Chi segue la pagina della Biblioteca di Corbetta  su facebook sa che abbiamo inaugurato una rubrica giornaliera di consigli letterari “UN LIBRO AL GIORNO”.

Per chi invece non ama i social, recuperiamo qui sul sito a fine settimana l’elenco completo dei suggerimenti.

Lunedì 15
Jenny Offil, TEMPO VARIABILE, NN Edizioni 2020“Quali sono i tuoi talenti più utili?”. “Mi dicono che sono divertente, so come raccontare una storia con un ritmo rapido, piacevole. Cerco di non dilungarmi troppo sulle mie ambizioni disattese e sul fatto che detesto gli hippie e i ricchi”: Lizzie, la protagonista del nuovo romanzo di Jenny Offill, fa la bibliotecaria ma è anche, in realtà, una sorta di antropologa della varia umanità che incontra. TEMPO VARIABILE infatti è un catalogo ironico, sentito, intelligente e vero di persone alle prese con la vita di tutti i giorni. A partire dalla famiglia di Lizzie, dal pragmatico marito Ben al tenero figlio Eli, ancora ingenuo e spensierato, dal fratello Henry, che non riesce a liberarsi dalle droghe (come non capire la sua debolezza, però) sino alla madre che ha trovato in un gruppo di preghiera la sua ragione di vita. Ma il cerchio umano in cui Lizzie ci ingloba contiene gli utenti della biblioteca per i quali la bibliotecaria è prima di tutto un orecchio che ascolta (“Magari fossi una psicologa vera” dice mio marito “Allora sì che saremmo ricchi”), l’amica Sylvia, esperta di cambiamento climatico e alla fine disillusa sul futuro dell’umanità, le mamme dei compagni di scuola del piccolo Eli, il taxista invadente, la cognata, i vicini di casa, un affascinante giornalista. Jenny Offill affida a uno stile frammentario che è tutt’altro che sentenzioso un flusso di pensieri e accadimenti che raccontano dal di dentro un Paese complesso, soprattutto socialmente, come gli Stati Uniti. Sottolineando il continuo contrasto tra la nostra esistenza quotidiana e tutto quello che accade nel mondo e che continuamente ci arriva attraverso i media e i social, accrescendo il nostro senso di inadeguatezza. La scrittrice americana ci fa riflettere su cosa possiamo fare (“problema dei giovani: e se niente di quello che faccio ha importanza? Problema dei vecchi: e se ogni cosa che faccio ha importanza?”); su quanto, anche con la nostra indifferenza, possiamo incidere sul mondo, sui punti fermi che dobbiamo o non dobbiamo avere, alternando considerazioni profonde a barzellette e freddure spesso surreali. Perché la cifra del romanzo è l’umorismo nero, così raro e difficile da maneggiare, che arriva a noi anche grazie all’ottima traduzione di Gioia Guerzoni.

(La Recensione è dell’amica di Fondazione per Leggere Simonetta Bitasi tratta dal suo sito web http://www.lettoreambulante.it che consigliamo a tutti di sfogliare)

Martedì 15

Helen Humpreys, AMULETO CELESTE, Fandango Playground 2018
“Quando lavoro alla stesura di un libro, porto sempre gli stessi vestiti, e mangio invariabilmente gli stessi cibi.a quanto pare, scrive romanzi e soffrire di depressione hanno molto in comune.”
“Scrivo da così tanto tempo che non riesco più a separare il mio se dallo scrivere.non so dove cominci l’uno e dove finisca l’altro.c’è stato un periodo in cui mi dava fastidio la coincidenza tra me e quello che facevo, detestavo quella tendenza a guardare ogni cosa in relazione a una storia o un immagine mentre contemporaneamente vivevo la mia vita, come se non fossi allo stesso tempo separata. Ma ora me ne sono fatto una ragione perché ho imparato che la scrittura divorerà tutto quello che posso gettarlo in pasto, ed è di conforto.posso
Immergermi nella scrittura che assorbirà il mio dolore, le mie idee e la mia inquietudine. E in qualche misura è un processo attraverso il quale ritorno in terra ogni volta che il mondo mi fa a pezzi.”
In un affascinante intreccio tra verità e finzione Helen Humphreys racconta la misteriosa vita di Megan Boyd, la più importante e influente artigiana di esche per salmoni, amica personale del principe Carlo d’Inghilterra e insignita di una delle più alte onorificenze britanniche dalla Regina Elisabetta.
Una vita appartata, in simbiosi con la natura, nel nord della Scozia, sul litorale occidentale, dove fino alla fine degli anni Novanta Megan Boyd ha vissuto e lavorato in solitudine, in una casa senza elettricità e acqua corrente, creando delle esche meravigliose, con piume colorate, pellicce, materiali di scarto o preziosi: autentiche opere d’arte.
Una donna libera e indipendente, per alcuni eccentrica, che non ha mai smesso di indossare abiti maschili, rifiutando da sempre i ruoli stabiliti e imposti dalla comunità.
Ma è stata davvero una donna così solitaria? Ed è possibile che non si sia mai innamorata? Ed ecco che Helen Humphreys, combinando brandelli di notizie, brevi testimonianze, immagina che la vita di Megan Boyd sia stata in realtà illuminata da una segreta relazione d’amore. Una relazione che ha accompagnato, anche nel ricordo, la sua intera esistenza.
Mercoledì 16

Emmanule Iduma, LO SGUARDO DI UNO SCONOSCIUTO, Francesco Brioschi Editore 2020
“Gli uomini indossano lunghe tuniche abbondanti, quasi tutte bianche, alcune azzurre. Li guardo e penso alla parola “avventuriero”. Sono colpito da quei corpi spavaldi, avvolti nei vestiti migliori, diretti verso case che sembrano alte solo un paio di metri. Invido l’ardore nel loro passo, senza fretta, come se camminando conquistassero un pezzo di terra.
Voglio essere quegli uomini”
In un tempo sospeso tra sogno e ricordo, partiamo per un viaggio nel cuore dell’Africa e ci abbandoniamo al piacere di vagabondare. Da Dakar a Douala, da Bamako a Benin, da Khartoum a Casablanca, in ogni nuova città Emmanuel Iduma raccoglie delle reliquie, dei souvenir, dei mattoncini per colmare le distanze e conservare i ricordi. Spille, portachiavi, cartoline. Ma soprattutto raccoglie incontri. Artisti, tassisti, scultori, facchini, poliziotti, mendicanti, migranti, su ognuno di loro lo sguardo del viaggiatore si posa per scattare una fotografia. Gli occhi mettono a fuoco, il dito si piega, e nella memoria si imprimono gioia e sofferenza, speranza e nostalgia, i volti di un’umanità che trabocca di vita. Emmanuel Iduma ci fa scoprire, con una serie di fotografie e una voce dolcemente malinconica, il dolore della separazione e il conforto dell’incontro con l’altro, creando un ritratto onirico e al contempo estremamente reale dell’Africa moderna.
Giovedì 17

Luigi Garlando, VAI ALL’INFERNO DANTE, Rizzoli 2020
“Già a vent’anni scrissi i primi versi,
e non mi pare età da professore.
Dico di più da me non sono diversi
tutti quei rapper che urlano il rancore
per il ministro ladro e malandrino
O per colei che respinge l’amore.
Sì come cantan Rocco e Clementino
per Napoli e le Vele di Scampia,
così strigliavo il mondo fiorentino.
La corruzione faceva epidemia. “
Se Dante tornasse in vita oggigiorno parlerebbe in terzine di endecasillabi?
Il Dante immaginato da Luigi Garlando, conosciutissimo autore di narrativa per ragazzi, lo fa e non si limita a questo: è un campione di Fortnite (se vi state chiedendo che cosa sia Fortnite non siete i lettori adatti a questo romanzo), tifa la Fiorentina ed è ancora capace di far battere il cuore ad una donna appassionata di poesie.
Ma soprattutto scopriremo che Dante riserva anche qualche lezione di vita per il protagonista del romanzo Vasco, quattordicenne bullo impenitente, estremamente viziato che sogna solo di diventare un gamer professionista. E anche noi lettori scopriremo che i versi di Dante scritti secoli fa costituiscono una lezione ancora attualissima.
CONSIGLIATO PER RAGAZZI DELLE SCUOLE SUPERIORI DI PRIMO E SECONDO GRADO
Venerdì 18
Shaun Tan, PICCOLE STORIE DAL CENTRO, Tunuè 2020

“… Perché abbiamo combattuto così tanto? Perché siamo stati così crudeli, spietati, così egoisti e divisi, così soli su questa lunga striscia di roccia? Solo ora, troppo tardi, ricordiamo in silenzio le cose che rendono tutti fratelli e sorelle nel sedimento, gusci e ossa con gli stessi carbonati degli altri: squali, orsi, coccodrilli, gufi, maiali, dipnoi, pesci re, pappagalli, piccioni, farfalle, api, tigri, cani, rane, lumache, gatti, pecore, cavalli, yak, orche, aquile, ippopotami, rinoceronti, volpi… almeno abbiamo dato loro le nostre parole più belle”. Shaun Tan, uno dei più grandi artisti al mondo, con PICCOLE STORIE DAL CENTRO ha conseguito il prestigioso premio Kate Greenway Medal 2020 come miglior illustratore nel Regno Unito ed è diventato così anche il primo autore di origine malese della storia a vincere questo premio. Già molto premiato e seguito, l’artista austrialiano, figlio di immigrati malesi, in questo nuovo libro mette in relazione l’uomo e la natura in 25 ritratti e racconti che sono un atto di accusa contro la frattura che si è creata tra l’uomo, e con lui i luoghi dove vive come le città, e l’ambiente naturale. PICCOLE STORIE DAL CENTRO è anche un bestiario artistico dove gli animali sono protagonisti e si raccontano nel loro rapporto con la loro natura originaria e i cambiamenti del mondo che li circonda che li ha costretti a continue mutazioni. Assistiamo a un gioco intenso e quasi magico di relazione tra parole e immagini che sempre cambia da animale a animale: il cane accompagna la vita di una persona attraverso una lunga successione anche cromatica dei quadri; l’ultimo rinoceronte vede la sua fine in un’unica immagine sull’autostrada; il pesce re, essendo finita l’acqua, ora abita il cielo, i coccodrilli occupano l’ultimo piano di un grattacielo. Il libro è una galleria di sguardi degli animali sulla città e su noi umani e insieme un catalogo di tecniche artistiche e scelte cromatiche sempre molto immaginifiche e coinvolgenti. Spesso poi gli animali sono raccontati in relazione a bambini e ragazzi, come per esempio i cavalli, il pesce re, il maiale e questo oltre alla dedica al mondo animale è forse un messaggio di Shaun Tan per il futuro. Bambini e animali salveranno il mondo?
RECENSIONE DI Simonetta Bitasi tratta dal suo blog http://www.lettoreambulante.it

 

Sabato 19
Giacomo Nanni, CRONACHETTE, Coconino Press 2020
Cos’è un gatto? A cosa pensa, e come ama, come dorme, come gioca, come mangia? Ma soprattutto, in che modo la sua presenza riesce a modificare la percezione dello spazio e lo scorrere del tempo? Un diario minimo di vita quotidiana con i felini in casa, fatto di episodi divertenti e surreali, dialoghi filosofici e sperimentazioni grafiche. Con le sue Cronachette, raccolte per la prima volta in un’elegante edizione integrale cartonata, Giacomo Nanni racconta due universi: quello umano e quello animale, che si scrutano da sempre senza mai riuscire a penetrare davvero nel proprio reciproco mistero. Un fumetto che ci conduce alla scoperta di un mondo parallelo, abitato dagli amici a quattro zampe e da silenzi carichi di poesia, con la leggerezza e la profondità dei Peanuts di Schulz
CONSIGLIATO AI GATTOFILI
A questo link trovate una esauriente presentazione di questo libro
Domenica 20
Michael Pastoreau, GIALLO. STORIA DI UN COLORE, Ponte alle Grazie 2019
«Il giallo è il colore meno amato sulla tavolozza. Dal Medioevo era sinonimo di tradimento. Forse perché è difficile renderlo vivido nella pittura come nella natura» – Michel Pastoureau«Il sole mi abbaglia e mi dà alla testa, un sole, un chiarore che posso solo definire giallo, giallo zolfo, giallo limone, giallo oro. È così bello, il giallo!» – Vincent van Gogh

Come interpretare il giallo? Colore chiaro, caldo, luminoso, oppure elusivo, malsano, traditore? Il limitato interesse che suscita nella vita quotidiana dura da almeno cinque secoli, benché avesse goduto in passato di un notevole prestigio. Colore della luce e della ricchezza per gli Antichi, di grande importanza religiosa per i Greci e i Romani, simbolo dell’oro e dell’immortalità per Celti e Germani, non era caduto in disgrazia fino al Medioevo. È in quell’epoca che in contrapposizione al giallo felice dell’oro, del miele e del grano, del potere e dell’abbondanza si fa strada il giallo demoniaco della falsità, della malattia e della follia. Anche nella cultura materiale il giallo perde importanza: lo disprezzano la Riforma protestante, la Controriforma cattolica e la borghesia ottocentesca. Benché la scienza lo annoveri fra i colori primari, non riesce a ritrovare il suo prestigio. L’ambivalenza simbolica sopravvive ai nostri giorni. Un giallo che tende al verde ci appare sgradito o minaccioso, forse addirittura tossico. Tutto l’opposto di quando si avvicina all’arancio e diviene allegro, sano e vivificante. Dopo i volumi dedicati al blu, al nero, al verde e al rosso – Giallo continua il lavoro che Michel Pastoureau ha dedicato negli ultimi vent’anni alla storia sociale e culturale del colore. Una grande opera che nella sua ricchezza di riferimenti dotti e popolari diventa un modo sorprendente per raccontare l’evoluzione della nostra società, dalle origini a oggi.