Anche questa volta vi racconto un’altra mia esperienza: il mio viaggio in Albania di qualche settimana fa.

Ebben si! Ho passato cinque giorni a girare la parte sud dell’Albania.
Ero con mia sorella,  mia nipote e il nipote acquisito Giovanni, mio cognato e il suo socio di lavoro Fredi accompagnato dalla moglie Egerta.
Fredi ed Egerta sono albanesi così conoscevano tutti i posti più interessanti da visitare.
Per incomnciare siamo partiti da casa alle sei di mattina per arrivare al porto di Bari alle sei di sera: abbiamo trovato un bel po’ di traffico e quindi abbiamo fatto una sola tirata, ma nulla rispetto al viaggio di ritorno.
Per me era la prima volta che prendevo una nave e per giunta di notte!
La mattina dopo siamo giunti in Grecia al confine con Albania poco prima delle sette e quindi, i bar erano ancora chiusi.
Poco dopo lo sbarco   abbiamo trovato un stabilimento balneare già aperto a Ksamil con i lettini: io, mia sorella e mio cognato ci siamo seduti lì,  gli altri sono andati a fare due passi.
Dopo un po’ abbiamo sentito una voce che ci chiamava dal mate (mare splendido che non ha nulla da invidiare alle Maldive)
Era Fredi che aveva trovato una barchetta che ci ha permesso il giro turistico tra le isolette della zona.


Dopo abbiamo pranzato: come nei giorni successivi di vacanza abbiamo mangiato bene a prezzi buoni. Una cosa che mi ha colpito è che ad ogni pasto si partiva con  grandi insalate, poi arrivava il secondo piatto che era soprattutto a base di pesce; raramente c’era la pasta.  Nonostante io adori  la pasta, ho mangiato lo stesso.
Ci siamo poi spostati lì  vicino in un parco archeologico con rovine romane a Butrinti.

Poi nel pomeriggio siamo giunti a Saranda Il Fredi già dalla prima sera ha dimostrato di avereun buon fiuto pergli hotel: ne ha trovato uno molto bello con vista sul lungomare dove abbiamo fatto due passi e cenato. Ho notato che ci sono anche lì sul lungomare le casette per lo scambio dei libri, forse ci hanno copiato?

 

Davanti alla costa potevamo vedere l’isola di Corfù.

Il giorno dopo abbiamo vistato una fonte di acqua che si chiama Occhio Blu con un’acqua di un blu in cui non si vede il fondo.
Mi hanno spiegato che in pochi anni in Albania hanno sistemato molte località per il turismo. Fuori dai centri abitati però non c’è nulla è ancora naturale, selvaggio e ci sono i cani randagi per le vie.
Poiché i comagni di viaggio sanno che a me piacciono i castelli, mi hanno portato a visitare un castello, dove c’era una piccola mostra sulla storia della Albania e c’erano i costumi tradizionali tipici.
Dopo che abbiamo fatto su e giù tra le montagne dell’Albania, alla fine ero stanco morto.

Giunti a Valona questa volta Fredi si è superato per albergo: visto che non c’era una tripla disponibile abbiamo occuparo una suite. Era una cosa mega con otto posti letto.
Come detto prima ero stanco morto e avrei voluto andare subito a letto, ma mia nipote Martina mi ha trascinato giù per la cena. A cena c’era anche  la nipote di Fredi,  Ina unaragazza simpatica con il suo ragazzo. Valona è una città tipo U.S.A. Basti dire che il lungomare era diviso in cinque parti: una bella pista ciclabile (ed io come avrei voluto avere lì la mia bici per fare un giro su questa pista); due corsie per le macchine poi alla fine il lungomare con la spiaggia. Da li Fredi e la moglie hanno voluto fare un salto al cimitero a trovare i loro padri.
Anche lì c’è un’altra tradizione particolare che vale la penna a raccontare: qui da noi nei cimiteri italiani  ci sono le tombe o le cappelle di famiglie e si usa potare i fiori a nostri cari;  i cimiteri albanesi sono divisi per campi di famiglia, ogni famiglia ha un piccolo pezzetto di terra, con tanti bel fiori colorati, e si usa portare le cose che piacevano al defunto ( cibo, sigarette ecc).
Eravamo nella zona della laguna di Karavasta; un pezzo di questa è proprio una “palude” in cui  si poteva fare un giro in barca: come non farlo?. E quindi sono salito sulla barca con Giovanni. Al termine del giro  siamo arrivati sul una spiaggia che era bella perché morbida. Allora mi sono messo a correre, che anche se cadevo mi non facevo male, causando un po’ di tremore a Fredi e Egerta che  con il mio modo di camminare temevano cadessi.

Ci siamo poi spostati a Tirana che è proprio la città natale di Fredi e Egerta.
Mentre loro sono andati a trovare la mamma di lui, noi altri abbiamo vistato il centro della capitale, con Ina che facceva la guida (Ina fa la guida turistica a tempo perso).
Abbiamo  visto la piazza Scanderbeg che è il salotto della città, da dove parte il viale principale dove si affacciano i palazzi dello stato, e dove si trova anche una moschea.
Io curioso come sono, non mi son fatto chiedere due volte di visitare la moschea.
A un certo punto abbiamo trovato una costruzione  un po’ strana su cui si poteva salire per amirarre i palazzi da un’altro puto vista.

Visto che era l’ultima sera in Albania mi hanno fatto cenare in un castello con le armature alle pareti, vista la mia passione della storia. La cena è stata degna di un re.

Come al solito abbiamo mangiato tanto e speso poco.
L’Albania è poco considerata ma vale veramente la pena di una visita; anch’io prima di partire avevo qualche dubbio ma è stato un viaggio proprio bello.