Questa volta faccio un bel tuffo nella mia gioventù o meglio negli anni della scuola superiore che corrispondono anche alla mia esperienza con gli scout.

Non mi vogliano male i vari bibliotecari che ho conosciuto in questi anni, ma devo dire che quelli sono stati, per me,  gli anni più belli.

Ora vi racconto qualche mie avventure.

Con gli scout sono stato quatto  anni nel clan
(il Clan è la branca in cui i giovani tra i 16 e i 21 anni si trovano per completare il proprio cammino educativo nello scoutismo. La vita di Clan ruota intorno a quattro punti: la Strada, la Comunità, il Servizio e la Fede)

Non so perché, forse la novità,  ma il primo anno c’era veramente un bel gruppo è mi sono trovato benone! Troppo simpatici.
Ho avuto tante esperienze  con i mei limiti dell’epoca ma mi sono divertito cosi tanto.

La prima volta che mi hanno portato a vedere un’attività, sono venute a prendermi a casa due ragazze, Chiara L.  e Micaela è  siamo  andato nel bosco di Riazzolo dove ci siamo cimentati in balli e canti insieme ai ragazzi del reparto (Il reparto è la branca che riunisce i ragazzi tra i 12 e i 16 anni divisi in piccoli gruppi definiti squadriglie): come capo del reparto c’era nientepopodimeno  che Mirko.  Sì proprio l’attuale responsabile della biblioteca. Lo conosco fino  d’allora.
Ma tornando  a parlare del primo anno del clan ora provo ha fare un elenco dei compagni di allora: c’erano Damiano e Ornella come capi e poi  Angela, Antonio, Chiara F., Elena, Paolo e Rosa.

Ora incomincio a raccontare le mie avventure  che ricordo con più piacere. Partiamo quanto ho preso  la “promessa” o meglio dire il fazzolettone (La Promessa Scout viene pronunciata dallo scout solitamente dopo un periodo iniziale in cui viene verificata la sua disponibilità ad appartenere al movimento scout . Essa consiste nell’impegno di fedeltà nei confronti dei princìpi e recita «Con l’aiuto di Dio prometto sul mio onore di fare del mio meglio: per compiere il mio dovere verso Dio e verso il mio Paese; per aiutare gli altri in ogni circostanza; per osservare la Legge scout.»; al termine della promessa viene consegnato il tipico fazzolettone i cui colori identificano il gruppo di appartenenza; il fazzolettone del gruppo di Corbetta è verde e arancione) 

Era il 18 giugno 1994. Ebbene sì me lo ricordo ancora oggi che sono passati così tanti anni!

Era anche la prima notte che  passavo fuori casa da solo. Per di più eravamo in tenda!
Ho dormito poco o niente; per questo non ho più ripetuto l’esperienza, no grazie. Non voglio dire che non ho più partecipato; o partecipato  alle  uscite scout  con i miei limiti del epoca, ma senza dormire fuori la notte. Un’altra uscita che mi ricordo è stata quella a Morimondo:  abbiamo fatto un gioco dove avevamo appicciati in fronte dei biglietti con sopra scritto  dei numeri. Scopo del gioco era scoprire i numeri degli altri per eliminarli, io andavo  dagli altri scout che per non farsi scoprire il numero avevano la faccia contro al muro  e si muovevano senza attenzione andando  a picchiare  le teste.

Un’altra uscita memorabile è stata a carnevale: siamo andati ad  Abbiategrasso giù nel parco  del Ticino, con altri due gruppi  dei paesi vicini, in maschera; abbiamo fatto un gioco nel bosco. Per vedere utilizzavamo le pile o le candele ma il  sottoscritto non aveva niente di tutto questo: completamente al buio ho finito per perdermi nel bosco: alla fine è venuta a ritrovarmi Elena. .

Oltre alle uscite nei fine settimana c’era anche l’appuntamento settimanale di solito di sera dove si parlava e si facevano vari discorsi. Io di solido dicevo poco o nulla, ma gli altri facevano anche  la mia parte soprattutto Angela e Chiara F. che quando  avevano loro la parola stai sicuro che la serata era molto lunga, ma anche divertente!

Una volta abbiamo registrato  un’audiocassetta con le nostre chiacchierate. Pensate che conservo ancora oggi questo nastro, in formato mp3 sul mio pc. Ogni tanto lo riascolto quando voglio fare un tuffo nei ricordi.

Qui sopra vi ho raccontato solo del primo anno scout; ho proseguito il mio cammino per altri tre anni. In seguito visto che eravamo diminuiti  abbiamo unito il clan di  Corbetta con quello di  Cornaredo: mi sono trovato bene anche con  loro Andrea, Elisa, Tommaso e gli altri

Alla fine posso dire che anche  con i miei  limiti è stata una bellissima esperienza.

Il clan durante una riunione settimanale

Il clan durante un’uscita