seguito dal suo fedelissimo servo Giovanni detto Passepartout. Gli è però alle calcagna un poliziotto che si affanna a seguirlo nelle tappe dell’eccezionale itinerario perché Fagg è sospettato di un grosso furto perpetrato in una banca inglese. Questo è l’avvio del romanzo che Verne pubblicò nel 1873 e che costituisce da più di un secolo uno dei più duraturi successi in tutte le lingue. È una storia sospesa di continuo tra avventura e ironia, dove i colpi di scena si susseguono ad un ritmo irresistibile.

Oiza Queens Day Obasuyi, CORPI ESTRANEI. IL RAZZISMO RIMOSSO CHE APPIATTISCE LE DIVERSITÀ, People

Banalizzare il passato coloniale dell’Italia, giustificare il razzismo parlandone come forma di ‘ignoranza’, pensare sia normale affrontare viaggi che mettono a rischio la vita per arrivare in Europa, considerare il caporalato un evento a margine della società: Oiza Queens Day Obasuyi, ripercorrendo la storia politica e culturale d’Italia, scrive questo saggio per smantellare il sistema di esclusione e discriminazione in cui viviamo, per denunciare un Paese culturalmente arretrato nel rapporto con le minoranze etniche e le migrazioni. Corpi estranei, infatti, è l’esperienza di una donna afro-discendente capace di smascherare i meccanismi e le carenze della nostra classe dirigente. Come farlo? Cambiando il punto di vista, scegliendo quello di donne e uomini, ragazze e ragazzi di diverse origini che riempiono le piazze per protestare contro le ingiustizie, ascoltando le voci di chi per troppo tempo è stato chiamato in causa senza poter parlare, come un corpo estraneo.