I LIBRI DELLA SETTIMANA

13 giugno

Luciano Ligabue, UNA STORIA.AUTOBIOGRAFIA, Mondadori 2022
Giuanin e la Rina. I fossi, le cerbottane e le fionde. Gli gnocchi della Barbarina. Il sangue di una suora. Marcello, il suo toscano, l’olio di ricino e l’Ermelina. Tocca tre volte la pelle di biscia. Gianni e i crediti con la fortuna. Il 5 di via Santa Maria. La Millecento. Le brustoline al Politeama. SartiBurgnichFacchettiBedinGuarneriPicchi. Paolo è morto inseguendo una rana. Lavorini, uno di noi. Marco. La carcassa di un suino. Savana, Virus, Novecento e Spiura. Poi Squalo, Linate, Capodistria e Bubba, i Quattro dell’Ave Maria. Il Foxtrot e il Tropical. Radio Fazzano, Radio King e RadioAttiva. Claudio “Maio” Maioli e i sogni di rock’n’roll. La Sonex Custom da cinquecentomila lire. Il fuoco di una zingara. La Dona e Lenny. Pierangelo Bertoli. Gli Eroi di latta e Angelo Carrara. Il giorno più bello o più brutto della tua vita. I ClanDestino e la Banda. I live e quell’enorme stare insieme. La terra che balla. Barbara e Linda. Cianein. C’è un intero universo, circoscritto e infinito, nella narrazione autobiografica di Luciano Ligabue. Sessant’anni di vita che in virtù di una scrittura in stato di grazia si elevano a vera e propria storia, tutta da leggere, tutta da rivivere. Affrontando per iscritto il bilancio della sua esistenza con l’eclettismo artistico che gli è proprio, il Liga esce dai comodi confini del classico resoconto biografico e tratteggia magistralmente situazioni, luoghi e persone donando loro una dimensione romanzesca. Li fa vedere, toccare e conoscere. Anche la sua, alla fin fine, non è altro che “una storia”, ma di quelle che ne contengono cento, e altre cento ancora.
14 giugno

Serhij Zedan, LA STRADA DEL DONBAS, Voland 2016
Un agente pubblicitario torna nella remota provincia ucraina in cui è nato per occuparsi della stazione di servizio del fratello, inspiegabilmente scomparso nel nulla. Tutto quello che trova però sono enigmi e fantasmi. Un romanzo folle e pieno di energia, con atmosfere alla Easy Rider, che trasforma il paesaggio industriale dell’Ucraina orientale, oggi lacerata dalla guerra, in un territorio fantastico pervaso da un profondo desiderio di libertà. Zadan ci accompagna attraverso gli sterminati campi di granturco della sua terra, ci racconta l’invenzione del jazz da parte di un misterioso anarchico, e con uno stile da rockstar letteraria ci fa conoscere un paese che lascia la porta aperta a tutte le possibilità.
15 giugno

Davide Orecchio, STORIA APERTA, Bompiani 2021
«Chi siamo noi?», ci chiediamo all’inizio di questo romanzo. «Noi siamo ignoranti. Noi siamo, in miliardi di pixel, gli eredi», coloro che vivono ormai fuori della linearità storica, dove il solo modo per capire i nostri padri è studiare. Così, in principio c’è un padre bambino, appena nato e già pronto ad affrontare il Novecento perché è un «bambino diacronico», «creatura della durata». Grazie alle parole che ha scritto – perché i bambini diacronici hanno lasciato montagne di parole, con le loro grafie sghembe, i loro dattiloscritti, telegrammi, articoli, faldoni – possiamo seguirne i passi attraverso il secolo breve, che non lo è stato affatto per chi come lui lo ha vissuto in ogni suo palpito. L’educazione fascista, l’amore con Michela, l’Etiopia, il fronte greco-albanese; la consapevolezza, l’adesione al comunismo, la Resistenza; la militanza politica che assorbe ogni altra vocazione, anche quella di padre, di scrittore; il terrorismo, poi il destino del partito, le verità, la perdita di identità; la vecchiaia come un «brodo sugli occhi» attraverso cui cercare di credere ancora. Questa la sorte di Pietro Migliorisi, protagonista di Storia aperta ed eteronimo di tanti uomini e donne della sua generazione: Davide Orecchio li riporta in vita attraverso una vertiginosa tessitura delle proprie parole e di quelle (in larghissima parte inedite) lasciate dal padre Alfredo Orecchio, insieme ai testi di molti comprimari, di cui nella Nota finale è offerto un toccante catalogo. In queste pagine avviene una moderna nékyia, la rievocazione di coloro che vissero in un tempo altro, nel quale splendeva il sole dell’avvenire, e si compie l’impresa di un romanzo in cui la polvere di tante voci ne compone una sola. Davide Orecchio insegue il mistero di un padre sconosciuto, ne indaga le traiettorie possibili, si impone un ferreo rigore documentario ma al tempo stesso permette alla fantasia di colmare lacune, sognare destini. Nel silenzio del passato, nel buio dell’inchiostro, cerca la luce.Proposto da Martina Testa al Premio Strega 2022 con la seguente motivazione:
«Storia aperta di Davide Orecchio è un romanzo originale e potente. Racconta la storia di un uomo del Novecento, Pietro Migliorisi, scrittore e giornalista, che dopo la giovanile militanza nel fascismo ha un’autentica conversione alla causa comunista, fede che lo accompagnerà per il resto della sua vita. Intorno a questa parabola politica si disegna quella umana, intima del personaggio, con i suoi affetti, le sue ossessioni, le sue paure, mentre sullo sfondo – o a volte in primo piano – scorre quasi un secolo di storia italiana. A tenere insieme il tutto c’è una scrittura di grandissima sapienza: il libro nasce da un minuzioso lavoro di archivio e sceglie di inserire esplicitamente nel testo le proprie fonti, in vario modo virgolettate; ma la voce che cuce insieme questi materiali è, nella sua esuberanza lessicale e ritmica, nella sua capacità immaginifica, una fenomenale voce letteraria. Il risultato è una sorta di sinfonia per grande orchestra punteggiata da campionamenti, un’operazione anticonvenzionale e riuscita che già in sé rappresenta un motivo di enorme interesse. ‘è poi la ricchezza dei temi, delle corde, che il romanzo va a toccare: è un ritratto collettivo che illumina una serie di zone d’ombra dell’uomo novecentesco: il colonialismo, il trauma della guerra, la violenza politica, la tensione fra desiderio di omologazione e ribellione, il rapporto con le figure paterne, l’inadeguatezza affettiva, riuscendo ad avvicinarci alla psiche spesso «spezzata» del suo protagonista non per immedesimazione, ma per dolorosa comprensione. È, infine, un romanzo capace con la sua insolita forza espressiva di costruire mondi, di trasportarci nelle trincee, nel deserto, nelle montagne, nelle piazze, nelle aule di tribunale, nelle assemblee e nelle redazioni in cui la storia si dipana, di farci vivere proprio lì dentro – in maniera quasi mai comoda, ma emozionante. Questa mi sembra una dote della migliore letteratura.»
16 giugno

Vito Tartamella, IL POLLO DI MARCONI E ALTRI 110 SCHERZI SCIENTIFICI, Dedalo 2022
La NASA che annuncia d’aver trovato l’inferno su Mercurio. La rivista «Nature» che pubblica uno studio sui draghi. Il fondatore di Virgin, Richard Branson, che atterra nelle campagne di Londra a bordo di un finto UFO. E poi studi firmati da cani, gatti, criceti… e dal professor Stronzo Bestiale. Negli ultimi 150 anni riviste scientifiche, enti di ricerca e scienziati (compresi premi Nobel) di tutto il mondo hanno escogitato scherzi clamorosi. Questo libro li racconta per la prima volta: ironici e provocatori, spesso sono un modo per smascherare pregiudizi e stereotipi, portando a galla verità scientifiche (e umane) inaspettate. Un libro per divertirsi imparando e imparare divertendosi.
17 giugno

Olga Lavrenteva, SURVILO. LA RAGAZZA DI LENINGRADO, Coconino Press 2022
La “disgrazia”, Valja chiama così l’evento che segna la fine della sua infanzia. Quel giorno il padre viene portato via mentre è al lavoro in fabbrica e sparisce nel nulla, lasciando sulla sua famiglia il marchio infamante di “nemici del popolo”. Valja si troverà sola a Leningrado, negli anni del più lungo e sanguinoso assedio della Seconda guerra mondiale. Olga Lavrenteva, la voce più interessante del fumetto russo, intreccia ricordi della nonna e ricerca d’archivio per raccontare una storia di donne, dove l’umanità non si arresta di fronte agli orrori della guerra e alla violenza del potere.
18 giugno

Berta Dàvila, ULTIMO LIBRO DI EMMA OLSEN, Aguaplano 2022
Quando Emma Olsen, scrittrice di successo e Premio Pulitzer per la letteratura, torna nella sua casa d’infanzia a Faith, nel profondo Midwest, le restano pochi mesi di vita. Il suo ultimo libro è l’occasione per chiudere i conti con la vertigine del passato, con le colpe, i silenzi e i tradimenti che affollano la sua memoria e che solo nella solitudine della scrittura possono trovare requie. Attorno a Emma Olsen, uno di quei personaggi letterari che si rivelano memorabili e immediatamente classici, si compone così un affresco di leggende di provincia, di esistenze minime e fragili, le cui ombre sfumano verso destini tragici o irrisolti nel solco di grandi autrici come Anne Sexton e Elizabeth Strout.
19 giugno

UN LIBRO AL GIORNO
Marco De Franchi, LA CONDANNA DEI VIVENTI, Longanesi 2022
Il bambino ritrovato nella notte sta nascondendo qualcosa. Fosco sostiene che è stato rapito ma è riuscito a scappare, correndo per le campagne toscane. Nessuno gli crede, o forse nessuno ha provato ad ascoltarlo davvero.
Io sì. E so che dentro il suo racconto si cela qualcosa di terribile. Qualcosa di più grande di lui e, forse, anche di me. Ma cosa può essere?
Soltanto quando un altro bambino scompare, inizio a intravedere uno spiraglio per portare avanti la mia indagine. Fosco e Andrea vivono lontani, non si conoscono, non hanno nulla in comune. Tranne l’aspetto: sono identici, potrebbero essere gemelli. Andrea, però, non ricompare: sta a me trovarlo, stanare chi ha ucciso suo padre e l’ha portato via da sua madre. Sta a me salvargli la vita.