I LIBRI DELLA SETTIMANA

18 marzo

Vladimir Volkoff, IL MONTAGGIO, Settecolori 2023
A 19 anni Alexsandr Dmitric Psar ha venduto, per i trent’anni a venire, la sua anima al diavolo. È accaduto a Parigi, nella chiesa di Notre Dame, e il diavolo indossava le vesti di un funzionario del Kgb. In cambio della sua dedizione alla causa, e una volta scaduti i termini, potrà finalmente mettere piede in quella Russia che non ha mai conosciuto e esaudire così, per interposta persona, quello che era sempre stato il desiderio di suo padre, Dmitri Alexsandrovic Psar, fuggito dal suo Paese ai tempi della Rivoluzione d’ottobre, ma rimasto per tutta la sua vita in terra di Francia un esule infelice. Nei trent’anni del patto faustiano, Alexsandr è stato un formidabile «agente di influenza» nel mondo editoriale francese. Ha veicolato informazioni false, ha praticato ogni disinformazione possibile e immaginabile, ha pianificato campagne intellettuali per minare tutto ciò che è alla base di ogni civiltà occidentale che si rispetti: la famiglia, il matrimonio, l’educazione, il rispetto per le istituzioni. Gli intellettuali francesi hanno abboccato all’amo e preso per vero ciò che era un sapiente «montaggio» di menzogne. Quando qualcuno fra loro ha subodorato il marcio, il Kgb ha fornito al suo agente-ombra tutto il necessario per neutralizzare il pericolo: ricatti a luci rosse, denaro per corrompere, violenza allo stato puro… Adesso che però il patto sta per arrivare alla sua data fatidica, Psar si accorge che il Cremlino, nella figura del suo superiore di Parigi, il maggior generale Abdulrakmanov, non è disposto a onorarlo e che l’ultimo «montaggio» che gli viene richiesto, la creazione di un finto dissidente grazie al quale gettare il discredito su quelli veri e fuoriusciti dall’Urss, in realtà è una trappola destinata a perderlo… Che fare, si chiede leninianamente Psar? Nessun romanzo novecentesco ha raccontato così in profondità i meccanismi della disinformazione e analizzato così lucidamente il «ventre molle» delle democrazie occidentali come questo capolavoro di Vladimir Volkoff.
19 marzo

Anna Nerkagi, MUSCHIO BIANCO, Utopia 2024
Il giovane Alëška è da sempre innamorato di Ilne, ma la ragazza ha ormai lasciato da anni il loro piccolo accampamento d’origine, nella tundra, per trasferirsi in città. Il popolo dei nenec vive isolato dal resto del mondo, in un ambiente ostile, e la solidarietà è un valore fondamentale per la sopravvivenza. Ilne, partendo, ha di fatto abbandonato a una solitudine amara il vecchio padre Petko. Quanto ad Alëška, la madre lo ha costretto a sposare una giovane del posto, nel rispetto delle consuetudini ancestrali che regolano la vita dei nenec. Il ragazzo, tuttavia, continua a vivere in segreto il suo amore totalizzante per Ilne, sognando una vita diversa da quella che, per rispetto della propria cultura, conduce, e sentendosi smarrito di fronte al futuro. La crisi di coscienza lo attanaglia: può continuare a vivere nella tundra, seguendo la legge dei suoi avi? O è giusto inseguire i desideri più intimi? In un conflitto costante tra il passato e il presente, tra la miseria di un tempo e le nuove tensioni generazionali, la decisione si rivela dolorosa.
20 marzo

Francesca Fialdini con Leonardo Mendolicchio, NELLA TANA DEL CONIGLIO. QUANDO LA LOTTA CON IL CIBO DIVENTA UN’OSSESSIONE, Rai Libri 2023
Sei incontri intimi, a cuore aperto, con persone affette da disturbi del comportamento alimentare. Sei colloqui delicati e potenti in cui le parole acquistano un valore centrale per riflettere i motivi nascosti di un dolore che trasfigura il corpo ma inizia chissà dove. Martha, Benedetta, Marco, Giulia e Anna ci invitano a guardare cosa c’è dentro la tana in cui sono caduti mentre rincorrevano un mito, un ideale di perfezione, un bisogno d’amore, una visibilità. Come Alice inseguiva il coniglio bianco, così ciascuno di loro inseguiva con tenacia un desiderio, senza accorgersi che la corsa cieca lo stava risucchiando dentro un vortice di ossessioni, dentro un buco senza luce. L’intento di questo libro è portare a chiunque una riflessione sull’uso delle parole quando raccontiamo di anoressia, bulimia, binge eating e altre declinazioni dei disturbi del comportamento alimentare, consapevoli che le parole creano le nostre relazioni, propongono un’immagine di noi stessi e danno forma – come un gioco di specchi – alle nostre ansie e paure più profonde.
21 marzo

Giuseppe Caprotti, LE OSSA DEI CAPROTTI, Feltrinelli 2023
La storia, narrata attraverso testimonianze e documenti inediti, di una famiglia e di un successo che ha attraversato più di due secoli.
Lombardia, prima metà dell’Ottocento. I Caprotti, proprietari terrieri, si affacciano all’industria del cotone e con le ricchezze presto accumulate si fanno largo nella società dell’epoca. Sono tra i finanziatori della spedizione dei Mille, si spingono fino in Sud America, sostengono gli esploratori che si avventurano nella penisola arabica e nel Corno d’Africa. La culla dei loro affari è la piccola Albiate, in Brianza, dove lo stabilimento tessile dista poche centinaia di metri dalla dimora familiare, ma la sfera dei loro interessi si allarga sempre più. Nutrono ambizioni politiche e aderiscono al Partito repubblicano, una scelta che nel Regno d’Italia può costare cara. Tra successi e fallimenti, la svolta per la famiglia arriva alla fine degli anni Cinquanta con Rockefeller e la prima catena di supermercati in Italia, che per gli americani è un’avventura economica ma anche un’arma formidabile di propaganda anticomunista. Nel primo supermarket di Milano Rockefeller offre pinne di pescecane, come titola un giornale del tempo: l’abbondanza di prodotti e le prelibatezze esotiche in vendita affascinano gli italiani. È un successo straordinario e consolida la fortuna della famiglia Caprotti, che nel frattempo ha acquisito la quota di maggioranza dell’azienda. Giuseppe Caprotti ricostruisce la storia di una famiglia che ha attraversato più di due secoli. Regala al lettore i ritratti di donne e di uomini dai sentimenti intensi, passando dall’Italia del fascismo a quella del boom economico. Ma racconta anche l’adolescenza passata in un collegio svizzero, lontano da una Milano violenta e dai rischi di rapimento, e i rancori che avvelenano gli animi tra parenti e travolgono per sempre il sogno di restare uniti “come i moschettieri di Dumas”, fino alla rottura e ai fatti rovinosi che ne sono seguiti, narrati qui attraverso testimonianze e documenti inediti.
22 marzo

Robert Krause, A UNA FERMATA DAL DESTINO, Nord 2024
13 agosto 1961. Devi prendere la decisione più importante della tua vita. E hai solo tre ore di tempo… Il primo sole del mattino illumina la stazione di Monaco di Baviera. Il treno per Berlino è in partenza e i ritardatari si affrettano lungo la banchina. Sembra un giorno come tanti, eppure c’è qualcosa di diverso nell’aria, una voce che circola con insistenza e che passa di bocca in bocca, finché, dopo la partenza, un annuncio alla radio non la rende dolorosamente vera: oggi, 13 agosto 1961, il confine tra le due Germanie verrà chiuso. Quello sarà l’ultimo treno autorizzato a varcarlo. Il Muro è realtà. Non si potrà più fare visita ad amici e parenti, sfumeranno occasioni di lavoro preziose, verrà interrotto ogni contatto. Piano piano, tra i passeggeri si fa largo la consapevolezza di avere solo tre ore di tempo per decidere se restare sul treno oppure scendere a una delle prossime fermate e rimanere nell’Ovest. Senza più una casa o un impiego, senza poter nemmeno dire addio ai propri cari. Da un’anziana signora, incerta se riabbracciare il figlio rifugiato a Garmisch, a una coppia in bilico tra convinzioni politiche e calcoli economici; da un gruppo di musicisti, divisi sul sogno d’inseguire il successo in America, a una famiglia che si separerebbe per sempre, perché le ambizioni del marito sono più forti dell’amore che prova per la moglie, funzionaria del partito: per tutti loro, questo è il momento di scegliere se dare una svolta alla propria esistenza, rimediare agli errori del passato o inseguire desideri repressi troppo a lungo… Ci sono eventi capaci di segnare il corso della Storia, istanti che cambiano il mondo. Ma il romanzo di Robert Krause ci ricorda che sono le scelte che facciamo a definire il nostro cammino: anche quando tutto sembra perduto, basta avere il coraggio di cogliere le occasioni che il futuro ci offre.
23 marzo

Giada Biaggi, COMUNISMO A TIMES SQUARE, Feltrinelli 2024
2010. Ogni giorno dalle 23.57 a mezzanotte dagli oltre novantadue schermi di Times Square scompaiono le pubblicità per fare spazio a un’opera di video-arte. Quando il regista newyorkese John Sams, che “di lavoro vero” fa il pubblicitario, vede un estratto del suo documentario sul cervello di Albert Einstein proiettato su quegli schermi riesce finalmente, in quei tre minuti che gli sembrano infiniti, a pensare di poter amare nuovamente una donna dopo il trauma del suo recente divorzio. Un giorno di quasi primavera, su un aereo John s’innamora di Agata, hostess di Emirates, nonché ex attrice, trovatasi costretta a lasciare il teatro perché non poteva più permettersi di essere un’artista emergente. Agata è però in parte ancora innamorata di Walther, drammaturgo narcisista e unico dei tre a potersi permettersi di vivere della propria arte perché mantenuto dalla famiglia. Agata, Walther e John sono il ritratto lirico e tragicomico di una generazione in crisi di fronte al collasso del capitalismo sempre più in bilico tra tempeste finanziarie, emergenza climatica e il sovvertimento del rapporto tra i generi. Ambientato prevalentemente a New York (ma anche in volo tra i continenti o in quel recinto con laghetto dello Zoo di Berlino che celebra la vita e la morte dell’orso Knut) sul finire degli anni dieci, tra incursioni nella cultura pop e nella scena politica cruciale di quegli anni – l’orgasmo di Yoko Ono al MoMa e il suicidio di Alexander McQueen, la musica indie che scalava le classifiche e la vittoria alle presidenziali di Barack Obama, le tende ricoperte di neve di Occupy Wall Street e la nascita del blogging –, dialoghi caustici e una croccante satira sociale; questo romanzo visionario e insieme realista, in bilico tra le atmosfere glam di una serie tv e il portamento del romanzo filosofico, delinea in maniera inedita e sovversiva gli ultimi anni in cui l’Occidente è stato in grado di immaginarsi e inscenare il futuro, prima di essere risucchiato dai social. O forse solo da sé stesso. “Non può esistere un sinonimo della rivoluzione nel momento in cui sta accadendo. È questo a rendercela irresistibile: la violenza estrema della sua solitudine.”
24 marzo

Gianfranco Manfredi, IL MITO DI TARZAN. TRA LETTERATURA, CINEMA E FUMETTO, Allagalla 2023
A distanza di 110 anni dalla sua prima apparizione, il personaggio di Burroughs è ancora popolare in tutto il mondo. Crediamo di sapere tutto di lui, ma non è così: nei romanzi si mescolano il racconto epico, la favola, il romance, il western, il mystery, e si annunciano le svolte della spy-story e del fantasy. In questo libro Gianfranco Manfredi rende omaggio a un’icona e al suo creatore attraverso un avventuroso viaggio nei suoi romanzi, negli adattamenti cinematografici, radiofonici e fumettistici ancora oggi prodotti. Il lettore, grazie anche al ricco materiale iconografico con immagini d’epoca, fotogrammi dai film, locandine e soprattutto le splendide illustrazioni realizzate per le copertine di romanzi e fumetti, potrà apprezzare un’opera che per respiro e approfondimento non ha precedenti. Completa il volume un portfolio di illustrazioni inedite firmate da undici grandi artisti.