I LIBRI DELLA SETTIMANA

17 giugno

Filippo Morelli, Cesare Paris, FILMACCI. 100 FILM ITALIANI DA EVITARE DAL 2000 A OGGI, Bibliotheka 2024
Un dizionario nato con un preciso intento: tracciare le coordinate, attraverso ferocissime e divertentissime recensioni, su tutto quello che di peggio ci ha regalato il cinema italiano negli ultimi venti anni. Filippo Morelli e Cesare Paris, da malati di cinema quali sono, vivisezionano 100 pellicole e, grazie ad un’analisi sottile e spietata, ne demoliscono le basi. Eprendono di mira non solo i film più brutti, mal recitati e peggio girati, ma anche i finti capolavori, le cantonate autoriali e le opere che vorrebbero essere cult ma si rivelano pastrocchi inenarrabili. Un’opera diretta e senza compromessi per ridere di tutte quelle pellicole che potrebbero essere classificate alla voce “la grande bruttezza”.
18 giugno

Berta Bojetu, FILIO NON É A CASA, Voland 2024
Un’opera di sconvolgente crudezza in cui i protagonisti cercano di reagire alla progettata distruzione della loro individualità con forza vitale e creativa.
In un’isola remota e dalla natura insolita uomini e donne vivono separati, ma i primi esercitano il loro dominio sulle seconde con la violenza. Tutti però sono sottomessi alle regole infami di un proprietario senza nome che risiede sulla terraferma. In questa realtà è cresciuta Filio, insieme alla nonna Helena e al giovane Uri: le tre voci alle quali Berta Bojetu affida il racconto di un inquietante altrove dominato dall’istinto di sopravvivenza e da sentimenti che non vanno oltre la paura, l’odio e il sospetto nei confronti del prossimo.
19 giugno

Helen Garner, COME PIOMBO NELLE VENE, Nottetempo 2024
Nel suo debutto, originariamente pubblicato nel 1977, Helen Garner ci porta con sé nella Melbourne “marginale” dell’epoca, raccontando un mondo e una generazione sino ad allora ignorati dalla letteratura. Nora, alter ego dell’autrice, ha trent’anni e una figlia, Grace, con cui abita in una comune popolata da amici artisti e altri bambini. E poi c’è Javo, poco più che ventenne, che entra ed esce di casa così come dalla sua vita. A legarli un filo sottile, la dipendenza: quella di Nora da lui, e quella di Javo dall’eroina. Nel loro rapporto il sesso sconfina in maniera inesorabile in un forte legame emotivo, ma la droga soffoca ogni progetto di futuro insieme, trasforma Javo in un uomo in perenne fuga. La vita di Nora, narrata pagina dopo pagina come in un diario, diventa così un’intensa danza di passione e abbandono. I personaggi di Garner desiderano la beatitudine e rischiano il fallimento, mentre cercano con ostinazione nuovi modi di amare e vivere.
20 giugno
Riccardo Di Vincenzo, LA NASCITA DELLA GALLERIA VITTORIO EMANUELE II, Hoepli 2022
Un volume agile e riccamente illustrato, in cui è ripercorsa passo dopo passo la storia della Galleria Vittorio Emanuele II di Milano, la prima in Italia per tipologia e dimensioni. Attraverso una dettagliata ricerca archivistica Riccardo Di Vincenzo ricostruisce la tribolata storia della Galleria dei milanesi. Ci vollero infatti ben dodici anni per completare una struttura che rivoluzionò l’assetto urbanistico della città, unendo piazza del Duomo a piazza della Scala e divenendo di fatto il salotto cittadino, il luogo dove ci si incontrava, si commentavano i fatti politici, si beveva un caffè in locali divenuti storici come il Savini. Durante la costruzione, un prodigio di tecnologia per l’epoca, non mancarono feroci polemiche, così come eventi drammatici quali la tragica fine del progettista, Giuseppe Mengoni, ma alla fine la sua inaugurazione suggellò un’epoca in cui Milano divenne la capitale morale d’Italia. Una selezionata antologia di testimonianze di grandi scrittori, da Giovanni Verga a Mark Twain, da Ernst Hemingway ad Alberto Savinio, illumina per scorci la frenetica vita sociale di cui la Galleria Vittorio Emanuele II fu grande protagonista.
21 giugno
Andrea Wulf, MAGNIFICI RIBELLI. I PRIMI ROMANTICI E L’INVENZIONE DELL’IO, Luiss University Press 2023
Marzo 1793. Quando i soldati prussiani arrestarono Caroline Böhmer sembrò che una rivoluzione fosse stata stroncata sul nascere. La giovane donna, che viaggiava in compagnia della piccola Auguste di soli sette anni, era stata tra quanti, in Germania, avevano appoggiato l’occupazione di Magonza da parte dei repubblicani francesi. Caroline venne catturata e imprigionata senza processo assieme a coloro che avevano sognato di ripetere, in quella terra ancora feudale, l’esperienza della Rivoluzione francese. Eppure, di lì a pochi anni, Caroline sarebbe stata il cuore e la mente di un gruppo di giovani donne e uomini che avrebbero cambiato il mondo in modo ancora più profondo e duraturo di quanto fatto dai giacobini in Francia. La storia di questa rivoluzione, una rivoluzione dello spirito e della mente, è raccontata oggi da Andrea Wulf in Magnifici ribelli. Il luogo è Jena, non una grande capitale ma una piccola città della Germania centrale dove si incontrarono, nello stesso posto e nello stesso momento, il burbero filosofo Johann Gottlieb Fichte, l’enigmatico poeta Novalis, la scandalosa scrittrice Dorothea Veit, due coppie di fratelli geniali, gli Schlegel e i von Humboldt, il tormentato Friedrich Schelling e i più anziani Friedrich Schiller e Georg Wilhelm Friedrich Hegel. Al centro di questa galassia di menti brillanti il grande poeta Johann Wolfgang Goethe, adorato come una divinità da quella compagnia di giovani ribelli che, in un mondo così diverso dal nostro e difficile da immaginare, intuirono come all’origine di ogni libertà ci sia l’Io, la parte nascosta di ogni essere umano che rende capaci di sognare, sperare e creare universi e alla quale loro per primi riuscirono a dar voce. Alle origini della nostra modernità c’è questa scoperta, quella di un Io che, libero di autodeterminarsi, ci consente, come diceva Fichte, di essere quello che siamo, perché vogliamo esserlo. È per questo insegnamento che oggi, secondo Andrea Wulf, non possiamo che dirci romantici.
22 giugno

Valentine Cuny – Le Callet, PERPENDICOLARE AL SOLE, Coconino Press 2023
Graphic Novel
La corrispondenza tra Valentine, studentessa francese, e Renaldo, detenuto nel braccio della morte in Florida, è la base di questo libro, uno degli esordi più acclamati degli ultimi anni. È la storia di un legame profondo e un racconto visivo che mescola confessioni intime con la denuncia del regime carcerario e delle origini di un sistema brutale, senza dimenticare le figure che si sono battute contro la discriminazione razziale. Le visionarie pagine di Valentine si alternano ai disegni istintivi di Renaldo, sempre minacciati dalla censura. Un’opera necessaria che unisce intensità emotiva e riflessione.
23 giugno

Paolo Di Paolo, ROMANZO SENZA UMANI, Feltrinelli 2024
Un uomo cammina lungo le rive di un grande lago tedesco. È partito all’improvviso, dopo avere provocato una serie di “incidenti emotivi”, come lui stesso li definisce. È ripiombato nella vita di persone che non vedeva da tempo. Ha risposto a email rimaste lì per quindici anni, facendo domande fuori luogo. Ha provato a riannodare fili spezzati. Mauro Barbi, storico di professione, cerca di aggiustare i ricordi degli altri – le persone che ama e ha amato – proponendo la sua versione dei fatti. Cerca di costruire una “memoria condivisa” che lo riguarda. Ma che impresa è? Forse c’entra una Piccola era glaciale privata, un processo di raffreddamento che ha spopolato la sua esistenza. Dove sono Fiore, Arno, il vecchio Cardolini, Meri, la Ragazza belga di Madrid? Dov’è Anna? Dove sono tutti? Forse il lago a cui ha dedicato anni di studio può dargli le risposte che cerca. Vede, anzi immagina, l’immensa lastra di ghiaccio che lo copriva da sponda a sponda quattro secoli e mezzo prima. Il sole pallido su una catasta di uccelli morti. Un lunghissimo inverno che travolse l’Europa con i suoi venti polari, le grandinate furiose, le inondazioni. Una remota stagione estrema che faceva battere i denti, perdere la speranza, impazzire. Come se ne uscì? Come se ne esce? Le immagini del passato ci ingannano sempre. Barbi prova a rientrare nel presente, con tutta l’ansia e la fatica che richiedono i gesti semplici. Uno in particolare potrebbe cambiare tutto. In questo suo “Romanzo senza umani”, dove gli umani sono a fuoco più che mai, Paolo Di Paolo interroga i disastri climatici delle nostre singole vite. Gli anni senza estate, i desideri furiosi come acquazzoni tropicali, le secche della speranza, il gelo che intorpidisce e nasconde. E poi il disgelo, che finalmente riporta alla luce. Che cosa ricordano, gli altri, di noi?