I LIBRI DELLA SETTIMANA

06 febbraio

Natalia Garcìa Freire, QUESTO MONDO NON CI APPARTIENE, Sur 2022
Dopo anni, Lucas torna alla casa dei genitori per trovarla invasa da due sconosciuti: la casa appare intatta, ma tutto è cambiato, a partire dal giardino tanto amato dalla madre, ora un trionfo di pacciame e desolazione. Il ritorno segna un lungo dialogo del protagonista con il padre morto, nel disperato tentativo di rimettere insieme i pezzi di una vita ormai perduta. Che fine ha fatto Josefina, sua madre? E perché il padre ha aperto la porta a Felisberto ed Eloy, che ora sembrano essersi impossessati di ogni cosa? Di fronte al crollo dell’unico mondo che conosce, Lucas troverà conforto nel minuscolo universo degli insetti, punto d’unione fra l’uomo e la terra.
07 febbraio

Molly Smith, Juno Mac, PROSTITUTE IN RIVOLTA. LA LOTTA PER I DIRITTI DELLE SEX WORKER, Tamu 2022
“Prostitute in rivolta” libera la prostituzione da quelle parole cui di solito è legata – intimità, perdita di sé, depravazione morale – per ancorarla a una tesi tanto semplice quanto corretta: il lavoro sessuale esiste in un mondo in cui le risorse non sono equamente accessibili. Come ogni altro lavoro, non è né buono né cattivo in sé, ma la vita di chi lo pratica può cambiare a seconda della possibilità di rivendicare dei diritti. Per capirlo basta adottare la prospettiva delle dirette interessate, come le autrici Juno Mac e Molly Smith, sex worker e attiviste femministe. Il libro spinge a porsi importanti quesiti sui significati attribuiti a parole come «sesso», «lavoro», «sfruttamento», «libera scelta», e mette chi legge davanti agli effetti materiali che le frontiere, il carcere e le politiche su decoro, casa e salute hanno sulla parte più marginale della società. Questo volume colma un importante spazio vuoto della riflessione critica in Italia su violenza di genere, migrazioni, lavoro e discriminazioni, con un respiro globale (guardando a realtà diverse, tra nord e sud del mondo) e una potente solidità argomentativa. Prefazione di Barbara Bonomi Romagnoli e Giulia Garofalo Geymonat, postfazione di Ombre rosse.
08 febbraio

ADRIAN TRANQUILLI, Maretti 2022
La natura che anima e nutre il lavoro di Adrian Tranquilli, sempre attento a coniugare il mentale al manuale e il manuale al materiale in un rimbalzo trinitario che non lascia spazio a dilazione o a distrazione, traccia un segno di interesse processuale tra l’arte e la riflessione sull’arte, tra il fare e il ragionare, tra il kunstvoll arbeiten e il Denken, il bildhafte Denken più esattamente. «Ho studiato con Ida Magli antropologia culturale, una disciplina da sempre legata al mio lavoro. I miei genitori sono artigiani e quindi ho sempre avuto una consuetudine con le attività incentrate sulla creatività e sulla manualità, che credo mi abbiano spinto a sperimentare qualcosa», rivela l’artista in un’intervista rilasciata nel 1999. «Per me fare arte è sempre legato all’uso delle mani, ad una estrema fisicità anche quando uso il computer, si tratta sempre di una manipolazione della materia».
Tranquilli si appropria di figure provenienti da quello che si considera il più grande meta-testo moderno, cioè l’universo supereroico diffuso attraverso fumetti e graphic novels dagli anni ’30 del secolo scorso fino ad oggi. A queste figure l’artista interpone altre, provenienti dal cinema, dalla letteratura e dalla mitologia antica creando codici visivi con cui sovverte, trasforma e mette in discussione qualità e caratteristiche che di consueto si associano alle figure maschili e (super)eroiche. Usando figure che appartengono ai mondi immaginari, Tranquilli parla di realtà odierna e uno stato di profonda crisi in cui versa il nostro modello culturale
09 febbraio

Paul Auster, RAGAZZO IN FIAMME. VITA E OPERE DI STEPHEN CRANE, Einaudi 2022
Scrittore, giornalista e corrispondente di guerra, Stephen Crane sembra davvero il protagonista di un romanzo. Povero e tormentato dai debiti, muore giovanissimo, ma fa in tempo a vivere situazioni estreme – perseguitato dalla polizia di New York, scampato a un naufragio al largo della Florida, accoltellato per errore a Cuba – e a scrivere testi straordinari. Citando da lettere e testimonianze, leggendo con cura appassionata i suoi lavori, Paul Auster ne ricostruisce la vita e le opere in un libro coinvolgente, che agli ammiratori confermerà il mito e agli altri svelerà uno dei segreti meglio custoditi della letteratura americana. «Che storia! Ragazzo in fiamme è piú di un romanzo, piú di una biografia, piú di un libro di critica. È un’opera letteraria di rilievo. E il piú grande omaggio fatto da uno scrittore a un altro che io abbia mai letto» (Russell Banks). Stephen Crane, autore del Segno rosso del coraggio, ha vissuto una vita breve ma intensa. Nato nel 1871 in una famiglia molto religiosa, perde il padre da bambino e cresce spostandosi da un luogo all’altro, un nomadismo che conserverà da adulto e che lo porterà in giro per gli Stati Uniti e per il mondo. A vent’anni, dopo aver abbandonato il college, si trasferisce a New York e comincia a muovere i primi passi come giornalista e scrittore. Affascinato dai luoghi malfamati e dalle persone tormentate che li frequentano, conduce un’esistenza bohémien dividendo l’alloggio con altri artisti e ritrovandosi spesso a saltare i pasti e a dormire su una cassa portacarbone. I soldi sono un cruccio costante, ma per un salto in uno dei tanti bordelli della città ne ha sempre abbastanza. Difendendo una prostituta, finisce per mettersi in grossi guai con la polizia, al punto da trovarsi costretto a lasciare New York in tutta fretta. Poco male, però. Altre avventure lo attendono, in particolare come corrispondente di guerra in Grecia, a Cuba e a Portorico. Intanto, nel 1897, si trasferisce in Inghilterra (in una casa che ovviamente non si può permettere) e lí stringe amicizia con scrittori del calibro di Joseph Conrad e Henry James. Ma chi ha dentro un fuoco spesso brucia in fretta. Crane non fa eccezione. Da sempre magro e giallognolo, si spegne a ventotto anni in un sanatorio della Foresta nera. Al suo fianco fino all’ultimo faticoso respiro c’è Cora, l’ex proprietaria di un bordello che, pur non avendo mai divorziato dal secondo marito, per un lustro è stata la sua fedele compagna di follie. Partendo dalla grande ammirazione per il Crane scrittore, Paul Auster ne ricostruisce con cura e sensibilità la vita da spirito libero e l’opera originale, cosí avanti rispetto ai tempi da essere stata spesso oggetto di feroci critiche.
10 febbraio

Paola Dècina Lombardi, SURREALISMO 1919-1969, Electa
L’autrice ricostruisce il mezzo secolo di vita del Surrealismo.
La mostra dedicata a Max Ernst, allestita al Palazzo Reale di Milano dal 4 ottobre 2022 al 26 febbraio 2023, è l’occasione per riproporre in una nuova veste grafica, questo libro di Paola Dècina Lombardi, edito per Oscar Mondadori nel 2008 e ormai introvabile. Il volume è un importante contributo per la conoscenza e la riflessione sul movimento che ha segnato il Novecento coinvolgendo o influenzando i maggiori poeti, artisti, cineasti e intellettuali di almeno tre generazioni. Con un’inchiesta a tutto campo, condotta su documenti, opere e incontri con alcuni protagonisti, scientificamente rigorosa, e al contempo appassionante, l’autrice ricostruisce infatti il mezzo secolo di vita del Surrealismo, ripercorrendo le fasi del dibattito intellettuale e le prese di posizione – dalla poesia all’arte figurativa e al cinema, dalla psicoanalisi alla politica – senza trascurare l’eredità lasciata agli anni Sessanta. Nel libro confluiscono, ben collegati tra loro, gli aspetti teorici, le scelte di campo e le esperienze individuali, accanto ad aperture internazionali e riflessioni sul dibattito più recente. Il volume è accompagnato da una selezione di dodici capolavori del Surrealismo e da un inserto in cui compaiono fotografie e documenti. La copertina raffigura l’opera di André Breton “La main sanglante levée est prisonnière des étoiles”, (realizzata per 60 copie del suo Second Manifeste du Surréalisme, 1929) nella composizione realizzata dal rilegatore Paul Bonet.
11 febbraio

Jan-Philipp Sendker, IL LADRO E LA RIBELLE, Neri Pozza 2022
La villa di Mr e Mrs Benz è una elegante dimora immersa in un grande giardino lussureggiante, con un campo da tennis e un maestoso baniano abitato da uno spirito che veglia sulla proprietà. Per onorare lo spirito, è stata costruita una casetta in cui Niri, ogni giorno, porta un vaso di fiori freschi e un bicchiere d’acqua: questo è uno dei suoi compiti, da quando è stato promosso giardiniere, ora che ha diciott’anni. Sua madre si occupa invece dei pasti della famiglia Benz, e il padre è il custode di quella villa racchiusa da mura tanto alte da sembrare confini tra stati. Hanno tutto ciò che serve per condurre un’esistenza dignitosa. Poi, un giorno, la catastrofe. La pandemia si abbatte sul mondo e, quando la zia di Niri comincia a tossire, la famiglia viene messa alla porta, nel giro di trenta, soli minuti, con gli averi di una vita intera che bastano a riempire un unico sacchetto di plastica. Non sanno dove andare, non hanno nulla. Dopo una prima notte in strada, approdano alla baraccopoli degli «irregolari», un’umanità senza diritti e di una miseria oltraggiosa. Niri non si dà pace, non è come suo padre, educato alla rassegnazione dalla sua profonda fede nel Buddha. La sofferenza dei suoi, di tutti gli altri nel campo, è intollerabile. Decide così di infrangere il coprifuoco notturno, sfidando le pattuglie armate, per tornare alla villa dei Benz dove c’è cibo per sfamare l’intera baraccopoli: lui sa dove il rampollo lascia una chiave di scorta per rientrare dalle sue nottate brave. Ma mentre saccheggia la dispensa dei suoi ex padroni, si trova davanti Mary Benz, bellissima e irraggiungibile, il suo primo amore. Niri teme di essere stato scoperto. Non sa ancora che Mary, stanca di vivere in un mondo scandalosamente privilegiato, ha in mente un piano che li porterà a varcare un limite da cui non c’è ritorno e cambierà non solo la loro vita, ma quella dell’intera città.
12 febbraio

Massimiliano Parentre, IL PIÙ GRANDE ARTISTA DEL MONDO DOPO ADOLPH HITLER, Giunti 2018
Max Fontana, “il più grande artista del mondo” secondo il parere di alcuni critici, giunge al successo per puro caso, a quarant’anni, con un gesto casuale, proprio il giorno in cui aveva deciso di suicidarsi sentendosi un fallito. Da quel momento prende vita la sua metamorfosi: capelli verdi dal taglio hitleriano, cappotto stile nazi, Nike Shox ai piedi, non c’è colpo che non vada a segno. Inavvicinabile come una rockstar, capriccioso come una diva di Hollywood, spiazzante e provocatorio per il semplice gusto di esserlo, arriva perfino a indicare in Adolf Hitler un modello artistico da ammirare. Nella sua nuova esistenza da cinica pop star conserva, però, anche un lato tenero: la piccola Martina, una compagna di vita che, non potendo parlare, comunica usando il linguaggio dei segni. Ma Max Fontana è veramente questo genio formidabile? O è solo un abile truffatore? O addirittura un killer? E soprattutto: perché è scomparso? Sì, perché dopo le sue sensazionali performance tra Roma e Parigi, New York e Las Vegas, e dopo essersi preso gioco di colleghi, critici, galleristi e giornalisti, qualcosa è andato storto, e lui è stato costretto, suo malgrado, a indossare i panni del fuggitivo. Braccato da mezzo mondo, ha dovuto lanciarsi in una fuga sempre più incalzante, disperata e piena di poesia. Fino al capolinea, naturalmente da artista. Anzi, da più grande artista del mondo.