LIBRI DELLA SETTIMANA

28 marzo

Katie Kitamura, TRA LE NOSTRE PAROLE, Bollati Boringhieri 2022
Una giovane donna di origine giapponese, nata a Singapore, cresciuta in Francia e poi trasferitasi negli Stati Uniti, arriva all’Aja per lavorare come interprete alla Corte penale internazionale. Multilingue, ma senza radici, è in cerca di un luogo in cui sentirsi se stessa, un luogo da chiamare «casa». Nel tessere una prima rete di relazioni, si ritrova presto coinvolta in un ribollire di drammi personali: con Adriaan, l’uomo separato dalla moglie ma ancora legato a quel matrimonio, con cui comincia una storia d’amore; con Jana, l’amica gallerista che assiste a un apparentemente casuale atto di violenza che diventerà un’ossessione per la nostra protagonista; e con l’imputato, un ex presidente di Stato cui deve prestare la sua voce in traduzione, colpevole di crimini così orrendi da crearle importanti problemi etici.
Silenziosa e introversa, dominata da passioni tranquille, la giovane interprete si ritrova ad affrontare dubbi legati all’amore, al potere, alla violenza, sia nelle sue relazioni più private, sia nel lavoro alla Corte. Tutto questo minaccia di sopraffarla, ma la condurrà a capire che cosa, nella vita, vuole davvero.
Con echi di Un cuore così bianco di Javier Marías, Tra le nostre parole affronta la ricerca del segreto nascosto dentro ogni essere umano. Come in un thriller, una forte suspense caratterizza una vicenda dove le motivazioni personali spesso si scontrano contro una realtà molto diversa da come era stata immaginata, e Katie Kitamura è bravissima nello scandagliare i sentimenti e il disorientamento dei suoi protagonisti.
29 marzo

Massimo Ranieri, TUTTI I OSGNI ANCORA IN VOLO, Rizzoli 2021
Ricco di aneddoti inediti e impreziosito da sedici pagine di splendide foto, Tutti i sogni ancora in volo è il libro della vita di Massimo Ranieri, un bilancio profondo e mai banale, in magico equilibrio tra ciò che è stato e ciò che sarà domani.
Quasi sessant’anni di carriera, oltre quattordici milioni di dischi venduti in tutto il mondo, più di trenta album pubblicati a partire dal primo, registrato a soli tredici anni come Gianni Rock. Un Sanremo vinto nel 1988 con una canzone immortale, Perdere l’amore, in repertorio tantissimi brani indimenticabili (da Rose rosse a Se bruciasse la città a Erba di casa mia) e una capacità unica di rivisitare la canzone napoletana restituendole la nuda eleganza delle origini. E tutto questo per restare al solo ambito musicale. Poi la televisione, il cinema, e l’amore di una vita: il teatro (che permette di mantenere con il pubblico «il rapporto diretto, fisico, che avevo durante i concerti») sotto la guida dei più grandi, da Patroni Griffi a Strehler. Massimo Ranieri è un artista unico, poliedrico, capace di scartare e di sorvolare qualsiasi definizione, mai appagato e mai stanco, felice ogni sera che lo vede sul palcoscenico. Un personaggio amatissimo che, a settant’anni appena compiuti, continua ad avere l’entusiasmo e la curiosità del ventenne, a cercare la fuga in avanti. Tutti i sogni ancora in volo, ricco di aneddoti inediti e impreziosito da sedici pagine di splendide foto, è il libro della sua vita, un bilancio profondo e mai banale, in magico equilibrio tra ciò che è stato e ciò che sarà domani.
30 marzo

Wayétu Moore, I DRAGHI, IL GIGANTE, LE DONNE, E/O 2022
Agli occhi della piccola Tutu – cinque anni – la guerra civile in Liberia appare come una favola. Per tre settimane la bambina fugge e si nasconde dai ribelli (i draghi), assieme alla nonna, due sorelle e il padre (il “Gigante” che la protegge). I cadaveri lungo la strada sono persone “che dormono”, le fa credere il padre aiutandola così a superare l’orrore. Le donne del titolo sono la mamma e una giovane miliziana ribelle, che faranno l’impossibile per cercare di salvare Tutu e la sua famiglia. Così un’atroce storia di guerra si trasforma in una favola dove convivono mostri ed eroi, cattivi e fate buone.
La piccola Tutu sente uscire dalle nuvole la voce della mamma assente da anni, pensa che sia una di quelle voci delle persone morte che – le ha spiegato la nonna – vivono nelle nuvole e da lì ci parlano. In realtà la mamma non è morta. Vive e studia a New York con una borsa alla Columbia University. Ogni domenica telefona e le manda le videocassette di Tutti insieme appassionatamente e Il mago di Oz, dove la bambina vede per la prima volta delle persone bianche. «Perché sono così?» chiede al padre, «sembrano malati». Un giorno però scoppia la guerra civile e Wayétu è costretta a fuggire con la famiglia e a nascondersi nei boschi. Le strade sono coperte di cadaveri. «Cosa fanno per terra?» chiede la bambina. «Dormono» risponde il padre, che lei immagina come un Gigante buono, capace di difenderli da ogni violenza. Soprattutto dai “Draghi”, che sono in realtà i ribelli che li inseguono per ucciderli. La fuga attraverso la guerra feroce, il pericoloso tentativo di attraversare la frontiera con l’aiuto della madre e di una giovane ribelle, l’arrivo negli Stati Uniti, l’esperienza difficile dell’integrazione in Texas sono narrati come una fiaba che aiuta il lettore a superare l’orrore e a disegnare un senso, e quindi una speranza, nel mezzo dell’assurdo.
31 marzo

Federico Greco, STAR WARS. LA POETICA DI GEORGE LUCAS. LE AVVENTURE DI UN RAGAZZACCIO CON AMBIZIONI EROICHE, La Nave di Teseo 2021
Per la prima volta un’analisi a tutto tondo dell’universo di Star Wars, tra rigorosa riflessione sulla scrittura cinematografica e affascinante viaggio nel profondo del nostro inconscio.
Federico Greco coniuga storie e suggestioni, genesi e influenze del più formidabile prodotto audiovisivo (e non solo) di tutti i tempi: la saga di Guerre stellari, dalla prima, mitica, trilogia, fino alle uscite più recenti. Dall’antropologia alla storia, dalla psicanalisi alla filosofia, le vicende e le storie che hanno portato alla creazione di una grande mitologia contemporanea. Un libro utile per tutti gli appassionati di cinema, filosofia, cultura pop e fantascienza. Un tentativo ambizioso, e riuscito, di ricollegare i punti, in un gioco di specchi che consente per la prima volta una visione completa, esaustiva e al tempo stesso accessibile e leggera della genesi ideale e della realizzazione del capolavoro di George Lucas.
1 aprile

Enzo Fileno Carabba, IL DIGIUNATORE, Ponte alle Grazie 2022
Nato a metà Ottocento a Cesenatico Ponente, terra di mangiatori, Giovanni Succi si impone sulla scena del mondo come il più grande digiunatore di tutti i tempi. C’è qualcosa in lui di invulnerabile, che non si arrende neanche all’evidenza. Qualcosa che ha imparato ancora bambino dalle carovane dei circhi, quando scendevano dal Paradiso Terrestre verso la pianura romagnola. Alla saggezza errante dei saltimbanchi, Giovanni deve la sua gioia e la sua salvezza, l’urgenza di diventare quello che è: uno spirito sensibile, un leone indomabile, un profeta immortale. Guidato dall’utopia del socialismo e dal battito del suo cuore, veleggia libero come un elisir attraverso deserti e savane, cespugli e radure, nuvole e gabbie, e mette il suo digiuno al servizio dell’umanità. Coltivando in sé la sorgente di una speranza illimitata – riflessa in donne dai nomi armoniosi quali Ginevra, Gigliola, Guerranda –, segue il suo respiro per il mondo, dal Canale di Suez al manicomio della Lungara, dalle strade del Cairo e di Milano alle corsie della Salpêtrière. Incontra donne-belve e grandi esploratori, Sigmund Freud e Buffalo Bill, mentre l’Occidente sfocia nella modernità e perde per sempre l’innocenza.
Proposto da Alessandra Tedesco al Premio Strega 2022 con la seguente motivazione:
«Un romanzo costruito per quadri che restituiscono al lettore la vita straordinaria di Giovanni Succi, uno dei più grandi digiunatori della storia, nato a Cesenatico nel 1850. All’epoca i digiunatori andavano di moda e si esibivano in pubblico, così come fece lo stesso Succi. Per lui, però, il digiuno era un modo di stare al mondo, una filosofia di vita. È questa la versione che ci trasferisce Enzo Fileno Carabba con Il digiunatore. Un romanzo appassionante, frutto di anni di studio, che racconta una storia vera e stravagante. Uno stile asciutto, ma pieno di immaginazione, un linguaggio che per contrasto fa emergere lo straordinario. In fondo la vita stessa di Succi si basava su un costante ribaltamento dei piani: il digiunatore era cresciuto in una terra di mangiatori, l’astensione dal cibo gli procurava forza ed energia, poteri quasi paranormali, l’esperienza del manicomio gli stimolava la volontà di condividere con gli altri il proprio dono. Così come un certo senso dell’umorismo fu compagno di vita di Succi (che pure attraversò dolori e sofferenze e sopportò il peso della calunnia), allo stesso modo Carabba sceglie di raccontare la sua storia con lievità, anche quando narra l’esperienza del manicomio, le pagine più intense e felici del romanzo. Enzo Fileno Carabba ha il merito di aver acceso un faro sulla vita, quasi sconosciuta, di Giovanni Succi, un generoso megalomane che ha attraversato il suo tempo incrociando persone che hanno fatto la Storia (Salgari, Buffalo Bill, Giuseppe Verdi, Charcot), ma soprattutto ha il merito di aver aperto al lettore la porta della meraviglia.»
2 aprile

Deborah Levy, L’UOMO CHE AVEVA VISTO TUTTO, NNE
È il 1988 quando il giovane Saul Adler viene investito da un’auto a Londra sulle strisce pedonali di Abbey Road, celebri per l’album dei Beatles. Si riprende, ma il giorno dopo la sua fidanzata Jennifer Moreau, una promettente fotografa che l’ha scelto come musa, lo lascia senza motivo. Depresso, Saul si trasferisce a Berlino Est per portare avanti i suoi studi sull’Europa orientale; e da quel momento gli eventi sembrano legarsi e slegarsi in un vortice di coincidenze e discordanze. La memoria di Saul è sempre più inaffidabile, lui pare conoscere fatti non ancora accaduti ma tradisce i suoi più cari amici, Walter e Luna, che vengono arrestati dalla Stasi. Quando però, anni dopo, rimane vittima dello stesso incidente su Abbey Road, Saul intraprende un viaggio intimo alla ricerca di se stesso, per ricomporre la realtà spezzata in cui è immerso. “L’uomo che aveva visto tutto” è un romanzo sullo spazio sfocato tra verità e ricordi, un luogo mutevole in cui passato e presente convivono. Come in un’immagine a lunga esposizione, Deborah Levy fotografa squarci di tempo interiore, dove la nostra identità prende forma, e illumina il desiderio oscuro di vivere infinite vite, mille amori, mille esperienze
3 aprile

Marie Gauthier, MEZZA NUDA, Clichy 2021
Un romanzo breve, di rarissima intensità e precisione, che ricorda per profondità e ricchezza i romanzi di formazione degli anni Venti e Trenta del Novecento. Félix, quattordici anni, viene spedito a passare un periodo di apprendistato-vacanza in un villaggio della campagna, pieno di polvere e di caldo. Vive nella casa del cantoniere, un vedovo silenzioso e triste che deve insegnargli un mestiere. Insieme a lui, in quella casa, vive anche la figlia sedicenne, Gilberte detta Gil. Lavora al minimarket del paese, e nel tempo libero sparisce con gli uomini. Molti uomini, tutti più grandi, spesso anche molto più grandi di lei. Affascinato da quella ragazza, Félix vive nell’attesa di uno sguardo di Gil, di un suo segno. Imparando così, dentro quel caldo soffocante, che cos’è il desiderio, che cos’è il sesso, che cosa sono un uomo e una donna. Con un’intensità magnetica e rara, Marie Gauthier restituisce l’atmosfera umida e opprimente del villaggio, dell’isolamento, della distanza e del complicato ed esaltante passaggio tra il mondo infantile e il mondo adulto, della sensualità femminile e della difficoltà di un ragazzo di costruire la consapevolezza del proprio desiderio.